Newsletter Newsletters Events Eventi Podcasts Video Africanews
Loader
Seguiteci
Pubblicità

Musk promette: "Lavorerò meno al Doge e mi dedicherò di più a Tesla"

Veicoli Tesla in uno showroom nella zona di North Hollywood, a Los Angeles, sabato 15 marzo 2025
Veicoli Tesla in uno showroom nella zona di North Hollywood, a Los Angeles, sabato 15 marzo 2025 Diritti d'autore  AP Photo/Rick Bowmer, File
Diritti d'autore AP Photo/Rick Bowmer, File
Di AP with Indrabati Lahiri
Pubblicato il
Condividi Commenti
Condividi Close Button

Elon Musk ha dichiarato che in futuro dedicherà meno tempo a Washington a tagliare i costi della pubblica amministrazione statunitense, e più tempo a gestire la sua azienda Tesla, che ha registrato un netto calo dei profitti

In una teleconferenza con alcuni analisti che si è tenuta martedì 22 aprile, Elon Musk ha dichiarato che "ora che il lavoro principale di creazione del Dipartimento per l'efficienza del governo (Doge, ndr) è terminato". E, per questo, dedicherà "molto più del mio tempo a Tesla" a partire dal mese di maggio. L'imprenditore statunitense ha precisato che d'ora in poi prevede di dedicare solo "uno o due giorni alla settimana alle questioni governative".

All'annuncio di Musk le azioni di Tesla in crescita nel mercato after-hours

Tesla ha faticato a vendere i propri veicoli negli ultimi tempi, anche a causa dell'ondata di proteste legata proprio all'operato di Musk in seno al Doge, con tagli generalizzati a numerosi organismi pubblici americani, costati anche il posto di lavoro a migliaia di persone. Una politica che ha diviso fortemente gli Stati Uniti. Al contempo, all'azienda di Austin tutto ciò ha portato a ricavi automobilistici in calo del 20 per cento rispetto all'anno precedente, a 14 miliardi di dollari (12,28 miliardi di euro), e a un utile per azione sceso del 40 per cento a 0,27 dollari (0,23 euro). I ricavi totali, al contempo, sono diminuiti del 9 per cento rispetto all'anno precedente, raggiungendo 19,3 miliardi di dollari (16,92 miliardi di euro)

"Gli investitori chiedono che si impegni nuovamente per Tesla", ha dichiarato Dan Ives, analista senior di ricerca azionaria presso Wedbush Securities. Secondo il quale, perciò, l'annuncio di Musk va "nella giusta direzione". La prima risposta è arrivata nelle contrattazioni after-hours, con il titolo di Tesla che ha guadagnato oltre 5 punti percentuali (nonostante rimanga un calo di oltre il 40 per cento da recuperare).

Tesla raddoppia sui veicoli autonomi

L'azienda ha riconfermato che prevede di lanciare una versione più economica del suo veicolo più venduto, lo sport utility Model Y, nella prima metà di quest'anno. Ha inoltre confermato le sue previsioni secondo cui sarà in grado di lanciare un servizio a pagamento di robotaxi senza conducente ad Austin a giugno e di far funzionare da sola gran parte della sua flotta l'anno prossimo.

"Ci saranno milioni di Tesla che opereranno autonomamente nella seconda metà dell'anno", ha detto Musk in una conference call dopo l'annuncio dei risultati. In merito all'uso personale dei veicoli autonomi, ha poi aggiunto: "Si potrà andare a dormire nelle nostre auto e svegliarsi a destinazione? Sono sicuro che sarà possibile in molte città degli Stati Uniti entro la fine di quest'anno".

Le autorità stanno ancora vagliando la tecnologia dei robotaxi

L'analista del settore automobilistico Sam Abuelsamid di Telemetry Insight dubita però delle previsioni di Musk: "Il sistema non è abbastanza robusto per operare senza supervisione. Fa ancora troppi errori", ha osservato. "All'improvviso commetterà errori che porteranno a incidenti". Il lancio previsto del robotaxi senza volante o pedali arriva tra l'altro mentre le autorità federali stanno ancora analizzando il sistema, per capire se la tecnologia senza conducente su cui Tesla sta attualmente lavorando sia davvero sicura.

Anche la tecnologia di assistenza alla guida di Tesla, che può condurre o arrestare un'auto ma richiede comunque l'intervento dell'uomo in qualsiasi momento (il cosiddetto autopilota), è oggetto di indagine da parte della National Highway Traffic Safety Administration, che vuole verificare se il sistema avvisi in modo sufficiente i conducenti in caso di necessità.

Allo stesso modo, la guida autonoma completa, che in realtà è solo parziale e ha attirato critiche da chi considera ingannevole il nome, è oggetto di esame. Ad esempio, in condizioni di scarsa visibilità avrebbe comportato incidenti, come in caso di presenza di riflessi della luce solare.

L'aumento della concorrenza cinese e i dazi

C'è poi un'altra sfida per Tesla, che un tempo dominava il settore dei veicoli elettrici: per la prima volta, l'azienda deve affrontare una concorrenza agguerrita. All'inizio di quest'anno, il produttore cinese di veicoli elettrici BYD ha annunciato di aver sviluppato una batteria elettrica in grado di ricaricarsi in pochi minuti. Anche i rivali europei di Tesla hanno iniziato a proporre nuovi modelli con tecnologie avanzate che li rendono vere e proprie alternative a Tesla, soprattutto perché buona parte dell'opinione pubblica si è ormai schierata contro di lui. L'imprenditore americano si è infatti alienato numerosi potenziali acquirenti in Europa sostenendo pubblicamente i politici di estrema destra del Vecchio Continente.

L'azienda ha dichiarato poi che i dazi voluti dall'amministrazione Trump la danneggeranno meno della maggior parte delle aziende automobilistiche statunitensi, poiché produce la maggior parte delle sue auto sul territorio americano. Ma in realtà neanche Tesla sarà completamente indenne, dal momento che si rifornisce all'estero per alcuni materiali necessari per la fabbricazione dei propri veicoli. E quelle componenti ora saranno soggette ai rincari.

Tesla ha inoltre avvertito che i dazi colpiranno anche la sua attività di stoccaggio dell'energia. A ciò si aggiungono le ritorsioni della Cina: all'inizio di aprile l'azienda è stata costretta a non accettare più ordini per due modelli, la Model S e la Model X. Nello stabilimento di Shanghai produce invece la Model Y e la Model 3 per il mercato cinese.

Buone notizie per Tesla dal mercato dei carbon credits

L'attività collaterale dell'azienda, che consiste nel vendere "carbon credits" ad altre case automobilistiche che non rispettano gli standard legati alle emissioni di biossido di carbonio, ha incrementato i risultati del trimestre. Tesla ha generato ricavi pari a 595 milioni di dollari (522,9 milioni di euro) dalla vendita di tali "diritti ad inquinare", rispetto ai 442 milioni di dollari (388,4 milioni di euro) di un anno fa. Nel frattempo, ha generato un flusso di cassa di 2,2 miliardi di dollari (1,9 miliardi di euro) contro i 242 milioni di dollari (212,7 milioni di euro) dell'anno precedente.

Seth Goldstein, analista di Morningstar, ritiene che le precedenti notizie sul crollo delle vendite che avevano fatto precipitare il titolo rendevano i risultati trimestrali quasi prevedibili: "Non sono particolarmente sorprendenti, visto che le consegne sono diminuite", ha detto. "È stato positivo vedere un flusso di cassa in attivo".

Vai alle scorciatoie di accessibilità
Condividi Commenti