Il tribunale dell'Aquila ha inviato la documentazione sulla sospensione della potestà genitoriale e il ministro della Giustizia Carlo Nordio ha avviato verifiche per valutare eventuali violazioni
Il Ministero della Giustizia italiano ha avviato accertamenti sul caso dei tre bambini allontanati dalla famiglia anglo-australiana che vive nel bosco a Palmoli, in provincia di Chieti.
La decisione per il trasferimento dei minori in una casa famiglia a Vasto è stata presa nei giorni scorsi dal tribunale dei minori dell'Aquila, in base a una relazione dei servizi sociali che allertava sul "grave rischio di emarginazione".
La famiglia viveva in una casa isolata, senza acqua corrente né elettricità, nel bosco della provincia abruzzese.
I bambini non frequentavano la scuola e della loro educazione si occupavano i genitori, una pratica legale in Italia.
Il Ministero dell'Istruzione ha infatti assicurato che l'obbligo scolastico è stato rispettato con l'educazione domiciliare.
I genitori si difendono dicendo che non si tratta di incuria o abbandono, ma di una precisa scelta filosofica ed educativa ispirata al ritorno alla natura e alla purezza lontano dalla civiltà.
Il ministro Nordio avvia accertamenti
Il tribunale dell'Aquila ha inviato la documentazione sulla sospensione della potestà genitoriale e il ministro della Giustizia Carlo Nordio nelle scorse ore ha avviato accertamenti sulla relazione dei servizi sociali per verificare eventuali violazioni.
Il provvedimento, eseguito dalle forze dell'ordine, prevede che la madre resti con i bambini per un periodo di osservazione, mentre il padre rimarrà nella loro abitazione nel bosco.
Le autorità hanno iniziato a seguire il caso della famiglia nell'ottobre 2024, dopo che tutti e cinque i componenti erano stati ricoverati per un'intossicazione da funghi.
A seguito di un sopralluogo,l'ambiente è stato giudicato non idoneo alla crescita dei minori ed è stata posta l'attenzione sul forte isolamento sociale.
Non frequentando la scuola, i bambini non hanno rapporti con i coetanei, fattore che ha pesato sulla decisione di sospendere la responsabilità genitoriale.
La reazione pubblica al caso della "famiglia nel bosco"
Al Consiglio superiore della Magistratura (Csm) è stata chiesta anche la tutela per le toghe che si occupano del caso, dopo che alcuni leader politici hanno condannato l'allontanamento dei minori dalla famiglia, in particolare il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti e vicepremier Matteo Salvini.
"Voglio stigmatizzare con forza i messaggi di odio e le minacce rivolte al Tribunale per i Minorenni e, in particolare, alla presidente Cecilia Angrisano, dopo la decisione di separare i figli dai genitori che vivevano nel bosco di Palmoli. Alla presidente va la mia più grande solidarietà nel respingere tali ignobili violenze", ha detto all'Ansa l'avvocato Giovanni Angelucci, che assiste la famiglia.
"Dico anche che, per chi ritenesse questa una battaglia, e per me non lo è, il campo naturale è quello delle aule di giustizia e non quello dei social, che non possono restare terreno libero per violenti e disturbatori seriali. Invito tutti a usare toni pacati e rispettosi, perché questo chiedono Catherine e Nathan che continueranno ad agire con serenità e non con violenza", ha aggiunto.
La vicenda ha avuto una vasta eco mediatica e ha portato a una mobilitazione popolare, con una petizione online che ha raccolto oltre 145mila firme per chiedere che la famiglia resti unita nella propria casa.
E in tanti si stanno organizzando per scendere in piazza: l'appuntamento è per il 6 dicembre a Roma, davanti alla sede del ministero della Famiglia e delle Pari Opportunità.
Intanto, la Lega ha presentato un'interrogazione prioritaria presso la Commissione europea, per valutare possibili violazioni della Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea.