Finita la tregua di una settimana, riprende la guerra. Israele attacca il sud della Striscia dove si concentrano ora 2 milioni di palestinesi. Accuse reciproche sul collasso dei negoziati. Gli Usa incolpano Hamas, Qatar ed Egitto puntano il dito contro Israele
Hezbollah ha attaccato venerdì alcune postazioni dell'esercito israeliano che ha risposto bombardando un villaggio nel sud del Libano euccidendo due civili. Lo ha riferito la televisione del movimento libanese, Al-Manar.
Gli scontri a fuoco sul fronte nord della guerra riprendono nel giorno in cui l'aviazione di Israele è tornata a sparare sulla Striscia di Gaza, dopo sette giorni di cessate il fuoco.
Secondo l'esercito israeliano, i primi a riprendere le ostilità sono stati i gruppi armati palestinesi con un lancio di missili venerdì alle 6 (le 5 in Italia) verso alcune comunità israeliane vicine alla Striscia di Gaza.
Nel resto della giornata razzi, rivendicati dal Movimento per il Jihad Islamico, sono stati sparati verso il centro di Israele e Gerusalemme.
Hamas ha accusato a sua volta Israele di non avere rispettato gli impegni e che i negoziati si sono interrotti sul rilascio di soldatesse israeliane prigioniere a Gaza.
Il Qatar, che ha mediato la tregua della settimana trascorsa, ha dichiarato che i nuovi bombardamenti israeliani hanno complicato ogni intesa. La tregua aveva permesso la liberazione di un centinaio di ostaggi israeliani e internazionali.
Anche l'altro mediatore, l'Egitto, ha lamentato il mancato rinnovo della tregua menzionando in un comunicato Israele e non Hamas.
Israele ha confermato venerdì che 136 sequestrati rimangono a Gaza, ma anche che almeno cinque persone rapite sono morte.
Il cessate il fuoco ha visto il rilascio in sette giorni di 240 palestinesi detenuti in Israele. L'ong Palestinian prisoners club ha denunciato tuttavia che, nello stesso periodo, sono state arrestate 260 persone.
Da Dubai, dove ha partecipato ai colloqui internazionali sul clima della Cop28, il segretario di Stato americano Antony Blinken ha dichiarato che la tregua in Medio Oriente è terminata per colpa di Hamas.
"Rimaniamo concentrati sul riportare tutti gli ostaggi a casa,sostenere e aumentare l'assistenza umanitaria per la popolazione di Gaza e fare in modoche Hamas non abbia mai più la capacità di fare ciò che ha fatto il 7 ottobre" ha detto Blinken prima di imbarcasi su un aereo.
Il segretario USA ha fatto eco alle dichiarazioni rese insieme con il premier Benyamin Netanyahu nel loro incontro in Israele giovedì.
RIPRENDE A SALIRE IL BILANCIO DEI MORTI A GAZA
L'esercito israeliano ha dichiarato che le sue forze di terra, aeree e navali hanno colpito più di 200 obiettivi.
I nuovi attacchi hanno fatto fatto registrare decine di morti e feriti anche nel sud della Striscia di Gaza, secondo media palestinesi. Sono stati riportati bombardamenti a Khan Younis e Rafah ma anche nel nord a Gaza City e a Jabaliya.
Il ministero della Sanità palestinese ha riferito alle otto di sera di venerdì che 178 persone sono morte e quasi 600 sono rimaste ferite dalla ripresa delle ostilità tra Israele e Hamas.
COSA ACCADRÀ ORA?
Molti a Gaza temono che, dopo l'evacuazione forzata del nord della Striscia, Israele voglia ora concentrarsi sul sud spingendo oltre due milioni di palestinesi verso l'Egitto, in quella che sarebbe un nuovo esilio dopo quelli causati dalle guerre del 1948 e del 1967.
I volantini lanciati venerdì dall'aviazione israeliana sull'area di Khan Younis, infatti, hanno ordinato ai residenti di evacuare non in zone adiacenti ma più a sud verso Rafah, al confine con l'Egitto. "Khan Younis è una zona pericolosa per i combattimenti. Siete stati avvertiti" si leggeva nei messaggi in arabo.
Il ministro della Difesa israeliano, Yoav Gallant, ha ribadito che "Hamas capisce solo la forza e quindi continueremo ad agire finché non avremo raggiunto gli obiettivi della guerra".
Fonti egiziane e regionali hanno riferito invece all'agenzia Reuters che Israele ha informato diversi Stati arabi dell'intenzione di includere, come condizione per una soluzione della guerra, una zona cuscinetto sul lato palestinese della Striscia di Gaza per prevenire futuri attacchi.