Se sbloccati, i 5,1 miliardi di euro rappresenterebbero il primo versamento di fondi di recupero per la Polonia, che finora non ha potuto attingere al pool comune di 750 miliardi di euro dell'Ue, a causa delle persistenti preoccupazioni sull'indipendenza giudiziaria e sulla separazione dei poteri
VARSAVIA (POLONIA) - Prima seduta del Parlamento polacco sotto la neve.
Con una coalizione di opposizione liberale (guidata dall'europeista Donald Tusk, ex presidente del Consiglio europeo) che ha recentemente ottenuto la maggioranza parlamentare alle elezioni, molti polacchi sperano che i controversi cambiamenti giudiziari introdotti dal precedente governo del partito PIS (Prawo i Sprawiedliwość - in italiano Diritto e Giustizia) vengano ribaltati.
Varsavia, infatti, ha bisogno - soprattutto - di un sistema giudiziario indipendente per sbloccare i fondi europei "congelati".
"Danni giudiziari" da riparare
Le condizioni hanno lo scopo di rimediare ai danni causati dalla Camera disciplinare della Corte Suprema polacca, che è stata autorizzata, in modo discusso, a punire i magistrati in base al contenuto delle loro sentenze.
Tuttavia, la nuova valutazione positiva della Commissione europea - giunta martedì 21 novembre - include la possibilità di sbloccare 5,1 miliardi di euro di prefinanziamento entro la fine dell'anno, a condizione che i 27 Stati membri diano la loro approvazione.
Sulla situazione giudiziara, spiega Lukasz Mrozek, membro dell'Associazione dei giudici polacchi “Iustitia”:
"Non abbiamo per niente avvertito il sostegno delle istituzioni dell'Unione europea, in particolare della Commissione europea... Ma dal 2019-2020 hanno capito che il problema era grosso. Ora sì che sentiamo il loro sostegno. Ci sono tappe fondamentali, negoziate in realtà dal governo PIS: la maggior parte di questi traguardi riguardano il risanamento del sistema giudiziario. Abbiamo lavorato su cinque progetti di legge, che dovrebbero riparare ciò che è stato danneggiato all’interno del sistema giudiziario negli ultimi otto anni. E speriamo che il nuovo governo che verrà ci aiuti ad apportare alcune modifiche in meglio".
Per il primo passo – la depoliticizzazione del Consiglio Nazionale della Magistratura – il Parlamento ha già nominato nuovi rappresentanti nel Consiglio.
Anna Maria Zukowska, deputata di "Nuova Sinistra", neoeletta membro del Consiglio Nazionale della Magistratura:
"Noi parteciperemo, come eletti dal Parlamento, ai lavori del Consiglio. Terremo d'occhio i giudici che sono già in Consiglio. Penso che questo sia l'inizio dei cambiamenti e, innanzitutto, bisognerebbe modificare la legge sul Consiglio stesso, in modo che siano nuovamente i giudici a determinare la parte giudiziaria di questo organo, e non i politici. Ma ci sono troppe voci, troppe opinioni contrastanti, e il processo deve essere reso ancora più democratico".
"Blocco dei fondi per la Polonia: ragioni esclusivamente politiche"
Mentre dall'Unione europea sono già stati stanziati (e ufficialmente sbloccati, ma ancora da erogare) 5,1 miliardi di euro, i politici di spicco del PIS respingono le accuse di smantellamento dello Stato di diritto: al contrario, affermano di averlo sostenuto.
Paweł Jabłoński, già sottosegretario di Stato, spiega:
"I fondi dovrebbero essere dati immediatamente, perché questa è una questione di diritto europeo. Lo diciamo da molto tempo che le ragioni per cui questi fondi vengono trattenuti non sono realmente legali e non hanno alcun fondamento giuridico, ma che sono puramente politiche. Accogliamo con favore qualsiasi decisione che ripristini la situazione legale, in modo che la Polonia riceva il denaro che le spetta".
"C'è ancora molto da fare"
La corrispondente di Euronews da Varsavia, Magdalena Chodownik:
"La Commissione europea ha raccomandato lo scongelamento di cinque miliardi di euro per la Polonia. Tuttavia, questi fondi non dipendono esclusivamente dai cambiamenti nel sistema giudiziario polacco: per questi soldi, la Polonia dovrà ancora aspettare e darsi da fare".
I primi fondi di recupero per la Polonia
Il nuovo piano polacco per la ripresa e la resilienza (RRF) combina 34,5 miliardi di euro in prestiti a basso interesse e 25,3 miliardi di euro in sovvenzioni, che dovrebbero essere erogati in diverse rate nei prossimi anni.
La revisione tiene conto di RePower Eu, il piano dell'Ue per ridurre le importazioni di combustibili fossili russi e accelerare la transizione verde, presentato dopo l'invasione dell'Ucraina da parte di Mosca.
Il piano originario della Polonia per il RRF aveva un valore di 35,4 miliardi di euro.
Se sbloccati, i 5,1 miliardi di euro rappresenterebbero il primo versamento di fondi di recupero per la Polonia, che finora non ha potuto attingere al pool comune di 750 miliardi di euro dell'Ue, a causa delle persistenti preoccupazioni sull'indipendenza giudiziaria e sulla separazione dei poteri.