Nell'accordo tra Israele e Hamas sono state concordate misure che "agevolano l'ingresso di macchinari pesanti, rimorchi e materiali edili" nella Striscia di Gaza
Saranno sei gli ostaggi israeliani detenuti da 500 giorni nella Striscia di Gaza che sabato torneranno dalle loro famiglie. L'accordo tra Israele e Hamas per il loro rilascio è stato raggiunto durante i colloqui in corso al Cairo.
Nella lista dell'organizzazione palestinese entreranno anche Avera Mengistu e Hisham al-Sayed, due israeliani prigionieri da oltre un decennio. A renderlo noto è stato Khalil Al Hayya, dirigente leader di Hamas a Gaza.
A restare nella Striscia saranno altri 59 ostaggi, tra cui almeno 28 morti.
La liberazione dei sei è stata confermata dall'ufficio del primo ministro israeliano Benjamin Natanyahu. Secondo il Jerusalem Post, nell'ambito dell'accordo Israele si è impegnato a consentire l'ingresso a Gaza di carovane e attrezzature pesanti, in modo graduale e controllato. Ma solo una volta che Hamas avrà rispettato la promessa a restituire gli ostaggi pattuiti.
Hamas: giovedì consegneremo i corpi di quattro israeliani
Hamas ha annunciato che oltre a liberare i sei ostaggi vivi sabato, giovedì consegnerà i corpi di quattro israeliani, fra cui la "famiglia Bibas".
Shiri Bibas, 32 anni al momento del rapimento (ora 33), e i suoi due figli, Ariel di 4 anni (ora 5) e Kfir di 9 mesi (ora 2), sono stati rapiti da Hamas nella loro casa nel kibbutz Nir Oz il 7 ottobre 2023.
A novembre dello stesso anno Hamas ha affermato che i due fratellini Bibas erano stati uccisi insieme alla madre in un attacco aereo israeliano. Il marito e padre dei bambini Yarden Bibas è stato liberato il primo febbraio nell'ambito del quarto scambio di ostaggi e detenuti tra Israele e Hamas.
Kfir era il più giovane dei 240 ostaggi israeliani portati a Gaza. Circa 180 dei 400 residenti del kibbutz sono stati uccisi o rapiti il 7 ottobre di un anno e mezzo fa. I genitori di Shiri Bibas, Margit Shnaider Silberman e Yosi Silberman, residenti da lungo tempo a Nir Oz, sono rimasti uccisi durante l'attacco.
500 giorni dal 7 ottobre: famiglie degli ostaggi manifestano in Israele
A cinquecento giorni dall'inizio della guerra tra Hamas e Israele, le famiglie degli ostaggi e attivisti israeliani sono scesi in piazza lunedì a Gerusalemme e a Tel Aviv, e in altre parti di Israele, per chiedere la liberazione di chi è ancora detenuto nella Striscia di Gaza.
Osservando un digiuno fino alle 20, le famiglie hanno manifestato sotto la residenza del primo ministro israeliano a Gerusalemme per poi dirigersi verso la Knesset, il Parlamento israeliano. La polizia è intervenuta a Gerusalemme per smantellare una protesta accanto alla Knesset, dove alcuni manifestanti seduti in cerchio chiedevano il rilascio immediato degli ostaggi.