Nel suo consueto discorso radiofonico del venerdì, il primo ministro ungherese si è schierato a favore del presidente americano Donald Trump, citando un caso controverso del 2023 che le autorità investigative attribuiscono ad attivisti di sinistra stranieri
Il primo ministro ungherese Viktor Orbán è stato interrogato sulla dichiarazione di Donald Trump riguardo alla messa al bando dell'organizzazione Antifa da parte dello stesso presidente americano. "Sono contento della decisione assunta - ha risposto il capo del governo di Budapest - e cercherò di fare lo stesso in Ungheria".
"L'Antifa - ha aggiunto - è una vera e propria organizzazione terroristica. Sono venuti anche in Ungheria, hanno picchiato persone per strada, alcuni li hanno lasciati quasi morti, poi sono diventati membri del Parlamento europeo e da lì ci danno lezioni sullo stato di diritto. Complimenti. Questo è inaccettabile. Penso che sia giunto il momento anche in Ungheria di classificare questi gruppi, come l'Antifa, seguendo l'esempio americano, come terroristici".
Gli scontri a Budapest e le vicende di Ilaria Salis e Maia T.
Nel febbraio 2023, un gruppo di persone con il volto coperto da maschere ha attaccato e picchiato a Budapest delle persone che credevano fosse lì per partecipare alla Giornata dell'Onore, un evento commemorativo frequentato solitamente da estremisti di destra ungheresi e tedeschi. La cerimonia ricorda il tentativo suicida di fuga dell'esercito tedesco e dei suoi alleati ungheresi dall'assedio sovietico di Budapest alla fine della Seconda Guerra Mondiale.
Gli attacchi sono stati registrati da telecamere di sicurezza, ma la polizia non ha arrestato nessuno subito dopo i crimini. Solo successivamente, è stata arrestata l'attivista italiana di sinistra Ilaria Salis a Budapest e sono state mosse accuse contro di lei. Un altro imputato, la tedesca Maia T., è stata estradata in Ungheria in circostanze controverse, e il suo processo è ancora in corso. Altri otto sospettati si sono consegnati in Germania, ma non sono stati estradati in Ungheria.
Ilaria Salis è stata eletta deputata al Parlamento europeo nel 2024, e le autorità ungheresi hanno dovuto rilasciarla. Il 22 settembre, la Commissione Giuridica del Parlamento Europeo deciderà sulla revoca della sua immunità. Orbán si riferiva a lei quando parlava dell'Antifa che critica l'Ungheria dal Parlamento Europeo.
Tajani: "Abbiamo idee molto diverse, ma non credo che Salis sia una terrorista"
Sia Salis che Maia T., che è sotto processo in Ungheria, hanno protestato vivamente contro le condizioni della loro detenzione, sebbene queste non differiscano dallo standard delle carceri ungheresi. Entrambe affermano che il procedimento a loro carico è motivato politicamente e negano la loro colpevolezza. L'ufficio ungherese di Euronews ha contattato l'avvocato ungherese di Maia T., ma non ha ricevuto risposta.
La nostra redazione si è anche rivolta a organizzazioni civili ungheresi che solitamente offrono assistenza legale contro abusi e soprusi governativi, ma hanno dichiarato di non conoscere i dettagli del caso e quindi di non poter commentare. Informalmente, tuttavia, si percepisce che le Ong, di solito molto attive in altri casi, non hanno preso posizione a favore degli imputati a causa della natura particolarmente violenta dei reati e delle accuse ben documentate da parte delle autorità ungheresi.
Prima dell'elezione di Salis al Parlamento europeo, secondo informazioni non confermate, anche Giorgia Meloni avrebbe interceduto presso Orbán in suo favore, senza però ottenere risultati concreti. Il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha dichiarato ai giornalisti: "Non posso commentare le decisioni di altri Stati, ma non credo che Salis sia una terrorista. Le nostre convinzioni politiche sono molto diverse, è sotto processo, ma non penso che sia una terrorista".
I temi "importati" in Ungheria dagli Stati Uniti
L'iniziativa di Orbán contro l'Antifa può essere interpretata come parte della propaganda politica in Ungheria, dato che il governo di Budapest non di rado "importa" temi dagli Stati Uniti. In Ungheria non esiste un visibile attivismo di sinistra, in particolare di estrema sinistra, come dimostra l'unico caso di violenza reale legato a stranieri. Orbán può quindi schierarsi ancora una volta con Trump, classificando l'Antifa come organizzazione terroristica, nonostante i contorni giuridici siano vaghi, mentre lui e il suo governo ignorano da giorni gli appelli della stessa Casa Bianca affinché i membri della Nato rinuncino al petrolio russo.
Nel contesto va ricordato che anche in Ungheria ha suscitato scalpore l'omicidio di Charlie Kirk, che Orbán Viktor e i suoi alleati vedono come un'ulteriore prova della violenza della sinistra. E, in senso più ampio, dei loro avversari politici.
Tuttavia, le autorità ungheresi non appaiono critiche allo stesso modo nei confronti di tutti i tipi di violenza politica: nel 2023, l'ex presidente Katalin Novák aveva concesso la grazia a diversi attivisti di estrema destra precedentemente condannati per aver picchiato persone e compiuto attentati alla fine degli anni Duemila. Novák è stata poi costretta a dimettersi per aver concesso la grazia a un complice di un reato di pedofilia.