Paura, frustrazione e disperazione: per l'Unrwa nella Striscia di Gaza l'ordine sociale vacilla

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Image Diritti d'autore Abed Khaled/Copyright 2023 The AP. All rights reserved.
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Di Michela Morsa
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Domenica sono arrivati altri 33 camion umanitari, ma secondo l'Agenzia Onu per i rifugiati palestinesi sono "scarsi e inconsistenti". Per la disperazione gli sfollati assaltano i magazzini con le scorte dell'Onu

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"La situazione a Gaza diventa ogni giorno più preoccupante". Lo ha detto domenica il segretario generale delle Nazioni unite Antonio Guterres. I beni disponibili sul mercato si stanno esaurendo e gli aiuti umanitari in ingresso dal valico di Rafah sono "scarsi e inconsistenti", ha detto invece l'Agenzia onu per i rifugiati palestinesi. Domenica sono arrivati altri 33 camion con scorte alimentari e medicinali - il convoglio più numeroso finora - ma, ha sottolineato anche il Comitato internazionale della Croce rossa, sono ancora "una goccia nell'oceano". 

"Le persone a Gaza dipendono dagli aiuti umanitari solo per sopravvivere alla giornata. La profondità della loro disperazione va oltre le parole. Ancora una volta, esorto le parti coinvolte a consentire un accesso umanitario senza ostacoli e sicuro a Gaza, ora. Deve essere ampliato e deve includere carburante e ripari", ha scritto domenica su X il commissario europeo per la gestione delle crisi Janez Lenarčič. 

La sopravvivenza di base è a rischio e la disperazione inizia ad avere la meglio sulla popolazione. Sabato migliaia di sfollati hanno preso d'assalto diversi magazzini e centri di distrubuzione dell'Unrwa nelle aree centrali e meridionali della Striscia, portando via sacchi di farina e altri beni di prima necessità, come i prodotti per l'igiene. 

Per l'Unrwa è un segnale preoccupante che l'ordine sociale sta iniziando a vacillare: "La popolazione è spaventata, frustruta, disperata. Le tensioni e la paura sono aggravate dai tagli alle linee di comunicazione telefoniche e internet. Sentono di essere soli, tagliati fuori dalle loro famiglie a Gaza e dal resto del mondo", ha detto il direttore degli Affari dell'Unrwa nella Striscia Thomas White. 

A causa del blackout delle comunicazioni, sabato non è arrivato nessun convoglio umanitario nella Striscia, che in una settimana ha visto l'ingresso di soli 117 camion. Con il progressivo ripristino delle linee domenica mattina, l'Unrwa è riuscita a coordinare il passaggio di un convoglio.

Ma, ha aggiunto White, "l'attuale sistema dei convogli è destinato a fallire. Pochissimi camion, processi lenti, ispezioni rigorose, forniture che non corrispondono ai requisiti dell'Unrwa e delle altre organizzazioni umanitarie, e soprattutto il continuo divieto di rifornimento di carburante, sono la ricetta per un sistema fallimentare". "Chiediamo un flusso regolare e costante di forniture umanitarie nella Striscia di Gaza per rispondere ai bisogni, soprattutto quando le tensioni e le frustrazioni crescono", ha concluso. 

Alla mancanza di cibo, acqua e medicinali, si aggiungono il sovraffollamento dei rifugi, i corpi sotto le macerie - le stime parlano di 1.500 -, i cimiteri e gli obitori sovraccarichi, che stanno peggiorando le già scarse condizioni igieniche degli sfollati. 

L'ultimo bilancio dei morti riferito dal ministero della Sanità di Gaza, gestito da Hamas, è di 8.005. Almeno 3.195 sono bambini: un numero che, denuncia Save the Children, supera le il numero complessivo di minori uccisi ogni anno dal 2019 in tutte le 20 maggiori zone di conflitto del mondo. 

Le promesse di Tel Aviv

Domenica le autorità israeliane hanno dichiarato che "presto" permetteranno l'ingresso di altri e più consistenti aiuti umanitari a Gaza, ma non carburante. Il capo degli affari civili del Cogat, l'organismo del ministero della Difesa israeliano che si occupa delle attività governative nei territori, ha dichiarato che che è stata istituita una "zona umanitaria" vicino alla città meridionale di Khan Younis, raccomandando ai residenti di Gaza di dirigersi verso il sud della Striscia. Non ha però fornito ulteriori dettagli.

Il colonnello Elad Goren ha sostenuto che per ora non c'è "un'imminente crisi umanitaria" nella Striscia e ha detto che Tel Aviv ha riaperto due delle tre condutture idriche che portano acqua nella Striscia. Il capo dell'Autorità palestinese per l'acqua Mazen Ghoneim ha confermato che Israele ha ricominciato a pompare l'acqua. Rimane comunque il problema della mancanza di energia elettrica, senza la quale i sistemi di pompaggio non possono funzionare. 

La situazione nell'ospedale Al-Quds

La Mezzaluna rossa palestinese ha dichiarato che domenica i pochi ospedali ancora in funzione nel nord della Striscia hanno ricevuto telefonate dalle autorità israeliane con l'ordine di evacuare. Da giorni ormai gli operatori sanitari si rifiutano di obbedire all'ordine di Tel Aviv, dal momento che è impossibile spostare i tanti pazienti in gravi condizioni. 

Tra gli ospedali minacciati, l'al-Quds di Gaza City, che sta ospitando 12mila persone, di cui 500 pazienti. Sempre la Mezzaluna rossa denuncia come da questa mattina le bombe israeliane stiano cadendo anche a 50 metri dall'ospedale. 

"Le forze di occupazione israeliane continuano deliberatamente a lanciare razzi direttamente vicino all’ospedale Al-Quds nella Striscia di Gaza per costringere il personale medico, gli sfollati e i pazienti a evacuare l’ospedale. Ciò ha causato danni significativi ai reparti ospedalieri ed esposto residenti e pazienti al soffocamento", si legge sulla pagina dell'organizzazione su X. 

Secondo Associated Press, nelle prime ore di domenica l'esercito israeliano ha bombardato anche i pressi dell'ospedale al-Shifa, il più grande della Striscia di Gaza e sotto il quale Tel Aviv sostiene Hamas abbia costruito il suo quartier generale. Alcune persone sentite da Ap hanno detto che i bombardamenti hanno distrutto quasi tutte le strade che portano all'ospedale, dove si stanno rifugiando 50mila persone. 

Le operazioni militari

Nel pomeriggio di domenica l'esercito israeliano ha comunicato sul suo canale Telegram ufficiale che continuano "le operazioni di terra nel nord della Striscia di Gaza". L'Idf ha riferito di scontri armati con i miliziani di Hamas. 

Ci sono combattimenti confermati sul lato est della Striscia, vicino al confine con Israele, a pochi chilometri dal Kibbutz di Zikim, e vicino a Beit Lahia, nel nord di Gaza, dove Hamas ha teso un'imboscata alle forze israeliane. Ci sono stati attacchi aerei anche su Beit Hanoun, nell’angolo nord-orientale della Striscia.

Domenica mattina il portavoce dell'esercito aveva annunciato che nelle ultime ore il numero di truppe nella Striscia di Gaza era aumentato, dicendo: "Stiamo gradualmente espandendo le attività di terra e l'entità delle nostre forze", senza fornire particolari dettagli. 

Il Washington Post e un giornalista palestinese su X hanno verificato e confermato un video pubblicato sabato da Israel Hayom, un giornale israeliano, che mostra soldati israeliani mentre issano una bandiera su un edificio. L'edificio si trova circa tre chilometri dentro alla Striscia - che in tutto è larga quattro chilometri -, e dunque estremamente in profondità nel suo territorio.

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