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Siria: il nuovo governo brucia la droga di Assad, a fuoco un milione di pasticche di Captagon

Le forze di sicurezza siriane bruciano cannabis e pillole di Captagon a Damasco, 25/12/2024
Le forze di sicurezza siriane bruciano cannabis e pillole di Captagon a Damasco, 25/12/2024 Diritti d'autore  Omar Sanadiki/Copyright 2024 The AP. All rights reserved.
Diritti d'autore Omar Sanadiki/Copyright 2024 The AP. All rights reserved.
Di Maria Michela D'Alessandro
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Dalla caduta di Assad sono state scoperte in tutta la Siria numerose fabbriche di Captagon, che alimentano il commercio globale delle pasticche da un giro di affari da 9,5 miliardi di euro

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Ingenti quantità di cannabis e un milione di pillole di Captagon, uno stimolante simile all'anfetamina spesso definito "droga dei jihadisti", sono stati bruciate mercoledì a Damasco. Le forze ribelli siriane, guidate dal gruppo Hayat Tahrir al-Sham, hanno sequestrato scorte di droga da diverse basi militari e magazzini nella capitale siriana e nella sua periferia, all'interno dell'ex area controllata dai servizi segreti dell'ex presidente Bashar al-Assad.

Dalla caduta del regime in tutto il Paese sono stati scoperti impianti di produzione di Captagon su scala industriale. Secondo gli esperti, il mercato ha generato un reddito annuo di 9,5 miliardi di euro.

Gli anni di guerra civile hanno messo in ginocchio il Paese, devastato l'economia e creato un terreno fertile per la produzione di Captagon, sostanza vietata che ha però inondato il mercato nero in tutta la regione negli ultimi anni, con l'Arabia Saudita come destinazione principale. Le milizie, i comandanti sul campo e il governo di Assad hanno trasformato la produzione di questa droga da un'operazione su piccola scala gestita da gruppi criminali in una fonte di reddito industriale.

Il primo Natale dei cristiani siriani dopo la caduta del regime di Assad

I siriani cristiani hanno festeggiato il primo Natale dalla caduta del regime di Bashar al-Assad. In occasione della vigilia i fedeli hanno potuto partecipato a una funzione a Damasco.

Qualche ora prima della messa centinaia di manifestanti si sono riuniti nella capitale per condannare l'incendio di un albero di Natale in una città vicino ad Hama. Lunedì alcune persone hanno infatti incendiato un albero di Natale in una piazza di Suqaylabiyah, una cittadina della Siria centrale, una zona in cui gli abitanti sono in maggioranza cristiani. Secondo l'Osservatorio siriano per i diritti umani i combattenti incappucciati che hanno appiccato il fuoco erano stranieri del gruppo islamico Ansar al-Tawhid.

Tra le richieste dei manifestanti rivolte alle nuove autorità, quella di mostrare tolleranza verso i cristiani, che rappresentano meno del 2 per cento della popolazione.

I dimostranti, intonando slogan per la difesa dei diritti dei cristiani, hanno marciato verso la sede del Patriarcato ortodosso nel quartiere di Bab Sharqi. "Se non ci è permesso di vivere la nostra fede cristiana nel nostro Paese, come facevamo prima, allora non apparteniamo più a questo posto", ha detto un manifestante.

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