Con i primi attacchi aerei nel 2025 contro gli Houthi nello Yemen, gli Stati Uniti puntano a colpire le capacità militari del gruppo sostenuto dall'Iran, mentre Israele cerca di rafforzare la proprie capacità di intelligence
Il Comando centrale degli Stati Uniti (Centcom) ha lanciato i primi attacchi del 2025 contro il gruppo yemenita Ansarullah (appartenente all'etnia Houthi). Secondo lo stesso Comando, i raid hanno colpito due siti sotterranei utilizzati come depositi per munizioni, utilizzati per "armi convenzionali avanzate" nella nazione mediorientale. L'organismo militare americano ha aggiunto che gli attacchi "mirano a minare gli sforzi degli Houthi, sostenuti dall'Iran, volti a minacciare gli alleati nella regione e le navi militari e commerciali che la attraversano".
L'operazione è avvenuta due giorni dopo che il portavoce degli Houthi Yahya Quick ha dichiarato attraverso il social network X di aver preso di mira la portaerei "Harry S. Truman", impedendole di condurre operazioni contro lo Yemen il 6 gennaio. Il CENTCOM non ha confermato l'affermazione degli Houthi, ma ha invece condiviso le immagini delle operazioni effettuate il 7 gennaio sulla stessa portaerei USS Truman.
I servizi israeliani reclutano cittadini yemeniti di religione ebraica
Nel frattempo, giunge la notizia del reclutamento, da parte dei servizi di intelligence israeliani, di alcune decine di cittadini yemeniti di religione ebraica cresciuti però in famiglie che parlano la lingua araba. L'obiettivo è aiutare Tel Aviv nel sostenere lo sforzo contro gli Houti, secondo quanto indicato dalla testata israeliana Kan News.
Quest'ultima ha anche riferito che «il governo israeliano ha assunto tale decisione al fine di rafforzare la propria comprensione della lingua e della cultura dello Yemen». L'iniziativa fa parte di un più ampio piano di Stati Uniti e Israele volto a contrastare la minaccia degli Houthi, sulla quale Tel Aviv ha moltiplicato le proprie attenzioni.
"Non abbiamo mai detto che avremmo colpito tutte le capacità degli Houthi"
La vice portavoce del Pentagono Sabrina Singh ha specificato ai giornalisti che, in ogni caso, non sarebbe vero che gli Houthi hanno attaccato la USS Truman. La dirigente ha quindi indicato che "nessuno ha mai affermato di voler cancellare gli Houti dalle mappe. Ciò che abbiamo detto è che continueremo a cercare di ridurne le capacità per garantire il mantenimento dell'ordine sulla base del diritto internazionale e del libero flusso di scambi attraverso la regione".
Singh ha aggiunto poi che «benché non si possa colpire ogni singola capacità offensiva, ogni volta che effettuiamo un attacco le riduciamo e diminuiamo le possibilità che si possano utilizzare tali strumenti contro le nostre navi mercantili o militari».
Relativamente limitate le attività americane contro gli Houti a dicembre
Analizzando la cronologia degli eventi registrati nel Mar Rosso, l'attività del Comando Centrale americano contro gli Houthi è apparsa relativamente limitata a dicembre. È vero che la Marina degli Stati Uniti ha concluso l'ultimo giorno del 2024 attaccando obiettivi nello Yemen, ma a parte questo aveva effettuato solo un altro attacco nell'ultimo mese dell'anno.
L'ultimo attacco è avvenuto dieci giorni dopo che la USS Gettysburg ha abbattuto per errore un caccia americano F/A-18F Superhornet appartenente alla USS Truman. I piloti sono riusciti a salvarsi e sono stati tratti in salvo. Le indagini sono ancora in corso e la Marina ha rilasciato poche informazioni su quanto accaduto.
È probabile che il rallentamento dell'attività del Centcom statunitense derivi da uno spostamento delle priorità degli Houthi, poiché il gruppo yemenita è ora più concentrato sugli attacchi a Israele che contro le navi che attraversano il Mar Rosso. Nei primi giorni del 2025 le attività contro imbarcazioni mercantili sono state infatti minime.
Va ricordato però che gli attacchi degli Houthihanno comportato una riduzione stimata del 50% del passaggio di navi attraverso lo stretto di Bab al-Mandeb, che congiunge il Mar Rosso al Golfo di Aden. Compagnie marittime come Maersk preferiscono ancora utilizzare la mappa attorno al Sudafrica, pur di non correre rischi.