Il comando della gendarmeria provinciale di Ankara avrebbe avvertito le unità che l'ISIS stava "preparando un attacco" a causa dell'avvicinarsi del nuovo anno.
Le autorità turche hanno intensificato le operazioni contro lo Stato Islamico (Isis), colpendo sia la sua struttura finanziaria interna sia i vertici operativi all’estero, mentre cresce l’allerta per possibili attentati durante le festività di fine anno.
L’Ufficio del Procuratore capo di Ankara ha emesso mandati di detenzione nei confronti di dieci sospetti nell’ambito di un’indagine sul finanziamento dell’organizzazione terroristica Stato Islamico dell’Iraq e del Levante (Isil). Secondo quanto riportato dall’agenzia Demirören (Dha), l’inchiesta è stata condotta dall’Ufficio per i crimini di terrorismo sulla base dei rapporti del Masak, l’ente turco per l’investigazione dei reati finanziari, e di approfondite analisi dei social media.
Gli inquirenti hanno ricostruito la rete di sostegno economico dell’organizzazione ad Ankara, accertando che i sospetti avrebbero trasferito fondi ai membri dell’Isis e alle loro famiglie nelle zone di conflitto in Siria. I movimenti di denaro avvenivano tramite conti bancari e venivano giustificati con diciture come “infak”, “appello all’unità”, “espiazione” o “aiuto per le sorelle prigioniere”, formule utilizzate per mascherare il finanziamento del terrorismo.
La Direzione per la sicurezza di Ankara ha avviato un’operazione su vasta scala per catturare i sospetti, accusati di aver violato la normativa antiterrorismo.
Operazione del MIT: arrestato un dirigente dell’Isis
Queste operazioni arrivano a breve distanza da un’importante azione condotta dall’Organizzazione nazionale di intelligence turca (MIT). Secondo quanto riferito dall’agenzia Anadolu, lunedì il MIT ha catturato Mehmet Gören, cittadino turco e dirigente dell’Isis noto con il nome in codice “Yahya”, in un’operazione a sorpresa nella regione tra Afghanistan e Pakistan.
Gören sarebbe stato un esponente di rilievo della cosiddetta “Provincia di Khorasan” (Iskp), una branca dell'Isis attiva in Asia centrale, e avrebbe avuto il compito di organizzare attentati suicidi. Le autorità turche hanno riferito che operava in collaborazione con Özgür Altun, alias “Abu Yasir Al Turki”, arrestato in precedenza e già trasferito in Turchia.
Secondo fonti della sicurezza, le informazioni di intelligence indicano che Gören aveva accettato di compiere attacchi suicidi contro obiettivi civili in Turchia, Pakistan, Afghanistan e anche in Europa.
L’allarme per la notte di Capodanno
Nel frattempo, un’inchiesta del quotidiano Cumhuriyet ha rivelato una comunicazione interna del Comando provinciale della gendarmeria di Ankara, datata 19 dicembre, che lancia un serio allarme su possibili azioni dell'Isis durante la notte di Capodanno.
Nel documento, la cui autenticità non è stata ufficialmente smentita, si avverte che l’organizzazione potrebbe pianificare attacchi armati, attentati suicidi, autobombe, l’uso di droni o lanci di veicoli contro la folla in aree molto frequentate. Centri commerciali e mercati pubblici vengono indicati come obiettivi sensibili, e al personale di sicurezza viene chiesto di adottare le massime precauzioni.
Secondo la gendarmeria, l’obiettivo dell’ISIS sarebbe quello di “rialzare il morale e diffondere paura” dopo che la sua capacità operativa è stata fortemente ridotta dalle operazioni condotte in Turchia e all’estero.
Una lunga scia di sangue
La minaccia dell'Isis in Turchia non è nuova. L’organizzazione jihadista è responsabile di alcuni degli attacchi più sanguinosi della storia recente del Paese.
Il 10 ottobre 2015 due attentatori suicidi colpirono una manifestazione pacifista ad Ankara, causando la morte di 103 persone. Nonostante precedenti segnalazioni di intelligence, le misure di sicurezza si rivelarono insufficienti. I procedimenti giudiziari legati a quell’attacco sono ancora in corso.
La notte di Capodanno del 2017, un attacco armato al nightclub Reina di Istanbul provocò 39 vittime. Negli stessi anni, altri attentati colpirono l’aeroporto Atatürk, Suruç e Diyarbakır, causando la morte di centinaia di civili.
Le ultime operazioni dimostrano come le autorità turche continuino a considerare l’ISIS una minaccia concreta, mantenendo alta l’attenzione sul fronte della sicurezza interna e della prevenzione del terrorismo.