Cop28, progetto d' accordo trovato per schivare il disastro climatico

La Cop28 a Dubai
La Cop28 a Dubai Diritti d'autore Joshua A. Bickel/Copyright 2023 The AP. All rights reserved.
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Di Stefania De Michele
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Le 197 Parti della Cop28 più l'Unione europea, hanno ottenuto progressi significativi sulla graduale riduzione della produzione di carbone. Battute finali per un accordo con un consenso unanime

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L'impegno messo nero su bianco alla rinuncia dei combustibili fossili?
Un obiettivo, quello della Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, la Cop28, cominciata il 30 novembre a Dubai, che sembra realizzarsi  proprio all'orizzonte della chiusura dei lavori, il 12 dicembre.

I 197 membri più l'Unione europea sono alle battute finali per cercare un accordo che abbia il consenso unanime. Che non c'è.

Le posizioni contrarie di Arabia Saudita (principale esportatore di petrolio al mondo) e Iraq - membri dell'Opec - sono granitiche: entrambi hanno espresso la propria opposizione all'ipotesi di una uscita dai combustibili fossili: un punto nevralgico della Conferenza che punta a rispettare una delle finalità dell'Accordo di Parigi del 2015, ovvero contenere l'aumento medio della temperatura entro 1,5 gradi al 2100, rispetto ai livelli pre-industriali.

Le fonti fossili sono il nodo principale dell'accordo e, se contemplato nel documento, sarebbe un fatto storico.

Secondo gli scienziati, l'uscita (phase out) graduale dalla produzione di carbone, petrolio e gas è un percorso necessario: alle fonti fossili prodotte dalle attività umane viene infatti imputata la causa del riscaldamento globale all'origine dei fenomeni meteorologici estremi, che ormai si abbattono in tante parti del mondo e di cui soffrono in particolare alcune piccole isole che rischiano di scomparire.

Gli elementi per un buon accordo sul clima

Secondo gli addetti ai lavori, oltre all'eliminazione graduale dei combutibili fossili ci sono altri punti che devono essere integrati nell'accordo: l'incremento delle energie rinnovabili e l'impegno all'efficientamento energetico; allinemento del prossimo ciclo di piani nazionali energia e clima (NDCs) all'obiettivo 1,5 gradi centigradi; un linguaggio che affronti le preoccupazioni relative alla garanzia e al supporto di una transizione equa e giusta per tutti i Paesi; l'aumento del sostegno finanziario e tecnologico per soddisfare le esigenze dei Paesi in via di sviluppo in materia di transizione energetica; un nuovo obiettivo collettivo di finanza (New Collective Quantified Goal on Climate Finance).

Nell'ambito dell'Obiettivo globale di adattamento permangono aree di difficile compromesso tra le Parti.

Tra queste, in primo piano ci sono le tempistiche (il 2030 è emerso come opzione principale), le modalità di attuazione degli obiettivi dimensionali e tematici e la specificità, per realizzare gli elementi in sospeso e sostenerne l'attuazione dopo la Cop28".

Nel tweet del Segretario generale delle Nazioni Unite Guterres l'urgenza è palese: "Sono tornato alla #COP28, perché siamo sull'orlo del disastro climatico e questa conferenza deve segnare una svolta - scrive - Sono qui per rinnovare il mio appello urgente ai leader: impegnatevi a rispettare il limite di 1,5°C di riscaldamento. Mettete fine all'era dei combustibili fossili. Garantite la giustizia climatica. Fate in modo che la #COP28 conti".

Mentre è attesa la nuova bozza, il tempo stringe. Di rado la Cop si è chiusa nei tempi previsti. 

Il presidente della Conferenza, Sultan Al Jaber, ha da subito invitato i Paesi a concludere i lavori in tempo entro martedì.

Jaber, che è amministratore delegato della compagnia petrolifera di stato degli Emirati Arabi Uniti e guida nel contempo un'impresa di rinnovabili, ha detto più volte che punta ad un "accordo storico".

"Il fallimento non è un'opzione", ha avvertito ieri.

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