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Papa Leone incontra in Vaticano le vittime di abusi del clero in Belgio

Papa Leone XIV
Papa Leone XIV Diritti d'autore  Alessandra Tarantino/Copyright 2022 The AP. All rights reserved
Diritti d'autore Alessandra Tarantino/Copyright 2022 The AP. All rights reserved
Di Euronews
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Il Pontefice ha incontrato sabato alcune delle vittime degli abusi su minori perpetrati dai membri del clero durante gli anni 2000. L'incontro con Leone XIV arriva un anno dopo il viaggio di Papa Francesco in Belgio

Papa Leone XIV ha incontrato sabato pomeriggio 15 persone provenienti dal Belgio, vittime di abusi da minori commessi da membri del clero.

L'incontro, durato quasi tre ore, si è svolto in un clima di "vicinanza, ascolto e dialogo, profondo e doloroso" e si è concluso con un momento di preghiera, come riferito dalla Sala Stampa della Santa Sede.

Il gruppo era accompagnato dalla Pontificia Commissione per la Tutela dei Minori, che collabora con la Chiesa belga sul tema. La Commissione aveva già incontrato il gruppo venerdì per proseguire un dialogo avviato a luglio.

Il precedente incontro con Papa Francesco

La maggior parte dei presenti aveva già incontrato Papa Francesco a settembre 2024, durante il suo viaggio apostolico in Belgio (presso la Nunziatura Apostolica di Bruxelles). In quell'occasione, le vittime avevano condiviso le loro storie e il loro dolore, esprimendo le loro aspettative sull'impegno della Chiesa.

Papa Francesco aveva ascoltato la loro sofferenza, esprimendo gratitudine per il loro coraggio e un sentimento di vergogna per quanto subito, prendendo nota delle loro richieste.

La storia dei casi di abusi su minori in Belgio

I casi di abusi sessuali su minori da parte di membri del clero in Belgio sono emersi con forza nel 2010 con la controversa "Operazione Calice", un'inchiesta giudiziaria che portò a perquisizioni negli archivi ecclesiastici e all'apertura di fascicoli che coinvolgevano numerosi sacerdoti e figure della Chiesa.

Questo scandalo rivelò un modello di abusi sistemici e un'evidente gestione inadeguata da parte della gerarchia, sfociata in un'ampia sfiducia pubblica. Il clamore mediatico e le indagini costrinsero la Chiesa a intervenire, portando alle dimissioni di figure di alto profilo, come il vescovo Roger Joseph Vangheluwe, e all'istituzione di organismi per l'ascolto e il risarcimento delle vittime, sebbene l'iter giudiziario sia spesso risultato frustrante per molte di loro a causa della prescrizione dei reati.

La risposta della Chiesa belga e della Santa Sede si è concentrata sul riconoscimento e sul dialogo. Sono state istituite commissioni per la protezione dei minori e sono stati offerti risarcimenti economici. A livello internazionale, il Belgio è stato teatro di una significativa battaglia legale presso la Corte Europea dei Diritti dell'Uomo (Cedu) riguardo la gestione dei casi e la questione dell'immunità giurisdizionale della Santa Sede.

La Cedu ha però dato ragione alle corti belghe nel riconoscere l'immunità alla Santa Sede, sbarrando di fatto alle vittime la strada per un maxi-processo internazionale sulla "politica del silenzio" attraverso la giurisdizione civile del Belgio.

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