L'inflazione torna a salire nell'Eurozona, 7% ad aprile. Italia sopra la media all'8,3%

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Si tratta del primo rialzo dell'inflazione dopo la discesa iniziata nel novembre scorso dai livelli record toccati nel 2022

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Il carrello della spesa lo dice e Eurostat lo conferma: ad aprile l'inflazione è tornata a salire nella zona euro. Secondo i dati resi noti martedì dall'Ufficio statistico dell'Unione europea, il tasso d'inflazione annuale è aumentato di un decimo di punto percentuale rispetto a marzo, raggiungendo il 7%

Si tratta del primo rialzo dell'inflazione dopo la discesa iniziata nel novembre scorso dai livelli record toccati nel 2022.

Per l'ennesimo mese, la parte del leone nell'andamento dell'inflazione è stata sostenuta dal settore alimentare, dal tabacco e dagli alcolici, sebbene l'incremento dei prezzi nel comparto sia sceso al 13,6% rispetto al 15,5% di marzo. 

Seguono i beni industriali non energetici (6,2%, rispetto al 6,6% a marzo), e i servizi (5,2%, rispetto al 5,1% di marzo). Inversione di tendenza invece per i prezzi dell'energia, che ad aprile sono tornati a salire, facendo registrare il 2,5% rispetto al -0,9% del mese precedente.

La cosiddetta inflazione di fondo, che non tiene conto dei prezzi dell'energia, degli alimenti, dell'alcol e del tabacco, è scesa di un decimo di punto percentuale al 5,6%

I dati sono peggiori delle attese degli analisti, che scommettevano su una stagnazione, e sono un ulteriore incentivo per la Banca centrale europea ad alzare nuovamente, seppur in maniera moderata, i tassi di interesse nella riunione di giovedì prossimo.

Sopra la media europea il dato italiano. Come rileva l'Istat, ad aprile l'inflazione italiana registra un aumento dell'8,3% rispetto allo stesso periodo del 2022 e dello 0,5% sul mese scorso, quando il tasso di inflazione si era collocato al 7,6%. L'accelerazione del tasso di inflazione si deve, in prima battuta, all'aumento su base tendenziale dei prezzi dei beni energetici non regolamentati (da 18,9% a 26,7%). L'inflazione di fondo resta stabile al 6,3%, così come quella al netto dei soli beni energetici (al 6,4%).

Il “carello della spesa”, ossia il sotto indice Istat che include i beni a più alta frequenza d’acquisto come gli alimentari e i prodotti per la cura della casa e della persona, costa oggi il 12,1% in più di un anno fa. Il dato segna un leggero rallentamento rispetto al 12,6% di marzo. Per abitazione, acqua, elettricità e combustibili si registra un calo congiunturale dei prezzi dello 0,3% e un aumento tendenziale del 16,9%, per i prodotti alimentari e le bevande analcoliche si registra un aumento dei prezzi dello 0,7% congiunturale e del 12,6% sull’anno.

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