Continuano i bombardamenti anche nella metà nord della Striscia, diversi morti a Jabalia. Israele dichiara di avere ucciso un comandante di Hamas. Negoziati fermi, la Croce Rossa prepara un appello per gli ostaggi
L'offensiva di terra di Israele si è estesa a tutta la Striscia, con l'esercito israeliano che ha ordinato ulteriori evacuazioni all'interno della metà sud di Gaza.
Lo ha riferito lo stesso esercito (Forze di Difesa Israeliane, Idf nell'acronimo inglese) promettendo che le operazioni non saranno meno devastanti di quelle viste negli ultimi due mesi.
Pesanti bombardamenti hanno seguito gli ordini di evacuazione nell'area di Khan Younis, la maggiore città del meridione della Striscia, dove sono arrivati blindati e carri armati israeliani.
L'ospedale cittadino Al-Nasser è oltre il limite delle capacità, come già accaduto alle strutture sanitarie di Gaza city nella prima parte dell'offensiva di terra dell'Idf cominciata il 26 ottobre.
I bombardamenti della notte hanno riguardato anche Rafah, la città che si trova più vicino al valico con l'Egitto, e Jabalia nel nord dove almeno quattro persone sono morte in uno dei raid secondo l'agenzia palestinese Wafa.
Proprio nel nord della Striscia circa il 70 per cento del contingente israeliano si sarebbe ritirato, stando alle Brigate Ezzedin al-Qassam. L'ala militare di Hamas, citata dall'emittente al-Jazeera, non ha chiarito tuttavia il motivo di tale riposizionamento militare.
Le autorità sanitarie di Gaza hanno contato centinaia di morti e feriti dalla fine della tregua tra Israele e Hamas venerdì scorso e molte altre persone potrebbero trovarsi ancora sotto le macerie degli edifici distrutti.
L'Idf ha dichiarato che i suoi jet ed elicotteri da combattimento hanno colpito obiettivi di Hamas tra cui tunnel e depositi di armi e ucciso il comandate di un battaglione di miliziani, Haitham Khuwajari, attivo a Gaza City.
L'esercito israeliano ha comunicato anche la morte di tre soldati a Gaza, portando il bilancio delle perdite militari a 75, dall'inizio dell'offensiva, e a oltre 400 dal 7 ottobre.
I negoziati tentati da Qatar e Stati Uniti, per riprendere un cessate il fuoco che permetta la liberazione di altri ostaggi e l'entrata di aiuti umanitari, sono finora falliti. La comunità internazionale chiede a a Israele di proteggere i civili durante l'offensiva militare.
Secondo l'Onu quasi l'80% degli abitanti di Gaza è ormai sfollato internamente e quasi due milioni di persone si concentrano nel sud dell Striscia ora investita pienamente dall'offensiva israeliana.
La Croce Rossa prepara appello per gli ostaggi
La presidente del Comitato internazionale della Croce rossa (Cicr), Mirjana Spoljaric Egger, è attesa lunedì nella Striscia di Gaza. Secondo media israeliani, Egger dovrebbe lanciare un appello per consentire ai rappresentanti del CICR di visitare i circa 130 tra ostaggi civili e soldati prigionieri ancora in mano ai gruppi armati palestinesi.
Le prime ore di lunedì hanno visto operazioni israeliane anche in Cisgiordania a Qalqilya, Gerico, Jenin e Tulkarem con una sessantina di arresti.
Gli Stati Uniti hanno confermato invece domenica sera che il cacciatorpediniere Carney ha abbattuto dei droni sul Mar Rosso, dopo attacchi dallo Yemen contro tre mercantili in transito in acque internazionali.