I listini cinesi hanno perso oltre il 10 per cento. Capitali in fuga dall'Asia, ma non prendono la via dell'Europa.
Piazza Affari fallisce il recupero anche nell’ultima giornata di contrattazioni. Di nuovo in rosso, dopo un’apertura incerta. Chiusa una pesantissima prima settimana dell’anno. Il Ftse Mib ha ceduto l’1,58% nella seduta, che porta il calo dell’indice al 7,23% rispetto a otto giorni fa.
Peggiori titoli in gran parte bancari. Interrotti nelle prime posizioni solo da Carraro (-16,62%) in seconda. La palma del più venduto spetta a Carige (-18,60%), seguito da Monte dei Paschi di Siena (-15,90%) e Banca Mediolanum (-15,49%). Male anche la galassia Fiat.
Poco consola che il Dax tedesco abbia fatto ancor peggio, perdendo l’8,32% in cinque sedute. Orizzonte nel quale un vero e proprio crollo hanno subito i listini cinesi, che hanno dettato il “mood” settimanale dei mercati globali.
Che “sono ancora sotto pressione – secondo Francis Lun, amministratore delegato di Geo securities limited – perché i fondamentali non sono cambiati. La crescita economica cinese sta rallentando, gli indicatori economici ne sono la prova. C‘è inoltre una fuga di capitali dall’Asia”.
Dopo il blocco alle contrattazioni per eccesso di ribasso dei giorni scorsi, oggi Shanghai ha chiuso con un rimbalzo dell’1,97 per cento, Shenzhen dell’1,05 per cento. Ma, su base settimanale, in entrambi i casi siamo di fronte a cali abbondantemente al di sopra della doppia cifra.