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Gaza, spari sui civili in cerca di aiuti: le confessioni di due contractor

Una foto delle foto da un contractor americano
Una foto delle foto da un contractor americano Diritti d'autore  AP Photo
Diritti d'autore AP Photo
Di Evelyn Ann-Marie Dom Agenzie: AP
Pubblicato il Ultimo aggiornamento
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Due contractor impiegati dalla UG Solutions hanno ammesso all'agenzia AP, parlando coperti da anonimato, i metodi utilizzati per garantire la "sicurezza" presso i siti di distribuzione di aiuti umanitari della Ghf nella Striscia di Gaza

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Le ditte appaltatrici americane incaricate di sorvegliare i siti di distribuzione di aiuti nella Striscia di Gaza hanno usato munizioni vere, granate stordenti e spray al peperoncino contro i palestinesi alla disperata ricerca di cibo, acqua e generi di prima necessità. Ad ammetterlo sono state due persone impiegate sul posto, che hanno accettato di parlare all'Associated Press (AP) a condizione di mantenere l'anonimato.

Munizioni vere, granate stordenti e spray al peperoncino anche quando non c'è alcuna minaccia

I contractor in questione, impiegati dalla UG Solution (subappaltatore americano incaricato di assumere personale per la sicurezza nei siti di distribuzione della Gaza Humanitarian Foundation, la Ghf), hanno fornito all'AP testimonianze, video, rapporti interni e messaggi testuali. I filmati sono stati verificati dall'agenzia di stampa, che è riuscita anche a geolocalizzarli, grazie a immagini aeree. Alcuni esperti regionali hanno confermato le verifiche.

Nei video si vedono palestinesi stretti tra cancelli di metallo, che si abbassano al suono degli spari e si allontanano avvolti dal fumo delle granate stordenti. Gli appaltatori hanno affermato che munizioni vere, granate stordenti e spray urticanti vengono usati in quasi tutti i siti di distribuzione di aiuti, anche quando non c'è alcuna minaccia per la sicurezza. Uno di loro ha affermato che i proiettili vengono sparati regolarmente in tutte le direzioni, anche verso i richiedenti aiuto.

Una delle immagini scattate da un contractor americano mostra una donna colpita da una scheggia di granata mentre cercava aiuti umanitari
Una delle immagini scattate da un contractor americano mostra una donna colpita da una scheggia di granata mentre cercava aiuti umanitari AP Photo

Una foto condivisa da uno dei contractor mostra una donna su un carro trainato da un asino dopo essere stata colpita alla testa da una scheggia di granata stordente. In uno dei video, si sente un appaltatore americano che afferma di aver organizzato l'arrivo di un carro armato israeliano come "dimostrazione di forza" per disperdere i palestinesi: "Ma ho detto loro di restare lì. Non voglio che sia troppo aggressivo", aggiunge la persona in questione.

In un altro video, si vedono gli uomini delle ditte appaltatrici in piedi in cima a un cumulo di terra e, dopo una serie di spari, si sentono voci fuori campo che esultano e dicono "Penso che ne hai colpito uno" e poi "Diavolo, sì, ragazzo!". La persona che ha filmato il video ha dichiarato all'AP che gli altri hanno inizialmente sparato nel tentativo di disperdere la folla, ma poi hanno continuato a farlo deliberatamente, in direzione dei palestinesi che avevano raccolto i loro aiuti e stavano solo lasciando il sito.

Le immagini sono state analizzate e convalidate grazie al raffronto con fotografie satellitari
Le immagini sono state analizzate e convalidate grazie al raffronto con fotografie satellitari Planet Labs via AP

Sebbene il video non mostri chi ha sparato o chi è stato colpito, l'uomo ha affermato di aver visto altri sparare ai palestinesi a circa 55 metri di distanza e di aver visto un civile cadere a terra.

Le due persone che hanno deciso di parlare hanno dichiarato di averlo fatto perché disturbati da ciò che hanno visto accadere e di considerare queste pratiche "pericolose" e "irresponsabili": "Ci sono persone innocenti ferite in modo grave. Inutilmente". Durante una singola distribuzione di aiuti a giugno, gli addetti alla sicurezza hanno usato 37 granate stordenti, 22 proiettili di gomma, fumo "scat shall" e 60 bombolette di spray al peperoncino, come rivelato da comunicazioni interne.

Le polemiche sulla Gaza Humantarian Foundation

La Gaza Humantarian Foundation è un'organizzazione umanitaria sostenuta da Stati Uniti e Israele. La fondazione è stata oggetto di polemiche quasi continue già prima di iniziare la distribuzione degli aiuti, quando il suo direttore fondatore, Jake Wood, ha rassegnato le dimissioni, esprimendo preoccupazioni sull'imparzialità e l'efficacia dell'organizzazione stessa.

A marzo Israele ha disposto un blocco generalizzato degli aiuti a Gaza, che ha impedito l'ingresso di cibo, acqua e medicinali nella Striscia. Il gruppo di miliziani Hamas avrebbe rubato gli aiuti trasportati nell'ambito del sistema preesistente coordinato dalle Nazioni Unite. Ma queste ultime, così come le altre organizzazioni umanitarie, hanno negato che Hamas abbia mai sottratto gli aiuti e si sono rifiutate di lavorare con la Ghf, sostenendo che viola i principi umanitari fondamentali. Hanno anche sottolineato che, a differenza della Ghf, il loro sistema di distribuzione degli aiuti non prevedeva guardie armate.

Ai giornalisti è vietato da Israele di riferire da Gaza, pertanto le testimonianze dei due contractor statunitensi forniscono un raro spaccato del processo di distribuzione degli aiuti. Le testimonianze sono anche in netto contrasto con quanto affermato finora dalla Ghf e dai suoi subappaltatori.

Il personale sembra avere "carta bianca"

"Il nostro processo di reclutamento e formazione è ampio", ha affermato UG Solution, aggiungendo che al momento delle candidature si opera un accurato "screening da parte di esperti, controlli sulle referenze, controlli sui precedenti e sulla conoscenza delle armi". Tuttavia, i due contractor anonimi hanno affermato che il personale per la sicurezza assunto era spesso non qualificato, non sottoposto a controlli, pesantemente armato e sembrava avere carta bianca per fare ciò che voleva.

Hanno anche ammesso che si è trattato di un'implementazione estremamente affrettata. Secondo le due fonti, alcuni uomini erano stati reclutati solo pochi giorni prima via e-mail, molti senza esperienza di combattimento né addestramento adeguato.

Palestinesi in cerca di aiuti distribuiti dalla Gaza Humanitarian Foundation a Rafah, il 9 giugno scorso
Palestinesi in cerca di aiuti distribuiti dalla Gaza Humanitarian Foundation a Rafah, il 9 giugno scorso AP Photo

I due uomini hanno aggiunto che nessuno sarebbe stato sottoposto a test per verificare se fosse in grado di maneggiare un'arma in modo sicuro e che, a causa della fretta, non tutti erano in grado di "azzerare" la propria arma, cioè di regolarla personalmente per garantire una mira corretta. Gli esperti militari avvertono che senza tale procedura l'uso di un'arma comporta un rischio significativo.

Un altro contractor incaricato della logistica, la Safe Reach Solutions (Srs), avrebbe fornito al personale le regole di ingaggio solo tre giorni dopo l'inizio della distribuzione degli aiuti. Il documento avrebbe consentito l'uso di armi non letali in situazioni estreme su individui disarmati e fisicamente violenti, e l'uso della forza letale, ma solo se assolutamente necessario.

La Srs ha riconosciuto di avere a che fare con popolazioni numerose e affamate, ma ha affermato che l'ambiente è sicuro e controllato e che garantisce che le persone possano accedere agli aiuti in modo sicuro. Tuttavia, un rapporto interno della società ha rilevato che civili sono stati feriti in un terzo delle distribuzioni avvenute in un periodo di due settimane a giugno.

Palazzi distrutti a Gaza City, il 3 luglio
Palazzi distrutti a Gaza City, il 3 luglio AP Photo

L'esercito israeliano respinge ogni addebito

Dal lancio della Ghf, i palestinesi hanno spesso denunciato che le truppe israeliane hanno aperto il fuoco contro la folla che attraversava le zone militari per raggiungere i punti di distribuzione. Queste testimonianze sono state supportate da fonti ospedaliere locali, che hanno riferito che centinaia di persone sono state uccise o ferite in tali occasioni.

L'esercito israeliano afferma, come sempre, di aver sparato solo colpi di avvertimento nel tentativo di controllare la folla e ha negato di aver sparato direttamente contro i richiedenti aiuto. La Srs dichiara anche che Hamas avrebbe minacciato sia gli operatori umanitari che i civili che ricevono gli aiuti, ma uno dei contractor statunitensi ha affermato di non aver mai ricevuto minacce.

Nel frattempo, almeno 82 palestinesi sono stati uccisi nella notte e nella giornata di giovedì da attacchi aerei e sparatorie israeliane, secondo quanto indicato dal ministero della Sanità di Gaza.

Questa cifra include 38 persone che erano in attesa di aiuti umanitari. Cinque di loro sono stati uccisi all'esterno di siti legati alla Ghf e altri 33 sono stati uccisi in attesa di camion di aiuti in altre località della Striscia.

Video editor • Lucy Davalou

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