Si celebra il 26 gennaio l'Australia Day, che celebra il giorno del primo sbarco di europei a Sydney. Il che diede vita all'epoca della colonizzazione
Migliaia di persone, molte delle quali con in mano bandiere indigene, hanno protestato nella giornata di venerdì 26 gennaio di fronte al parlamento di Victoria a Melbourne, in Australia, nel giorno che segna l'inizio della colonizzazione britannica.
Gli aborigeni chiedono che l'Australia Day sia un giorno di lutto
La manifestazione si svolge ogni anno in occasione dell'Australia Day, festa nazionale che le popolazioni indigene considerano come il "giorno dell'invasione" e che ritengono debba essere dichiarato ufficialmente un giorno di lutto. Sebbene il dibattito sia sempre più polarizzato, ciò non ha messo in discussione le celebrazioni ufficiali di questo giorno che intende segnare, almeno in via ufficiale, la fondazione del Paese.
La data ricorda l'arrivo della prima flotta europea a Sydney nel 1788 e la proclamazione, appunto, della sovranità britannica su parte dell'attuale Australia. A partire dal 1935, la giornata è festeggiata su tutto il territorio nazionale. Si tratta di un giorno non lavorativo, nel corso del quale viene anche consegnato il premio all'Australiano dell'anno, nonché altri riconoscimenti. Per l'occasione, si organizzano festival, concerti e spettacoli in tutto il Paese.
Gli effetti colonizzazione ancora presenti nella società australiana
La colonizzazione fu tuttavia segnata da un trattamento brutale nei confronti delle popolazioni aborigene, i cui discendenti hanno ribattezzato la festa il "Giorno dell'invasione". Da allora, gli autoctoni furono vessati e marginalizzati. Un trattamento che ancora oggi, a distanza di molto tempo, secondo i rappresentanti di quelle popolazioni è responsabile di una condizione socio-economica meno agiata rispetto al resto dei cittadini australiani.
L'organizzazione Human Rights Watch ha da parte sua sottolineato come gli aborigeni siano sovra-rappresentati nelle carceri australiane: per loro, finire in manette risulta venti volte più probabile che per il resto della popolazione.