La questione dell'adesione dell'Ucraina all'Ue ha riportato il tema dell'allargamento a est in cima all'agenda europea: a Davos Euronews ha organizzato un dibattito tra leader politici ed economici sui vantaggi dell'integrazione di nuovi membri nell'Ue
A quasi vent'anni dal più grande allargamento dell'Unione europea, avvenuto nel 2004, il dibattito su un'ulteriore espansione è tornato al centro dell'agenda politica. Al di là delle argomentazioni morali e geopolitiche a favore dell'espansione dell'Ue a est, ci sono anche delle motivazioni economiche?
L'occupazione, la stagnazione dei salari, le difficoltà economiche e l'alta inflazione sono solo alcune delle questioni che interessano gli elettori dell'Ue in vista delle elezioni europee di giugno, per non parlare delle aziende preoccupate di aumentare la produttività in un contesto di recessione continentale.
In definitiva, l'integrazione è un bene per le imprese? Euronews ha provato a rispondere a questa e altre domande nel corso di un panel intitolato "The Business Case for EU Enlargement" (Le ragioni economiche dell'allargamento dell'Ue) che si è svolto al Forum economico mondiale di Davos, in Svizzera.
Al dibattito hanno partecipato Milojko Spajić, primo ministro del Montenegro, Rostyslav Shurma, vice capo dell'Ufficio del presidente dell'Ucraina, Mariya Gabriel, vice premier della Bulgaria che ricopre anche la carica di ministro degli Affari Esteri, e Christian Levin, presidente e amministratore delegato di Scania, membro dell'Alliance of CEO Climate Leaders.
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