Dove si pagano più tasse, e dove se ne pagano meno, in Europa?

Persone che camminano con i bagagli con la città di Bruxelles come sfondo
Persone che camminano con i bagagli con la città di Bruxelles come sfondo Diritti d'autore Virginia Mayo/AP
Diritti d'autore Virginia Mayo/AP
Di Indrabati Lahiri
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Questo articolo è stato pubblicato originariamente in inglese

Euronews Business analizza i sistemi fiscali in Europa per capire dove si paga di più e di meno

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Secondo la Tax Foundation, nel 2022 i lavoratori single a salario medio in Europa pagavano circa un terzo del loro stipendio in tasse. Non sorprende che gli oneri fiscali in Europa varino in modo significativo da nazione a nazione, con i lavoratori dell**'Europa occidentale** e dei Paesi più sviluppati che sono sottoposti ad una tassazione molto più alta.

Danimarca (55,9%), Austria (55%), Portogallo (53%), Svezia (52,3%) e Belgio (50%) sono alcuni dei Paesi con le più alte aliquote medie d'imposta sul reddito delle persone fisiche. Di contro, Romania (10%), Bulgaria (10%), Bosnia-Erzegovina (10%), Kosovo (10%) e Macedonia del Nord (10%) sono gli Stati europei con le imposte più basse.

Perché i cittadini danesi sono favorevoli a tasse alte

Sorprendentemente, però, non tutti sono scontenti delle tassazioni alte. Perfino in Danimarca, dove le imposte possono raggiungere il 55,9%. Molti cittadini considerano il pagamento come un investimento nel futuro collettivo del Paese e della società, e per garantirsi una certa qualità di vita. Va sottolineato che la Danimarca è stata classificata come il secondo Paese più felice al mondo per il quarto anno consecutivo, secondo il Rapporto mondiale sulla felicità 2023.

Ciò permette a tutti i segmenti della società, indipendentemente dal sesso, dalla posizione socio-politica o economica, di usufruire delle stesse opportunità, riducendo così notevolmente gli oneri economici e sociali. La maggior parte dell'istruzione, soprattutto quella superiore, in Danimarca è gratuita e gli studenti universitari ricevono anche una borsa di studio dal governo danese.

Tale sostegno è ben presente anche sul posto di lavoro: i genitori hanno diritto a 52 settimane di congedo parentale, di cui 32 sono pagate dallo Stato. Il modello del mercato del lavoro danese, denominato modello di flexicurity, prevede al contempo flessibilità per i datori di lavoro e sicurezza per i lavoratori. Con lo Stato che fornisce una rete di salvaguardia in caso di disoccupazione.

Per questi motivi, buona parte della popolazione è piuttosto contenta di pagare la propria quota di imposte, potendo ricevere in cambio servizi pubblici di alta qualità. Tuttavia, ciò comporta anche una serie di svantaggi: la Danimarca concede infatti borse di studio anche agli studenti di altri Paesi dell'Unione Europea, benché raramente questi ultimi finiscano per stabilirsi nella nazione scandinava.

I sistemi di welfare sono sufficienti a compensare le tasse?

Similmente, in Austria, altro Paese con un'elevata tassazione, pari al 55%, il sistema di previdenza sociale, che comprende l'assicurazione sanitaria obbligatoria, le pensioni e l'assicurazione contro gli infortuni sul lavoro, è molto apprezzato. Oltre a questi, copre anche la maternità e la disoccupazione. Il Paese richiede che tutti i dipendenti siano assicurati, così come le persone che percepiscono un sussidio, una pensione o qualsiasi altro tipo di erogazione basata sulle necessità socio-economiche.

In Stati come il Belgio, le persone single senza figli sopportano il peso delle tasse più alte, mentre le coppie sposate con figli hanno oneri più leggeri. Sebbene il Paese vanti un'elevata qualità dell'assistenza sanitaria, l'accesso a quest'ultima può essere un processo lungo e complicato, che prevede l'iscrizione a un fondo di previdenza sociale e a quello di assicurazione sanitaria pubblica.

I contribuenti belgi vedono detratto quasi il 65% dei loro stipendi

È inoltre necessario pagare dei contributi mensili per l'assicurazione sociale. Pertanto, chi vive in Belgio con uno stipendio di 45mila euro, ad esempio, sarà tassato con aliquote che variano dal 45% al 50%. Inoltre, il dipendente dovrà pagare il 13,07% di contributi sociali. E ne esistono anche di ulteriori da pagare. Una persona con questo stipendio annuo porterebbe quindi a casa circa 1.369 euro al mese, circa il 36% della sua busta paga lorda.

Tenendo presente che il salario minimo in Belgio è di 1.994,18 euro al mese, al lordo delle imposte, la retribuzione mensile su uno stipendio di 45mila euro lascerebbe a un residente molto meno del salario minimo dopo le detrazioni. Negli ultimi anni, ciò ha provocato una crescente frustrazione tra i belgi, che hanno la sensazione di non ricevere indietro ciò che pagano in tasse, rispetto ad esempio ai cittadini scandinavi.

Tuttavia, secondo l'OCSE, il Belgio si sta lentamente impegnando per ridurre l'imposizione fiscale sui salari: tra il 2009 e il 2022, il lavoratore medio single vedrà la pressione fiscale ridursi di circa il 2,7%.

L'Agenzia fiscale svedese è una delle più affidabili del Paese

Come in Danimarca, anche i cittadini svedesi non hanno problemi a pagare tasse alte, in questo caso mediamente il 52,3%, per una società ben funzionante e servizi pubblici di alta qualità. L'Agenzia fiscale svedese, la Skatteverket, è una delle più affidabili e rispettate del Paese, seconda solo all'Ufficio svedese per i brevetti e le registrazioni (PRV) e all'ente immobiliare Lantmateriet.

Ciò è dovuto al fatto che l'agenzia fiscale è coinvolta nella maggior parte degli aspetti della vita dei cittadini, come nascite, matrimoni, traslochi e decessi, tra gli altri, e garantisce un servizio di alta qualità. Non solo: è anche molto facilmente accessibile.

Una giovane con in mano una bandiera svedese
Una giovane con in mano una bandiera svedeseAbbie Parr/Copyright 2023 The AP. All rights reserved

Gli incentivi fiscali nei Paesi dell'Europa orientale

In Paesi dell'Europa orientale e sudorientale come Romania, Bulgaria e Bosnia-Erzegovina, che stanno ancora sviluppando le loro infrastrutture ed economie, la riduzione delle tasse è un modo per attrarre e, auspicabilmente, trattenere gli investimenti stranieri.

Questi Paesi spesso offrono manodopera e costi di produzione più bassi, agevolazioni fiscali e una ricchezza di mercati e opportunità non sfruttate. Non solo, ma spesso garantiscono anche un buon tenore di vita, grazie a costi significativamente più basso rispetto alla maggior parte dei Paesi dell'Europa occidentale.

Non solo, ma l'Europa meridionale e orientale vanta anche alcune delle economie in più rapida crescita: Bulgaria, Macedonia del Nord, Romania e Cipro sono tutti considerati i prossimi luoghi propizi per l'espansione di aziende e industrie.

Tuttavia, negli ultimi mesi, nazioni come la Romania hanno cercato di aumentare le tasse per i dipendenti del settore software. Il governo sta anche cercando di eliminare le esenzioni dal pagamento dell'assicurazione sanitaria per i dipendenti dei settori edile, alimentare e agricolo, al fine di aumentare le entrate fiscali.

Gli stipendi più alti compensano l'elevato onere fiscale per alcuni?

In alcuni casi, gli stipendi medi nei Paesi a più alta tassazione, come la Danimarca e l'Austria, sono tra i più alti, il che contribuisce ad alleviare parte della pressione fiscale. Secondo Eurostat, nel 2022 lo stipendio medio in Danimarca è stato di circa 62.972,33 euro, mentre in Austria è stato di 68.690,65 euro.

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Ciò è dovuto a una negoziazione salariale più aperta, ad esempio grazie al modello lavorativo di flexicurity della Danimarca, nonché a una maggiore enfasi sull'istruzione e sull'apprendimento lungo tutto l'arco della carriera. Alcuni Paesi registrano anche una maggiore domanda in settori ad alta remunerazione come finanza, comparti bancario, legale e sanitario.

L'aumento dell'inflazione potrebbe aggravare gli oneri fiscali?

L'inflazione è un altro fattore che potrebbe appesantire gli oneri fiscali. Ciò è particolarmente vero in seguito alla guerra tra Russia e Ucraina, che ha visto i prezzi dell'energia e dei generi alimentari salire vertiginosamente negli ultimi anni. Altri conflitti, come la guerra tra Israele e Hamas, si sono aggiunti al mix, con le interruzioni del Mar Rosso che hanno ulteriormente alimentato l'aumento dei prezzi dell'energia e di altri beni.

Se questa tendenza continuerà, l'aumento dei prezzi al consumo eserciterà una maggiore pressione sui portafogli dei cittadini, rendendo più difficile l'aumento delle tasse.

Sebbene a gennaio l'inflazione dell'Eurozona sia scesa al minimo degli ultimi due anni (+2,8%), la Banca Centrale Europea continua a mantenere un approccio cauto e per ora non ha intrapreso una politica di taglio dei tassi.

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