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Ius soli, negli Stati Uniti un giudice sospende il decreto esecutivo di Donald Trump

Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump
Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump Diritti d'autore  Ben Curtis/Copyright 2025 The AP. All rights reserved
Diritti d'autore Ben Curtis/Copyright 2025 The AP. All rights reserved
Di Andrea Barolini & AP
Pubblicato il Ultimo aggiornamento
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Secondo il giudice che ha disposto la sospensione, l'ordine esecutivo di Donald Trump che cancella lo ius soli "è palesemente incostituzionale"

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Un giudice federale di Seattle ha bloccato temporaneamente l'ordine esecutivo firmato da Donald Trump con cui si cancella lo ius soli: il diritto di cittadinanza in funzione della nascita.

Il giudice ha definito il provvedimento "palesemente incostituzionale" durante la prima udienza nell'ambito di un procedimento avviato per contestare la decisione del nuovo presidente.

Già cinque le azioni legali avviate da 22 Stati americani

La decisione è stata assunta dal giudice John Coughenour, che ha anche ripetutamente interrotto un avvocato del dipartimento di Giustizia, Brett Shumate, durante il dibattimento.

A chiedere lo stop temporaneo all'ordine esecutivo sono state gli Stati di Arizona, Illinois, Oregon e Washington. Si tratta del primo provvedimento assunto da Trump ad essere stato sottoposto al giudizio di un tribunale. Ma sono già cinque le azioni legale avviate da 22 Stati e da diverse organizzazioni che si occupano di difendere i diritti dei migranti.

Coughenour ha sottolineato di essere da più di quarant'anni al lavoro e di non ricordare di aver visto un altro caso in cui la normativa contestata fosse così palesemente incostituzionale. Shumate ha replicato spiegando di non condividere tale orientamento.

L'ordine esecutivo di Trump, firmato il giorno dell'inaugurazione, dovrebbe entrare in vigore il 19 febbraio.

Secondo una delle cause, potrebbe avere un impatto su centinaia di migliaia di persone nate negli Stati Uniti. Nel 2022, ci sono state circa 255mila nascite di bambini da madri che vivono nel Paese illegalmente. Ma secondo l'amministrazione Trump non si tratta di un provvedimento retroattivo, bensì applicato solo alle persone che nasceranno dopo l'entrata in vigore.

Cosa dicono la Costituzione degli Stati Uniti e la giurisprudenza

Tuttavia, al centro della contestazione c'è il fatto che il 14esimo emendamento della Costituzione americana garantisce la cittadinanza alle persone nate negli Stati Uniti.

Inoltre, gli Stati interpretano l'emendamento in questo modo da un secolo. Il testo indica in effetti che "tutte le persone nate o naturalizzate negli Stati Uniti e soggette alla loro giurisdizione sono cittadini degli Stati Uniti e dello Stato in cui risiedono”.

L'ordine di Trump afferma invece che i figli di non cittadini non sono soggetti alla giurisdizione degli Stati Uniti e ordina alle agenzie federali di non riconoscere la cittadinanza ai bambini che non hanno almeno un genitore cittadino.

C'è anche un precedente nella giurisprudenza statunitense: un caso dibattuto nel 1898.

La Corte Suprema stabilì all'epoca che Wong Kim Ark, nato a San Francisco da migranti cinesi, era cittadino statunitense proprio perché nato nel Paese.T

uttavia, c'è chi sostiene che quel caso sia diverso poiché riguardava persone entrate in modo regolare negli Usa. Discorso diverso varrebbe per chi invece è riuscito a raggiungere il territorio americano in modo non conforme alla normativa.

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