La Gaza humanitarian foundation, creata da Israele e Stati Uniti per gestire la distribuzione degli aiuti nella Striscia, ha perso il controllo della situazione quando i suoi hub sono stati invasi da decine di migliaia di palestinesi. L'esercito israeliano ha sparato sulla folla per disperderla
Almeno 47 palestinesi sono rimasti feriti martedì durante la prima giornata di distribuzione di cibo e altri beni essenziali da parte della Gaza humanitarian foundation, la criticata ong incaricata da Israele e Stati Uniti di controllare la nuova gestione degli aiuti umanitari nella Striscia.
Secondo diverse testimonianze e alcuni video circolati online, agli unici due punti di distribuzione aperti, entrambi nella periferia di Rafah, si sono presentate decine di migliaia di persone e in uno dei due hub la situazione è rapidamente degenerata a causa della calca.
La folla ha distrutto le recinzioni che la separavano dalle scorte e il personale della Ghf è scappato. A quel punto i soldati dell'esercito israeliano hanno iniziato a sparare per far disperdere la folla. Un giornalista di Associated Press presente sul luogo ha detto che gli spari venivano da soldati di terra, da carri armati e da un elicottero che volava sopra l’area.
Successivamente le operazioni di distribuzione sono riprese.
Ajith Sunghay, capo dell'Ufficio delle Nazioni Unite per i diritti umani nei territori palestinesi, ha dichiarato ai giornalisti a Ginevra che sembra che il fuoco dell'esercito israeliano abbia causato la maggior parte dei feriti.
Israele non ha ancora commentato gli sviluppi. Ha dichiarato di aver sparato "colpi di avvertimento" vicino all'hub per riprendere il controllo della situazione, ma di non avere sparato sulla folla.
Ghf: distribuite ottomila scatole
Gli abitanti di Gaza sono stati sottoposti a un rigido blocco israeliano: per quasi tre mesi Tel Aviv ha impedito l'ingresso di qualsiasi tipo di rifornimento, portando la popolazione sull'orlo della carestia.
Alcuni dei presenti sul posto hanno riferito all'Ap che centinaia di migliaia di persone hanno percorso diversi chilometri per raggiungere l'hub, passando attraverso le vicine postazioni militari.
Nel pomeriggio il centro era sovraccarico e sono scoppiati disordini con persone che hanno abbattuto le recinzioni e si sono impossessate delle scorte. Gli operatori del centro hanno abbandonato le loro postazioni, ha dichiarato la fondazione.
"In un momento del tardo pomeriggio, il volume di persone al (centro di distribuzione) è stato tale che il team del Ghf ha ripiegato per consentire a un piccolo numero di palestinesi di Gaza di prendere gli aiuti in modo sicuro e disperdersi", ha spiegato l'organizzazione in un comunicato.
"È stato il caos", ha detto Ahmed Abu Taha, che ha raccontato di aver sentito degli spari e di aver visto aerei militari israeliani sopra le sue teste. "La gente era nel panico".
Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha riconosciuto che c'è stata una "perdita di controllo momentanea" durante la distribuzione di cibo in un discorso di martedì sera, ma ha detto che è stata "riportata sotto controllo".
Secondo quanto riferito, la maggior parte delle persone è rimasta a mani vuote dopo aver visitato il centro. Ghf ha detto di avere distribuito ottomila scatole contenenti prodotti come riso, farina, pasta, biscotti, olio d’oliva, fagioli in scatola e zucchero. Dovrebbero equivalere a 462mila pasti.
Due persone presenti hanno detto ad Ap che, prima di ricevere una scatola di cibo, ogni persona è stata perquisita e sottoposta a scansione facciale.
Le scene di martedì sembrano confermare i timori dei gruppi umanitari internazionali, che avevano preannunciato che la Gaza humanitarian foundation sarebbe stata impreparata a soddisfare la domanda di cibo nella Striscia di Gaza, che conta oltre due milioni di abitanti.
Il portavoce delle Nazioni Unite Stéphane Dujarric ha definito le scene "strazianti" e ha detto che la vista della folla che si precipita a prendere gli aiuti è sconvolgente, soprattutto quando le Nazioni Unite e i loro partner hanno un "piano dettagliato, basato su principi e operativamente valido" per distribuire gli aiuti nell'enclave in modo sicuro.
Secondo il piano di Israele, infatti, l'organizzazione dovrebbe sostituire completamente la capillare rete di distribuzione dei rifornimenti finora formata da quattrocento siti sparsi in tutta la Striscia gestiti da circa duecento ong internazionali.
I siti di distribuzione previsti dalla Ghf sono invece soltanto quattro, tutti concentrati nel sud della Striscia.