Dopo dieci anni alla guida della Nato, il mandato di Stoltenberg da segretario generale si concluderà ufficialmente il 1° ottobre: "La Nato è in mani sicure con Mark Rutte"
Un'Alleanza Atlantica "più unita e più forte che mai". È così che il segretario uscente Jens Stoltenberg ha definito la Nato nel discorso di fine mandato giovedì al German Marshall Fund. Dieci anni di direzione che si concluderà ufficialmente il primo ottobre prossimo quando subentrerà l'ex premier olandese Mark Rutte.
In carica dal 2014 Stoltenberg ha ripercorso il decennio di direzione definendolo tutt'altro che statico data la pandemia di Coronavirus, la crisi ambientale e le guerre, sottolineando la necessità di aumentare la spesa dei Paesi membri perché "il 2 per cento del Pil non è abbastanza nel lungo periodo".
Stoltenberg ha poi messo in guardia gli Stati Uniti e l'Ue dal rischio di "isolazionismo" in vista delle elezioni presidenziali americane del prossimo novembre. "Abbiamo sentito voci su entrambe le sponde dell'Atlantico che chiedevano che America ed Europa si separassero. Concentrarsi su interessi nazionali miopi anziché su una cooperazione a lungo termine non ci sarà di grande aiuto. L'isolazionismo non manterrà nessuno al sicuro", si legge in un passaggio del discorso pronunciato giovedì a Bruxelles.
Stoltenberg: non possiamo cambiare la mente di Putin ma i suoi calcoli
Parlando del conflitto in corso in Ucraina, Stoltenberg ha ammesso che l'Occidente e la Nato non possono essere in grado di cambiare la mente di Putin e il suo obiettivo, bensì i suoi calcoli. Secondo il segretario uscente dare più armi a Kiev porterebbe il presidente russo a realizzare che non può ottenere ciò che vuole con la forza.
"Dobbiamo armare gli ucraini in modo che possano fermare la Russia, al contrario di quanto abbiamo fatto dopo il 2014 - ha sottolineato Stoltenberg -. E poi garanzie di sicurezza: possiamo discutere i dettagli ma ci devono essere".