Peronismo contro destra libertaria. Argentina al ballottaggio per uscire dalla crisi economica: il 19 novembre il ballottaggio fra i candidati alla presidenza Sergio Massa e Javier Milei. Priorità in agenda un'inflazione al 138% e un tasso di povertà al 40%
Sarà uno tra il peronista Sergio Massa e l'"anarcocapitalista" di destra Javier Milei, a guidare l'Argentina nei prossimi quattro anni tra i marosi di un'inflazione ormai prossima al 140% e un tasso di povertà che supera il 40. In vantaggio al primo turno delle presidenziali di questa domenica, il candidato di Union por la Patria Massa che, con più del 36% dei consensi, ha invertito i rapporti di forza emersi dalle elezioni di agosto e stacca ora l'avversario di circa sette punti.
Quasi dieci milioni gli argentini che hanno comunque dato fiducia allo scapigliato economista ed ex opinionista televisivo Milei, che promette privatizzazioni a tappeto e punta sull'adozione del dollaro come ricetta anti-inflazione. Terza ed esclusa dal ballottaggio del 19 novembre, la candidata dell'opposizione di centro-destra Patricia Bullrich non è andata oltre al 24%.
Dei quasi 35,5 milioni di argentini chiamati alle urne ha risposto all'appello il 77,6%, il secondo tasso di partecipazione più basso dal ritorno alla democrazia, dopo la dittatura militare degli anni 1976-1983. Oltre che per le presidenziali, si votava per il rinnovo di 130 dei 257 seggi della Camera dei Deputati e 24 dei 72 del Senato, per la guida della capitale Buenos Aires e di alcune importanti province e per la nomina di 43 rappresentanti argentini al Parlamento del Mercosur.