Il segretario generale dell'Alleanza militare è stato ricevuto dal premier britannico Keir Starmer e ha tenuto poi un discorso in cui ha chiesto un aumento del 400 per cento nelle difese aree e missilistiche per fare fronte a un futuro attacco della Russia. Critiche da Mosca
La Nato "ha bisogno di un aumento del 400 per cento della difesa aerea e missilistica per mantenere una deterrenza credibile", ha affermato il segretario generale, Mark Rutte, intervenendo lunedì alla Chatham House a Londra.
Rutte ha auspicato un "salto quantico" nella sicurezza collettiva, avvertendo che le minacce che incombono sull'alleanza "non scompariranno nemmeno quando la guerra in Ucraina finirà".
Per il segretario della Nato, che ha incontrato anche il premier Keir Starmer a Downing Street, "la Russia potrebbe essere pronta a usare la forza militare contro la Nato entro cinque anni" e gli eserciti europei "hanno bisogno di migliaia di veicoli blindati e carri armati e di milioni di proiettili di artiglieria in più".
Rutte a Londra alla vigilia del vertice annuale della Nato all'Aia
La visita del segretario generale avviene a una settimana dalla presentazione della Strategic Defence Review del Regno Unito, che segna un cambiamento della capacità combattimento e una politica di difesa “Nato first”, e a pochi giorni dal vertice annuale dell'Alleanza Atlantica il 24-25 giugno nei Paesi Bassi.
Rutte ha prima visitato a Sheffield una fabbrica di armamenti insieme con il ministro della Difesa britannico, John Healey, e poi incontrato il premier Starmer per discutere dell'aumento degli investimenti nel settore della difesa e del sostegno all'Ucraina.
L'impegno sul "percorso irreversibile dell'Ucraina verso l'ingresso nella Nato è confermato e continuerà ad esserlo anche dopo il vertice" dell'Aia e l'eventuale "presenza o meno nelle conclusioni finali non è rilevante", ha detto l'ex primo ministro olandese in seguito nel discorso alla Chatam House.
Quanto alla guerra in corso Rutte, che in settimana sarà in Italia, ha dichiarato che "il presidente Putin non si comporta come qualcuno interessato alla pace" e il suo Paese con una "economia da 2 trilioni", 25 volte più piccola di quella combinata dei membri Nato, "produce quattro volte più munizioni di quelle prodotte dall'intera Nato al momento".
"In Ucraina abbiamo visto come la Russia porta il terrore dall'alto, quindi rafforzeremo lo scudo che protegge i nostri cieli", ha detto Rutte che si attende dal vertice dell'Aia l'impegno da parte dei 32 Paesi dell'Alleanza a spendere il 5 per cento del Pil in difesa e sicurezza.
La risposta di Mosca non si è fatta attendere. "Ora l'Alleanza atlantica, dopo aver gettato via ogni maschera, sta dimostrando in modo palese la sua essenza di strumento di aggressione e di scontro", ha detto il portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov, secondo l'agenzia Tass.
L'impegno di Regno Unito e membri Nato per spendere più del 2% in difesa
Il segretario generale della Nato ha proposto un 3,5 per cento in spese militari e un altro 1,5 per "spese legate alla difesa", come le infrastrutture per i trasporti militari.
Il nuovo obiettivo risponde alle richieste avanzate da tempo dagli Stati Uniti, il cui presidente Donald Trump ha ripetutamente criticato come inadeguato l'obiettivo del 2 per cento attualmente in vigore per l'Alleanza.
L'obiettivo è stato concordato in un vertice del 2014 e attualmente solo 22 Paesi membri lo raggiungono o lo superano. Solo la Polonia è già oltre il nuovo parametro del 3,5 per cento.
Varsavia investe il 4,32 per cento del proprio bilancio in difesa facendo ancora meglio degli Stati Uniti, che destinano alle spese militari il 3,4 per cento del Pil.
Nel Regno Unito, Starmer si è impegnato ad aumentare la spesa per la difesa del Paese al 2,5 per cento del Pil il e al 3 entro il 2034.
La scorsa settimana, il governo britannico ha presentato un piano per la costruzione di 12 nuovi sottomarini d'attacco e sei fabbriche di munizioni, segnando la più ampia revisione delle difese britanniche in più di tre decenni.
Anche la Germania ha promesso un aumento sostanziale delle spese militari per il 2025, dopo avere approvato un emendamento costituzionale che esenta le spese per la difesa che superano l'1 per cento del PIL dal freno al debito del Paese.