Punto stampa alla Camera dei Deputati alla presenza del portavoce della Flotilla per l'Italia e il segretario della Cgil per fare il punto sulla missione umanitaria e sulle prossime proteste
Alle 13 di mercoledì si è tenuta alla Camera dei Deputati una conferenza stampa alla presenza di Maria Elena Delia, portavoce Global movement to Gaza Italia, Yazan Eissa del comitato direttivo della Gmtg; il segretario generale della Cgil Maurizio Landini; quello di Usb Guido Lutrario; per Cub, Antonio Amoroso; per i Cobas, Vincenzo Milucci; e Riccardo Noury, portavoce Amnesty International. Si è fatto il punto sulla situazione della Flotilla, le conseguenze per gli attivisti e le prossime azioni di protesta.
“Ci attendiamo contatto con le forze israeliane nelle prossime ore”
“Questa era la notte in cui ci saremmo aspettati di avere un'intercettazione, che non è avvenuta. C'e' stato un avvicinamento di altre barche ma non c'e' stato contatto. E' probabile che questo contatto" con le forze israeliane "avvenga nelle prossime ore perche' questo prevede" il loro protocollo di ingaggio.
Così Maria Elena Delia, portavoce Global movement to Gaza Italia intervenendo nel corso della conferenza stampa, alla Camera, sugli aggiornamenti della missione della Flotilla che in queste ore si sta avvicinando a Gaza.
Delia, facendo riferimento alle parole della Relatrice speciale dell’Onu per i diritti nei territori occupati palestinesi, Francesca Albanese intervenuta nella conferenza stampa della Gsf tenutasi qualche ora prima si sofferma sull’aspetto legale della vicenda.
“Siamo in una situazione surreale perchè se saremo intercettati e arrestati illegalmente sarà un atto di pirateria, fatto in acque internazionali” ha puntualizzato Delia.
“Le persone sulle barche meritano rispetto perché a fronte di un genocidio nessun governo ha osato agire”
“Ho sentito chiamare gli attivisti irresponsabili. Ma non ho mai sentito chiedere perché dovrebbero farsi male in acque internazionali. La risposta è che quando c'è Israele di mezzo le regole non valgono più. Nessuno prova a fare pressione affinché vengano rispettate le leggi".
"Le persone sulle barche meritano rispetto perché a fronte di un genocidio nessun governo ha osato agire - aggiunge - Noi dobbiamo chiedere alle istituzioni di essere responsabili perché il messaggio che stiamo dando e che non solo le leggi non sono uguali per tutti, ma così non esistono piu".
“Flotilla – Hamas? a noi non risulta”
La portavoce, risponde alle accuse dell’Idf secondo cui ci sarebbero le prove di un possibile legame tra la Flotilla e Hamas. “Sono stati molto abili, in quel contesto, - ha detto - a trovare questi foglietti di carta ma, in ogni caso, se ci saranno prove verranno portate agli organi di competenza e attenderemo".
Delia ha definito questi, dei veri e propri tentativi di diffamazione.”Non avendo altri elementi sostanziali è difficile contestare l'operazione senza trovare cose fantasiose che, però, se saranno verificate, noi le affronteremo, ma non mi risulta questo sia il caso".
“Sciopero generale se la Flotilla viene bloccata”
Presente alla conferenza stampa anche il segretario generale della Cgil Maurizio Landini che ha spiegato perché la Cgil in accordo con altri sindacati hanno scelto di ricorrere al diritto allo sciopero nel caso di blocco, sequestro o arresto dei membri dell’equipaggio della Flotilla.
'Quel blocco - spiega Landini - determinerebbe due questioni. La prima, un attentato alla sicurezza di chi è su quelle barche, un atto che in acque internazionali è un colpo all'ordine costituzionale fondato sulle carte dell'Onu e della convenzione di Ginevra. La seconda, dimostrerebbe un vero e proprio atto di guerra verso chi vuole fare una missione umanitaria e politica per affermare la pace e la democrazia”.
“La legge in presenza di queste due violazioni – ha aggiunto - permette la proclamazione in modo tempestivo''. ''E lo decideremo insieme (con le altre sigle sindacali) per mettere in campo tutto quello che è possibile in termini di mobilitazione''.
Eissa, Comitato direttivo Gsf: “Quanto sta accadendo a Gaza è l’ennesimo capitolo di un’occupazione illegale che dura 78 anni”
Tra i principali organizzatori della Global Sumud Flotilla, Yazan Eissa ricorda che quanto sta accadendo a Gaza è l’ennesimo capitolo di un’occupazione illegale che dura 78 anni.
“Oggi sono oltre 7 milioni i rifugiati palestinesi, non dimentichiamoci la Nakba e la storia così come i trattati internazionali”. Eissa riporta l’attenzione sulla storia e sulla risoluzione delle Nazioni Unite del 1948 “che affermava il diritto al ritorno per i rifugiati palestinesi, un diritto ancora oggi negato”.
“Nel 1949, fu istituita la quarta Convenzione di Ginevra per proteggere i civili sotto occupazione e i suoi principi fondamentali vengono violato quotidianamente in Palestina”. Eissa sottolinea come le risoluzioni adottate successivamente siano state ripetutamente violate fino ad oggi.
“Di recente anche la sentenza della Corte Internazionale di Giustizia nel 2024 - nota Eissa - ha dichiarato l’occupazione di Israele illegale, sentenza ancora oggi ignorata”.
“Proposta Trump non è via per la pace”
“Arroganza e impunità sono le ragioni di questa violenza. I governi bypassano le leggi, prendendo le parti del potere economico. La visione del Greater Israel è un programma di pulizia etnica e genocidio delle comunità indigene”.
E attacca anche il piano di pace proposto da Trump, definendolo “Un modo per consolidare la colonizzazione a Gaza e garantire guerre future nella regione, condanno i governi tra cui l’Italia che la sostengono”.
“Quando un movimento con la Gsf, chiede l’applicazione del diritto internazionale, conclude Eissa “Veniamo definiti radicali ed estremisti. Noi chiediamo solo l’applicazione di quelle leggi già citate, che valgono per tutti, non solo per pochi”.