Arabia Saudita, L'Unesco discute dei siti da preservare. Presente delegazione israeliana

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Di Euronews
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A Riad la 45esima sessione del comitato Unesco del Patrimonio dell'umanità esaminerà le candidature di 55 nuovi siti. A rischio le città ucraine minacciate dalla guerra. Presente una delegazione israeliana per promuovere le relazioni con l'Arabia Saudita

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Entro il prossimo 25 settembre più di cinquanta siti scopriranno se saranno inseriti nella lista del patrimonio dell'umanità Unesco. La 45esima sessione del comitato del corpo delle Nazioni Unite che si occupa di cultura è riunita a Riad, in Arabia Saudita, ed oltre a esaminare le 55 candidature, sarà chiamata a decidere sui siti da considerare a rischio, che potrebbero essere sei.

"Il comitato aveva già incluso Odessa nella lista del patrimonio mondiale in pericolo nel gennaio di quest'anno. Ed è per questo che, in questo incontro, continuerà ad esaminare la situazione di altri due siti, Kiev e Lviv", ha dichiarato Lazare Eloundou Assomo, il direttore del gruppo del Patrimonio mondiale dell'Unesco.

La questione di Venezia

Ma oltre alla distruzione portata dalla violenza della guerra, anche il cambiamento climatico minaccia le bellezze del Patrimonio mondiale. È il caso di Venezia, in pericolo per l'eccessivo numero di turisti che ogni anni la visitano e a causa dell'innalzamento del livelo del mare.

Il numero di letti disponibili per i turisti sull’isola principale di Venezia ha superato per la prima volta il numero dei residenti: oggi i posti letto turistici tra alberghi e case vacanze in affitto sono 49.693, contro 49.304 abitanti. E per questo a luglio l'Agenzia delle Nazioni unite aveva proposto di inserire la città veneta nella lista dei siti a rischio se le autorità italiane non si fosseo impegnate con azioni concrete per proteggerla.

Diplomazia culturale

La difesa della cultura è anche un'occasione diplomatica. Una delegazione israeliana è a Riyadh per mediare normalizzazione dei legami tra i due paesi. È un ulteriore segno che l'ArabiaSaudita si sta aprendo a Israele, su pressione di Washington, che preme per una completa normalizzazione delle loro relazioni.

Un altro funzionario israeliano ha detto che la delegazione includeva il vicedirettore generale del Ministero degli Esteri per le organizzazioni internazionali e l'ambasciatore presso le organizzazioni internazionali a Parigi.

Il governo saudita non ha risposto immediatamente a una richiesta di commento. Il portavoce del Ministero degli Esteri israeliano e l'Unesco hanno rifiutato di commentare.

Le apparizioni pubbliche di funzionari israeliani sono rare in Arabia Saudita, una potenza musulmana e sede dei santuari più sacri dell’Islam, ma entrambe le parti hanno avuto contatti segreti motivati soprattutto dai timori condivisi nei confronti dell’Iran.

Washington ha esercitato pressioni sul suo tradizionale alleato Riyadh affinché firmi un accordo di normalizzazione con Israele, che rappresenterebbe la sua più grande vittoria diplomatica nella regione e farebbe seguito ad accordi simili con Emirati Arabi Uniti, Bahrein e Marocco, noti come Accordi di Abramo.

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