All'inizio del mese la Serbia si era appellata all'Unione europea e all'Onu contro la decisione della banca centrale di Pristina di mettere fuori corso la moneta serba dal 1° febbraio
Migliaia di serbi kosovari sono scesi in piazza a Mitrovica, nel nord del Kosovo, lunedì 12 febbraio per protestare contro l'abolizione del dinaro serbo nel Paese.
I cittadini si sono radunati con bandiere serbe e striscioni che condannano la decisione della Banca centrale del Kosovo di aver abolito dal 1° febbraio scorso le transazioni di pagamento in dinari serbi tra il Kosovo e la Serbia.
Tra i motivi della manifestazione anche la politica del governo di Pristina ritenuta dalla minoranza serba kosovara sempre più ostile e discriminatoria.
Kurti: nessuna marcia indietro sul dinaro serbo
Il premier kosovaro Albin Kurti ha dichiarato che non verrà revocata la decisione sul divieto del dinaro serbo per tutte le operazioni e i pagamenti in contanti.
"Non possiamo annullare tale decisione", ha affermato Kurti parlando lunedì 12 febbraio a Bloomberg. Il premier ha aggiunto che "non ci saranno misure punitive" e che verrà dato tempo sufficiente per adeguarsi.
Diversa l'opinione dei serbi kosovari secondo i quali l'obiettivo di Kurti sarebbe quello di fare una pulizia etnica nei confronti dei cittadini serbi del nord del Paese.
"Il divieto del dinaro punta alla liquidazione delle istituzioni serbe, ed è diretto contro le minoranze che vivono in Kosovo", ha detto Dragisa Milovic, medico presso l'ospedale di Mitrovica nord. Secondo Milovic i serbi vengono trattati come "cittadini di seconda categoria, privati dei diritti umani basilari, e minacciati da un completo esodo" a causa delle condizioni di vita sempre più insostenibili. La decisione sul dinaro, ha aggiunto il medico, colpisce in particolare gli anziani e i più fragili, i pensionati, gli studenti e gli operatori sanitari.