Le forze antigovernative guidate da Hayat Tahrir al-Sham sono entrate nella capitale della Siria. Il presidente Assad è fuggito in Russia, mentre i cittadini sono scesi in piazza per festeggiare la caduta del regime. Il premier Jalili si è detto disposto a collaborare per un governo di transizione
All'alba di domenica il governo siriano è caduto, ponendo fine in modo sorprendente ai cinquant'anni di governo della famiglia Assad. Con un'improvvisa offensiva, iniziata lo scorso 27 novembre, i ribelli guidati dal gruppo Hayat Tahrir al-Sham hanno attraversato il territorio controllato dal governo e sono entrati nella capitale Damasco in 12 giorni.
La televisione di Stato siriana ha trasmesso una dichiarazione video di un gruppo di uomini che afferma che il presidente Bashar al-Assad è stato rovesciato e che tutti i detenuti nelle carceri sono stati liberati.
L'uomo che ha letto la dichiarazione ha detto che la Sala operativa per la conquista di Damasco, un gruppo di opposizione, ha invitato tutti i combattenti dell'opposizione e i cittadini a preservare le istituzioni statali dello “Stato siriano libero”.
La dichiarazione è emersa ore dopo che il capo di un osservatorio di guerra dell'opposizione siriana ha affermato che Assad ha lasciato il Paese per una località non rivelata, fuggendo davanti agli insorti che hanno dichiarato di essere entrati a Damasco. Il primo ministro siriano Mohammed Ghazi Jalali ha dichiarato che il governo è pronto a “tendere la mano” all'opposizione e a cedere le sue funzioni a un governo di transizione.
“Sono a casa mia e non sono uscito, e questo è dovuto alla mia appartenenza a questo Paese”, ha detto Jalili in una dichiarazione video. Il primo ministro ha detto che si sarebbe recato nel suo ufficio per continuare a lavorare domattina e ha invitato i cittadini siriani a non deturpare le proprietà pubbliche, ma non ha parlato di notizie sulla fuga di Assad. Domenica mattina Jalili sarebbe poi stato accompagnato dai ribelli fuori dal suo ufficio e portato all'hotel Four Season.
Assad in fuga: le voci sulla destinazione a la conferma di Mosca
Rami Abdurrahman dell'Osservatorio siriano per i diritti umani aveva dichiarato all'Associated Press che Assad ha preso un volo domenica da Damasco. La televisione di Stato iraniana, principale sostenitore di Assad negli anni di guerra in Siria, aveva poi riferito che il presidente ha lasciato la capitale.
In una nota diffusa domenica, il ministero degli Esteri russo ha fatto sapere che Bashar al-Assad ha lasciato la Siria, ma non ha detto dove si trova. Il presidente avrebbe accettato di lasciare il Paese e dare spazio a una transizione pacifica. Il ministero ha anche fatto sapere di non aver partecipato ai negoziati.
Più tardi è arrivata la conferma che Assad e la sua famiglia sono arrivati a Mosca e hanno ricevuto asilo in Russia.
Le manifestazioni a Damasco per la caduta di Assad
Domenica mattina a Damasco, la folla si è riunita per pregare nelle moschee della città e per festeggiare nelle piazze, cantando “Dio è grande”. La gente ha anche scandito slogan anti-Assad e suonato i clacson delle auto. In alcune zone si sono uditi colpi di arma da fuoco celebrativi. Soldati e agenti di polizia hanno lasciato i loro posti e sono fuggiti, mentre alcuni saccheggiatori avrebbero fatto irruzione nella sede del Ministero della Difesa.
Il quartier generale della polizia nella capitale sembrava abbandonato, con la porta socchiusa e nessun agente all'esterno. Un giornalista dell'Associated Press ha filmato un posto di blocco dell'esercito abbandonato, dove le uniformi sono state gettate a terra sotto un poster con il volto di Assad. Un filmato trasmesso dai media legati all'opposizione ha mostrato un carro armato in una delle piazze centrali della capitale.
I ribelli, come mostrato su diversi video diffusi online, hanno anche abbattuto la statua del padre di Bashar al-Assad, Hafez al-Assad, e secondo diverse fonti sarebbero entrati nel palazzo presidenziale.
I ribelli tornano a Damasco dopo la sconfitta del 2018
È stata la prima volta che le forze dell'opposizione hanno raggiunto Damasco dal 2018, quando le truppe siriane hanno riconquistato aree alla periferia della capitale dopo un assedio durato anni. La radio filogovernativa Sham FM ha riferito che l'aeroporto di Damasco è stato evacuato e tutti i voli sono stati bloccati.
Gli insorti hanno anche annunciato di essere entrati nella famigerata prigione militare di Saydnaya, a nord della capitale, e di aver “liberato” i loro prigionieri.
La notte precedente, le forze dell'opposizione hanno preso la città centrale di Homs, la terza più grande della Siria, mentre le forze governative l'hanno abbandonata. La città si trova in un'importante intersezione tra Damasco, la capitale, e le province costiere siriane di Latakia e Tartus, base di supporto del leader siriano e sede di una base navale strategica russa.
I ribelli avevano già conquistato le città di Aleppo e Hama, così come ampie zone del sud, in un'offensiva lampo iniziata il 27 novembre.
L'Hts controlla gran parte del nord-ovest della Siria e nel 2017 ha istituito un “governo di salvezza” per gestire gli affari quotidiani nella regione. Negli ultimi anni, il leader dell'Hts Abu Mohammed al-Golani ha cercato di rifare l'immagine del gruppo, tagliando i legami con al-Qaeda, abbandonando i funzionari della linea dura e giurando di abbracciare il pluralismo e la tolleranza religiosa.
Nella serata di domenica, al-Golani ha raggiunto la Grande Moschea degli Omayyadi a Damasco. "Questa è una nazione che, se i suoi diritti vengono violati, continuerà a pretenderli finché non saranno ripristinati: ho lasciato questa terra più di 20 anni fa e il mio cuore desiderava ardentemente questo momento", ha detto il leader di Hts. "Il futuro è nostro", ha poi detto inginocchiandosi e baciando la terra.
Le reazioni internazionali alla caduta del governo di Assad
L'inviato speciale delle Nazioni Unite per la Siria, Geir Pedersen, ha chiesto sabato colloqui urgenti a Ginevra per garantire una “transizione politica ordinata”. Parlando con i giornalisti al Forum annuale di Doha, in Qatar, ha detto che la situazione in Siria sta cambiando di minuto in minuto. Il ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov, il cui Paese è il principale sostenitore internazionale di Assad, ha dichiarato di essere “dispiaciuto per il popolo siriano”.
L'Onu ha dichiarato di aver trasferito parte del personale fuori dal Paese per precauzione. Sabato il presidente eletto degli Stati Uniti Donald Trump ha scritto sui social media che gli Stati Uniti dovrebbero evitare di impegnarsi militarmente in Siria. Separatamente, il consigliere per la sicurezza nazionale del Presidente Joe Biden ha dichiarato che l'amministrazione Biden non ha intenzione di intervenire in Siria.
In un aggiornamento pubblicato domenica mattina, Trump ha detto che "Assad non c'è più. È fuggito dal suo Paese. Il suo protettore, la Russia, la Russia, la Russia, guidata da Vladimir Putin, non era più interessata a proteggerlo. Non c'era alcun motivo per cui la Russia si trovasse lì. Hanno perso ogni interesse per la Siria a causa dell'Ucraina, dove quasi 600.000 soldati russi giacciono feriti o morti, in una guerra che non sarebbe mai dovuta iniziare e che potrebbe andare avanti all'infinito". Il tycoon ha poi scritto che "la Russia e l'Iran si trovano in questo momento in uno stato di debolezza, l'una a causa dell'Ucraina e della cattiva economia, l'altro a causa di Israele e dei suoi successi nella lotta."
Sabato i ministri degli Esteri e gli alti diplomatici di otto Paesi chiave, tra cui Arabia Saudita, Russia, Egitto, Turchia e Iran, insieme a Pederson, si sono riuniti a margine del vertice di Doha per discutere della situazione in Siria. In una dichiarazione, i partecipanti hanno affermato il loro sostegno a una soluzione politica della crisi siriana “che porti alla fine delle attività militari e protegga i civili”.
Il più alto diplomatico del Qatar, lo sceicco Mohammed bin Abdulrahman Al-Thani, ha criticato Assad per non aver approfittato della tregua dei combattimenti degli ultimi anni per affrontare i problemi di fondo del Paese. “Assad non ha colto l'opportunità di iniziare a impegnarsi e a ripristinare il rapporto con il suo popolo”, ha dichiarato.
Idf schiera forze nelle alture del Golan
L'esercito israeliano (Idf) ha fatto sapere di aver schierato le sue forze "nella zona cuscinetto e in diversi altri luoghi necessari alla sua difesa, per garantire la sicurezza delle comunità delle alture del Golan e dei cittadini di Israele". "Sottolineiamo che le Idf non stanno interferendo negli eventi interni in Siria. Le Idf continueranno a operare finché sarà necessario per preservare la zona cuscinetto e difendere Israele e i suoi civili", si legge nel post pubblicato online.