La vittoria elettorale di Donald Trump negli Stati Uniti mette in allarme i membri europei dell'alleanza atlantica su questioni di sicurezza globale
Il modo in cui Donald Trump affronterà la Nato nella sua prossima presidenza è una delle preoccupazioni dei leader europei
Molti politici dell'Unione europea si sono subito congratulati con il candidato repubblicano e hanno espresso la volontà di lavorare con lui, ma molti hanno anche sottolineato che avrebbero protetto gli interessi dell'Europa.
I temi più scottanti sono senza dubbio il futuro della guerra in Ucraina e il futuro dell'Alleanza atlantica.
Trump ha più volte criticato la Nato e si è lamentato del fatto che gli Stati Uniti contribuiscano troppo al suo bilancio mentre i membri dell'Ue spendono troppo poco per la difesa.
Durante la sua campagna elettorale ha ammesso che gli Stati Uniti avrebbero difeso i membri della Nato da un futuro attacco della Russia solo se avessero rispettato i loro obblighi di spesa per la difesa.
Il capo dell'alleanza Mark Rutte si è congratulato con il presidente eletto degli Stati Uniti in un post su X mercoledì mattina, sottolineando la volontà di lavorare insieme per "rafforzare la Nato".
In una dichiarazione più lunga, Rutte ha fatto riferimento alle molteplici sfide che l'alleanza deve affrontare.
"Dobbiamo affrontare un numero crescente di sfide a livello globale, da una Russia più aggressiva, al terrorismo, alla competizione strategica con la Cina, nonché al crescente allineamento di Cina, Russia, Corea del Nord e Iran".
Rutte ha anche detto che Trump sarà accolto da un'alleanza "più forte, più grande e più unita" e ha sottolineato un aumento della spesa per la difesa e della produzione tra i suoi membri.
Secondo le stime della Nato, 23 dei suoi 32 membri raggiungeranno l'obiettivo di spendere almeno il 2 per cento del Pil per la difesa quest'anno, rispetto alle sole tre nazioni di dieci anni fa.
Ciò è dovuto in parte alle pressioni esercitate sull'alleanza da Trump durante la sua precedente presidenza, ma soprattutto all'invasione su larga scala dell'Ucraina da parte della Russia, come hanno affermato in precedenza funzionari e analisti.
Il pragmatismo sarà la chiave per trattare con Trump
Rutte cerca di camminare su un filo politico sottile per mantenere un equilibrio con gli Stati Uniti. Ma non tutti Europa sono stati diplomatici nell'esprimere le loro opinioni.
Marko Mihkelson, presidente della commissione parlamentare per gli affari esteri dell'Estonia, ha avvertito in un post su X mercoledì che l'Europa deve essere "pronta a combattere per se stessa e per i propri amici".
"A prescindere dal fatto che il prossimo presidente degli Stati Uniti sarà molto probabilmente Donald Trump, l'Europa deve fare di tutto per preservare l'alleanza transatlantica. Ci aspettano gli anni più difficili per la Nato", ha scritto Mihkelson.
Secondo gli analisti politici, il pragmatismo sarà la chiave per trattare con Trump. Fortunatamente per l'Europa, nei Paesi Bassi Rutte è noto come Teflon Mark (dal famoso nastro per riparazioni idrauliche) per la sua flessibilità, astuzia, scaltrezza e fiuto per l'opportunismo politico. Si dice che abbia gestito bene Trump nei loro precedenti incontri e che sia tenuto in relativa buona considerazione dal leader repubblicano.
In occasione di un vertice Nato del 2018, in cui Trump ha lasciato intendere che gli Stati Uniti potrebbero lasciare l'alleanza, l'allora premier olandese Rutte ha elogiato il presidente statunitense per aver spinto l'Europa a spendere di più per la difesa durante il suo mandato, anche se ciò non era vero, secondo Dick Zandee, responsabile del programma di sicurezza e difesa dell'Istituto Clingendael dell'Aia.
"Rutte ha dato tutto il merito a Trump che si è sentito lusingato. Da allora Rutte ha ottenuto un ottimo biglietto d'ingresso alla Casa Bianca sotto Trump", ha detto Zandee a Euronews in una recente intervista.
Questioni di soldi
Gli Stati Uniti sono di gran lunga il maggior finanziatore della Nato. Spenderanno circa 968 miliardi di dollari (900 miliardi di euro) per la difesa nel 2024, secondo le ultime stime dell'Alleanza.
Tuttavia, gli Stati Uniti stanno affrontando una crisi del debito pubblico, che sta sollevando domande su come il governo manterrà o aumenterà la spesa per la difesa, con gli interessi sul debito federale a un livello record e i piani di spesa e fiscali di Trump che potrebbero solo peggiorare questo crescente onere.
I membri europei stanno alzando la posta in gioco con la Germania che quest'anno ha raggiunto l'obiettivo di spesa del 2 per cento del proprio Pil per la prima volta dalla fine della Guerra Fredda, e la Francia che ha fatto altrettanto.
Molti Paesi confinanti con l'Ucraina e la Russia hanno aumentato la spesa a causa del conflitto, come Estonia, Finlandia, Romania, Ungheria e Polonia.
In particolare, la Polonia ha raddoppiato la spesa per la difesa, portandola a oltre il 4 per cento del Pil nell'ultimo decennio, e il governo ha promesso di aumentare tale percentuale al 5 per cento l'anno prossimo, il che la renderebbe il maggior contributore dell'alleanza in termini di quota di produzione economica.
Martedì Rutte ha incontrato la Prima Ministra Giorgia Meloni e il Presidente Sergio Mattarella in Italia per discutere di difesa e sostegno all'Ucraina.
Il capo della Nato ha ricordato alla premier italiana l'importanza dell'obiettivo di spesa del 2 per cento. L'Italia è sulla strada per spendere l'1,49 per cento del Pil per la difesa quest'anno, in calo rispetto all'1,5 per cento del 2023, ma Meloni ha chiesto ai Paesi europei di ottenere un ruolo maggiore nell'alleanza per l'Italia.
"Come tutti sapete, riteniamo necessario che accanto al pilastro nordamericano dell'alleanza ci sia un pilastro europeo", ha detto Meloni.
Si ritiene che ciò abbia un duplice scopo: potrebbe servire a placare Washington dimostrando un maggiore impegno ed efficienza da parte dei membri dell'Ue e a rafforzare la capacità del continente di difendersi nel caso in cui gli Stati Uniti decidessero di scuotere o infine abbandonare l'alleanza.
Preoccupazioni per l'Ucraina
Nel 2025 l'Italia ospiterà la conferenza sulla ricostruzione dell'Ucraina. Da quando ha assunto l'incarico pochi mesi fa, Rutte ha cercato di ottenere il sostegno dell'Occidente per il Paese colpito dalla guerra di aggressione. L'alleanza è sulla buona strada per fornire all'Ucraina 40 miliardi di euro quest'anno e, secondo quanto riferito, ha concordato di mantenere questo livello di finanziamento anche nel 2025.
Questo potrebbe rivelarsi significativo, dato che Trump ha criticato il livello di sostegno degli Stati Uniti a Kiev. L'amministrazione di Joe Biden ha dato all'Ucraina decine di miliardi di dollari in aiuti militari e finanziari.
La promessa di Trump di porre fine al conflitto prima di entrare in carica ha suscitato allarme per ciò che potrebbe significare per lo sforzo bellico dell'Ucraina, soprattutto alla luce delle sue ripetute critiche al Presidente ucraino Volodymyr Zelensky e delle precedenti lodi al Presidente russo Vladimir Putin.
Secondo una ricerca dell'Università tedesca di Kiel, il valore delle armi fornite all'Ucraina ammonterebbe a 34 miliardi di euro, rispetto ai previsti 59 miliardi di euro, se l'assistenza statunitense a Kiev venisse totalmente accantonata.
All'inizio di quest'anno gli alleati della Nato hanno deciso di assumere un ruolo più importante nel coordinamento della fornitura di armi all'Ucraina, sostituendosi agli Stati Uniti per proteggere il processo tra le preoccupazioni di ciò che una presidenza Trump potrebbe significare per lo sforzo.
Se a ciò si aggiunge un partito repubblicano e Trump sempre più nazionalista e protezionista, o per alcuni analisti addirittura isolazionista, crescono i timori su ciò che potrebbe comportare la posizione degli Stati Uniti sulla Nato e sulla sicurezza globale.