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Sciopero alla Boeing: 3.200 lavoratori incrociano le braccia, a rischio i tempi del nuovo caccia F-47

Il Presidente Donald Trump parla mentre viene mostrata l'immagine di un caccia di sesta generazione F-47 durante un evento nello Studio Ovale della Casa Bianca nel marzo 2025.
Il Presidente Donald Trump parla mentre viene mostrata l'immagine di un caccia di sesta generazione F-47 durante un evento nello Studio Ovale della Casa Bianca nel marzo 2025. Diritti d'autore  AP Photo
Diritti d'autore AP Photo
Di Una Hajdari Agenzie: AP
Pubblicato il Ultimo aggiornamento
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Sciopero alla Boeing: 3.200 lavoratori rifiutano il nuovo contratto. A rischio il caccia F-47 voluto da Trump. L'azienda attiva il piano d’emergenza

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La crisi alla Boeing si intensifica. Oltre 3.200 lavoratori delle linee di produzione di jet da combattimento in Missouri e Illinois sono entrati in sciopero lunedì, dopo aver respinto un nuovo contratto quadriennale proposto dall’azienda. A dichiararlo è il sindacato International association of machinists and aerospace workers (Iam), che definisce l'interruzione del lavoro come una risposta a condizioni giudicate inadeguate e irrispettose della professionalità dei dipendenti.

Lo sciopero potrebbe ritardare la produzione del nuovo caccia F-47, un programma militare di punta che rappresenta una svolta storica per Boeing, rompendo il monopolio di Lockheed Martin nella produzione di jet stealth statunitensi. Il progetto è sostenuto personalmente dal presidente degli Stati Uniti Donald Trump, che ha definito l’F-47 “l’aereo più avanzato e letale mai costruito”. Alcuni media americani hanno ipotizzato che il nome del caccia sia un riferimento diretto al numero presidenziale di Trump, il 47°.

Contratto respinto, sindacato compatto

Il sindacato Iam ha diffuso la notizia attraverso un post su X: “3.200 membri altamente qualificati dello Iam Union alla Boeing hanno scioperato a mezzanotte perché quando è troppo è troppo”.

La proposta rifiutata prevedeva un aumento salariale del 20 per cento in quattro anni, oltre a miglioramenti su assicurazioni sanitarie, pensioni e orari di lavoro. Nonostante la dirigenza sindacale avesse raccomandato di accettare l'accordo, la base ha deciso diversamente.

“I nostri membri costruiscono i velivoli che proteggono il Paese: meritano un contratto che protegga anche le loro famiglie”, ha dichiarato Sam Cicinelli, vicepresidente del sindacato per il Midwest.

Boeing: “Siamo pronti allo sciopero”

Dal canto suo, Boeing ha espresso delusione per il rifiuto, sottolineando che l'offerta garantiva un aumento medio dei salari del 40 per cento e affrontava le principali richieste dei lavoratori.

Dan Gillian, vicepresidente di Boeing Air Dominance, ha dichiarato che l’azienda ha attivato un piano di emergenza per mantenere operativa la produzione grazie al personale non scioperante.

Lo sciopero arriva in un momento delicato per Boeing, dopo anni segnati da incidenti aerei fatali e problemi di sicurezza: due disastri del 737 Max tra il 2018 e il 2019 e il recente schianto di un Dreamliner Air India nel giugno 2025, che ha provocato oltre 260 vittime.

Questa rappresentazione grafica fornita dall'Aeronautica Militare degli Stati Uniti mostra la piattaforma Next Generation Air Dominance (NGAD), l'F-47
Questa rappresentazione grafica fornita dall'Aeronautica Militare degli Stati Uniti mostra la piattaforma Next Generation Air Dominance (NGAD), l'F-47 AP Photo

Il futuro dell’F-47 e il rilancio del settore

L’F-47 rappresenta una speranza concreta per il rilancio dell’azienda, offrendo a Boeing un’importante ancora di salvezza economica in un settore dominato da Lockheed Martin dal lancio degli F-22 e F-35. Trump ha incluso l’acquisto di aerei Boeing in un recente accordo tariffario con l’Unione europea, nel tentativo di rilanciare l'industria nazionale.

Nonostante tutto, Boeing ha registrato segnali di ripresa: nel secondo trimestre del 2025, ha ridotto le perdite a 611 milioni di dollari, migliorando rispetto all’anno precedente.

Ma la tensione resta alta, e il prolungarsi dello sciopero rischia di compromettere una ripresa ancora fragile.

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