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Gaza: Israele apre il fuoco su civili in fila per gli aiuti

Palestinesi trasportano cibo e aiuti umanitari scaricati da un convoglio del Programma alimentare mondiale diretto a Gaza City, nel nord della Striscia di Gaza, lunedì 16 giugno 2025.
Palestinesi trasportano cibo e aiuti umanitari scaricati da un convoglio del Programma alimentare mondiale diretto a Gaza City, nel nord della Striscia di Gaza, lunedì 16 giugno 2025. Diritti d'autore  AP Photo/Jehad Alshrafi
Diritti d'autore AP Photo/Jehad Alshrafi
Di Evelyn Ann-Marie Dom
Pubblicato il
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Almeno 25 palestinesi uccisi e 146 feriti dopo che l’esercito israeliano ha aperto il fuoco su una folla in attesa di aiuti a Nuseirat, nel centro di Gaza

Un nuovo episodio drammatico ha colpito la Striscia di Gaza martedì, quando le forze israeliane hanno aperto il fuoco vicino a centinaia di civili palestinesi che attendevano i camion di aiuti umanitari nel campo profughi di Nuseirat, nel centro della regione. Secondo i dati forniti dagli ospedali locali, almeno 25 persone sono rimaste uccise e 146 sono state ferite, 62 delle quali in condizioni critiche. I feriti più gravi sono stati trasferiti in strutture ospedaliere più attrezzate nel centro di Gaza.

Testimoni oculari hanno riferito che droni israeliani sorvolavano l’area prima che iniziasse un’intensa sparatoria proveniente sia dai droni stessi sia dai carri armati. Le scene descritte sono di puro panico: "caotiche e sanguinose", secondo un sopravvissuto, mentre la folla disperata cercava di fuggire nella confusione generale. L'esercito israeliano, al momento, non ha rilasciato dichiarazioni ufficiali sull'accaduto.

Crisi e militarizzazione degli aiuti

L’episodio si inserisce in un contesto già segnato da sofferenze estreme. Dall'inizio delle operazioni della Gaza Humanitarian Foundation (Ghf) – un’iniziativa per la distribuzione degli aiuti sostenuta da Israele e Stati Uniti – il 27 maggio, sono oltre 410 i palestinesi uccisi in situazioni legate alla distribuzione del cibo, secondo l’Ufficio per i diritti umani delle Nazioni Unite.

Il portavoce dell'Onu Thameen Al-Kheetan, parlando da Ginevra, ha denunciato apertamente: “L'armamento del cibo per i civili... costituisce un crimine di guerra”. Ha poi aggiunto che i palestinesi “continuano ad affrontare la scelta disumana di morire di fame o di rischiare di essere uccisi mentre cercano di procurarsi il cibo”.

Denunce internazionali e accuse all’apparato di distribuzione

Il meccanismo stesso con cui Israele consente l’ingresso degli aiuti nella Striscia è finito al centro delle critiche. Philippe Lazzarini, commissario dell’Unrwa, l’agenzia Onu per i rifugiati palestinesi, ha definito la distribuzione degli aiuti imposta da Israele un "abominio che umilia e degrada persone disperate". Durante un discorso a Berlino, Lazzarini ha affermato: “È una trappola mortale che costa più vite di quante ne salvi”.

Israele ha ribadito che il controllo stretto sugli aiuti è necessario per impedire ad Hamas di impossessarsene e utilizzarli per rafforzare la propria posizione militare. Tuttavia, le ripetute segnalazioni di fuoco aperto contro folle affamate e disperate mettono in discussione la compatibilità di queste pratiche con il diritto internazionale.

L’Onu chiede chiarezza e accesso umanitario senza ostacoli

A fronte dell’ennesimo episodio letale, le Nazioni Unite hanno invocato “un’indagine urgente e imparziale” per chiarire le responsabilità dietro le morti dei civili. L’organizzazione internazionale ha inoltre esortato Israele a garantire pieno accesso agli aiuti e a rispettare i principi umanitari sanciti dal diritto internazionale.

Mentre la comunità internazionale osserva con crescente preoccupazione, la popolazione civile di Gaza continua a vivere sotto assedio, in un equilibrio sempre più fragile tra sopravvivenza e disperazione.

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