Mercoledì sera altri due palestinesi sono stati uccisi dalle forze israeliane a Jenin perché ricercati per l'omicidio dei tre israeliani nell'attacco a Funduq. Nella notte l'Idf ha poi arrestato almeno 22 persone. Giovedì Israele ha ordinato l'evacuazione dal campo profughi di Jenin
Mentre a Gaza i combattimenti si sono per ora fermati, in Cisgiordania le forze israeliane hanno ucciso due persone e ne hanno arrestate almeno altre 22, nell'ambito dell'offensiva militare "Muro di ferro".
Secondo quanto riporta l'Idf, i due uomini uccisi nello scontro a fuoco con i militari israeliani nel villaggio cisgiordano di Burqin sono militanti palestinesi, responsabili dell'attacco in cui sono rimasti uccisi tre israeliani a Funduq il 6 gennaio scorso.
Hamas ha rilasciato una dichiarazione in cui afferma che i due uomini erano membri del suo braccio armato.
Finora sono almeno 13 i palestinesi uccisi dall'inizio dell'operazione israeliana.
Almeno 22 arresti, Israele dispone evacuazione: Jenin sotto assedio
Gli arresti sono stati invece effettuati tra la notte di mercoledì e la mattina di giovedì nei governatorati di Hebron, Nablus, Tulkarem, Ramallah e Gerusalemme, secondo quanto riferito dall'agenzia di stampa palestinese Wafa, che cita il Prisoners Club e la Palestinian Prisoners Affairs Authority. "Le forze di occupazione stanno continuando le loro operazioni militari nel governatorato di Jenin e stanno arrestando decine di cittadini, accompagnati da esecuzioni sul campo, abusi e distruzione di infrastrutture, vandalismo e distruzione delle case dei cittadini", ha scritto l'agenzia.
Centinaia di persone giovedì hanno poi iniziato ad abbandonare il campo profughi di Jenin dopo l'ordine di evacuazione israeliano. A renderlo noto è il governatore della città Kamal Abu al-Roub. "Centinaia di residenti del campo hanno iniziato ad andarsene dopo che l'esercito israeliano, tramite megafoni montati su droni e veicoli militari, ha ordinato loro di evacuare", ha dichiarato al-Roub.
Sempre secondo la Wafa, le truppe israeliane hanno chiuso gli ingressi del campo e stanno ora imponendo un assedio serrato.
La revoca delle sanzioni ai coloni israeliani, Netanyahu alle prese con l'estrema destra
La nuova ondata di violenza in Cisgiordania arriva mentre il premier israeliano Benjamin Netanyahu sta affrontando la pressione interna dei suoi alleati di estrema destra dopo aver accettato la tregua e lo scambio di ostaggi con Hamas.
I palestinesi considerano queste operazioni e l'espansione degli insediamenti come un modo per consolidare il controllo israeliano sulla Cisgiordania, dove tre milioni di palestinesi vivono sotto un dominio militare israeliano apparentemente senza limiti.
Nel frattempo, il neo-presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha revocato le sanzioni dell'amministrazione Biden contro i coloni israeliani accusati di violenze nel territorio. È noto che Netanyahu ha sollevato la questione con Trump prima del suo insediamento.
Più di mezzo milione di coloni israeliani vivono nella Cisgiordania occupata, presa da Israele alla Giordania nella guerra del 1967. Questi insediamenti sono considerati illegali dal diritto internazionale.
Le truppe israeliane e i coloni avrebbero ucciso almeno 851 palestinesi nella Cisgiordania e nella Gerusalemme Est occupata dall'attacco di Hamas del 7 ottobre 2023.