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Svizzera al referendum: "La biodiversità? No, grazie: costa troppo"

FILE - Un manifesto della campagna per il No, in vista del referendum sulla biodiversità previsto per il 22 settembre, è visto in un campo di Hoechstetten, in Svizzera, venerdì 23 agosto 2024.
FILE - Un manifesto della campagna per il No, in vista del referendum sulla biodiversità previsto per il 22 settembre, è visto in un campo di Hoechstetten, in Svizzera, venerdì 23 agosto 2024. Diritti d'autore  Peter Schneider/' KEYSTONE / PETER SCHNEIDER
Diritti d'autore Peter Schneider/' KEYSTONE / PETER SCHNEIDER
Di Euronews Agenzie: AP
Pubblicato il Ultimo aggiornamento
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Gli ambientalisti chiedevano misure di salvaguardia più severe per proteggere la biodiversità della Svizzera. Ha vinto il no: molti sostengono che si tratti di provvedimenti troppo costosi

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Un'iniziativa per la biodiversità lanciata da diversi gruppi di protezione della natura e dell'ambiente in Svizzera non ha avuto successo. Il referendum si è tenuto domenica: oltre il 60 per cento dei votanti ha respinto l'idea, che mirava ad aumentare gli spazi verdi, tutelandoli da iniziative di sviluppo e imprenditoriali.

La Svizzera è rinomata per i suoi laghi incontaminati e le maestose vette alpine, ma la sua vita vegetale e animale è fortemente minacciata.

Anche un'altra proposta di riforma delle pensioni è stata respinta dal referendum di domenica. Il piano avrebbe richiesto ai datori di lavoro e ai lavoratori di aumentare i loro contributi ai fondi professionali obbligatori.

In Svizzera i referendum si svolgono quattro volte l'anno, molto più spesso di qualsiasi altro Paese europeo.

Il referendum contrastato

Il referendum indetto in Svizzera si è trasformato in un voto pro o contro le misure ambientali a tutela della biodiversità. Gli elettori si sono divisi in favorevoli a una migliore protezione dell'ambiente e in contrari a misure di salvaguardia troppo onerose.

Una proposta controversa a tutela della biodiversità

Gli ultimi sondaggi suggerivano che sarebbe andato a scemare l'entusiasmo iniziale per la proposta che aumenterebbe i finanziamenti pubblici per incoraggiare gli agricoltori e altri soggetti a mettere a riposo terreni e corsi d'acqua. La proposta avrebbe aumentato anche l'area totale destinata agli spazi verdi non toccati dallo sviluppo umano.

Chi si è opposto al piano di salvaguardia

Il governo federale si è opposto al piano, così come molti elettori rurali e il principale partito di destra del Paese. Sostengono che sia troppo costoso: ogni anno vengono già spesi 630 milioni di euro per la protezione della biodiversità.

Secondo le stime del Consiglio federale, la sua approvazione sarebbe costata almeno altri 420 milioni di euro ai governi nazionali e locali. L'iniziativa avrebbe vietato, ad esempio, la costruzione di nuove linee ferroviarie in determinate aree.

Un terzo delle specie vegetali e animali minacciato

I sostenitori delle misure a tutela della biodiversità, invece, sottolineano la diminuzione delle risorse naturali in Svizzera e le minacce per api, rane, uccelli, muschi e altri animali selvatici. Sostengono che gli spazi verdi protetti sono "il principale capitale per il turismo" e che un maggior numero di essi sosterrebbe le economie locali.

"Una natura diversificata garantisce la purezza dell'aria, l'acqua potabile, l'impollinazione, la fertilità del suolo e il nostro approvvigionamento alimentare", ha dichiarato un comitato che sostiene l'idea.

"Ma in Svizzera la biodiversità sta soffrendo. Un terzo di tutte le nostre specie vegetali e animali è minacciato o è già scomparso".

L'Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico, un think tank che conta 38 Paesi per lo più ricchi come membri, ha prodotto un'analisi comparativa delle minacce alla vita vegetale e animale. La Svizzera è tra i primi quattro Paesi con il più alto tasso di specie minacciate in tutte le otto categorie di fauna selvatica.

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