Per la seconda volta in due anni i cileni rifiutano l'adozione di una nuova Costituzione. Il "No" al referendum ha vinto con oltre il 55% delle preferenze
Con il referendum di domenica per la seconda volta i cileni hanno detto ancora no alla proposta di creare una nuova Costituzione, per sostituire quella voluta nel 1980 dal dittatore di destra Augusto Pinochet.
Dopo il fallito referendum del settembre 2022 - quando la popolazione aveva rifiutato con il 61,9% dei voti la proposta elaborata dalla Convenzione costituzionale a maggioranza progressista - i cileni si sono opposti anche alla proposta di Carta elaborata dal Consiglio costituzionale a maggioranza di destra.
Nel 2022 la bozza di Costituzione, voluta fortemente dal presidente Gabriel Boric, del partito Convergencia Social, era stata considerata molto di sinistra. Dopo la bocciatura il testo era stato riscritto dal Consiglio costituzionale, composto da 50 membri eletti a maggio di quest’anno e controllato da esponenti di partiti di destra ed estrema destra.
A margine dei risultati del referendum, in un discorso da la Moneda, la residenza ufficiale del Presidente della Repubblica del Cile, Boric ha commentato il voto dicendo che non ci sarà nessuna celebrazione ma che il governo è pronto a rimettersi al lavoro.
"Vi invito a costruire insieme una nuova era per il Cile: una crescita per tutti, giustizia sociale e sicurezza dei cittadini. Il Paese ha bisogno di tutti noi", ha detto Boric.