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Elezioni presidenziali in Tunisia, Saied favorito per un secondo mandato

Un manifesto elettorale del presidente Saied, in Tunisia
Un manifesto elettorale del presidente Saied, in Tunisia Diritti d'autore  Anis Mili/Copyright 2024 The AP. All rights reserved
Diritti d'autore Anis Mili/Copyright 2024 The AP. All rights reserved
Di Andrea Barolini
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Con i principali oppositori politici incarcerati o esclusi dalle urne, il presidente della Tunisia in carica, Kais Saied, verrà probabilmente confermato al vertice del suo Paese

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Milioni di tunisini sono chiamati alle urne domenica 6 ottobre, per un'elezione che vede favorito il presidente in carica Kais Saied. Con pochi candidati in lizza, infatti, molti temono che le elezioni presidenziali rischino di trasformarsi in una farsa. Attivisti democratici hanno per questo esortato l'Unione Europea a esercitare pressioni sul governo di Tunisi. Ma il ruolo determinante assunto da Saied sulla questione delle migrazioni potrebbe pesare sulle scelte delle diplomazie europee”.

I principali oppositori di Saied sono stati arrestati o esclusi dalle elezioni

Si tratta della terza elezione da quando Ben Ali è stato rovesciato a seguito delle rivolte della Primavera araba nel 2011, che portarono ad una nuova Costituzione democratica. È inoltre la prima tornata presidenziale dopo la profonda crisi politica avviata nel 2021 con la richiesta di Saied di ottenere i pieni poteri. Il politico tunisino è al vertice del suo Paese dal 2019 e, da allora, in molti ritengono che abbia assestato numerose spallate alla democrazia della nazione nordafricana.

Con i principali oppositori imprigionati o esclusi dalle urne, infatti, il presidente in carica non dovrebbe avere particolari problemi a farsi confermare Capo di Stato. Tanto che i partiti di opposizione hanno chiesto di boicottare le elezioni.

La situazione politica in Tunisia resta dunque complessa. Sin dai primi anni post-Primavera araba, infatti, i leader hanno mostrato difficoltà nel rispondere alle richieste della popolazione, in particolare dal punto di vista economico. Proprio in tale contesto, Saied - all'epoca 61enne e outsider della politica - ha ottenuto il primo mandato presidenziale, cinque anni fa, promettendo una "nuova Tunisia" nella quale il peso dei giovani e degli enti locali fosse maggiore.

Chi sono gli unici candidati contro Saied: Zouhair Maghzaoui e Ayachi Zammel

La "spallata" del 2021 ha però fiaccato le speranze dei sostenitori della democrazia: proclamando lo stato d'emergenza, eliminando il primo ministro, sciogliendo il Parlamento e riscrivendo la Costituzione, Saied ha potuto consolidare il proprio potere, in senso verticistico. A ciò si è aggiunta un'ondata repressiva, con arresti di giornalisti, avvocati, oppositori politici ed esponenti della società civile, spesso accusati di aver messo a rischio la sicurezza del Paese. Una normativa formalmente "anti-fake news" ma che per molti rappresenta un bavaglio, ha contribuito poi a soffocare il dissenso.

Ciò nonostante, due candidati, Zouhair Maghzaoui e Ayachi Zammel, tenteranno di ribaltare i pronostici alle elezioni. Il primo è un veterano della politica, che si è schierato contro le scelte economiche di Saied e ha denunciato gli arresti politici. Tuttavia, ha appoggiato la riforma costituzionale del presidente, e per questo ha perso consensi tra le opposizioni.

Zammel, invece, è un uomo d'affari. Durante la campagna elettorale, è stato condannato però al carcere per quattro casi di frode elettorale legati alle firme raccolte dal suo team per convalidare la propria candidatura. La sua posizione non appare perciò così "forte" da poter insidiare Saied. Infine, altri tre politici si erano presentati senza che le loro candidature fossero accettate. Una sentenza ha chiesto successivamente il loro reintegro nella competizione elettorale, ma l'ISIE - l'autorità che gestisce le elezioni in Tunisia - ha respinto la richiesta.

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