Si tratta della terza causa mossa al gigante di Mountain View oltreoceano in soli due mesi
Google è stato citato in giudizio da 38 stati americani, per condotta anticoncorrenziale. II colosso del web ha cercato di rendere il suo motore di ricerca dominante, per favorire i prodotti del gruppo a discapito delle alternative. Non solo sugli smartphone, ma anche su smart speaker, auto e televisioni.
"Google ha minato le possibilità di successo dei fornitori di ricerca specializzati, che rappresentano una minaccia per Google, perché possono mettere in pericolo le entrate dalla pubblicità associata alla ricerca e perché possono collaborare con i motori di ricerca rivali, consentendo la loro espansione", spiega Phil Weiser, Procuratore generale del Colorado.
Immediata la risposta del gigante di Mountain View: "La riprogettazione del motore di ricerca potrebbe togliere agli americani informazioni utili e danneggerebbe la capacità delle aziende di connettersi direttamente con i clienti", si legge nella nota della società.
Questa è la terza causa mossa a Google oltreoceano in due mesi. Si tratta forse di un tentativo di recuperare il ritardo, rispetto alle autorità di regolamentazione europee, che negli ultimi anni hanno già inflitto pesantissime multe a Google, come quella da poco meno di 2 miliardi e mezzo di euro, per il vantaggio illegale conferito al proprio servizio di acquisti comparativi.