Romania, nel villaggio alle porte dell'Ucraina dove è caduto il drone russo

Il Danubio
Il Danubio Diritti d'autore AP/AP
Diritti d'autore AP/AP
Di Euronews
Condividi questo articoloCommenti
Condividi questo articoloClose Button
Copia e incolla il codice embed del video qui sotto:Copy to clipboardCopied

Gli abitanti di Plauru, in Romania, vivono nel terrore da ben prima del ritrovamento dei frammenti del drone russo. Gli attacchi russi sui porti ucraini si sono intensificati da luglio,e Izmail, sul Danubio è a soli 200 metri di distanza

PUBBLICITÀ

Ho paura ma non mi muovo. Questa, in estrema sintesi, la posizione degli abitanti di Plauru, in Romania. Il villaggio dista soli duecento metri dall'Ucraini e pochi giorni fa i frammenti di un drone russo sono stati ritrovati nel suo territorio.

Non è stata la scoperta dei resti del dispositivo militare, in principio negata dalle autorità romene, a scioccare gli abitanti. Nessuna sorpresa. Le persone che vivono qui sono abituate a vedere i droni russi volare sopra le loro teste e a sentire le sirene dei raid aerei suonare a pochi passi dalle loro case.

 Plauru appartiene al comune di Ceatalchioi, nel dipartimento di Tulcea, e si trova ad appena duecento metri dal confine con l'Ucraina e dai combattimenti. Il porto fluviale di Izmail, startegico per l'esportazione dei cereali ucraini e pesantemente colpito dagli attacchi russi negli ultimi giorni, da qui si vede benissimo. Si trova sull'altra sponda del Danubio.

La voce degli abitanti

Ultimamente non passa giorno senza che qualcosa esploda nelle vicinanze. Proprio ieri sera c'è stato un altro bombardamento.

Ion Giovanovici, abitante di Plauru descrive così la notte passata: "Erano le 2:58 del mattino quando ho sentito il primo boato. Sono uscito e all'improvviso c'è stata un'altra esplosione. Hanno colpito nello stesso punto in cui si trova il silo".

La paura è palpabile, ma in pochissimi sembrano intenzionati ad andarsene. Tudor Cernegăl, il sindaco di Ceatalchioi, ha offerto la possibilità di trasfersirsi altrove, almeno per un periodo. Ma nessuno vuole lasciare la casa, la terra o il bestiame.

"Probabilmente si tratterà di un'evacuazione volontaria. Il ministero e il prefetto hanno assicurato che gli abitanti di Plauru potranno beenficiare delle stesse condizioni riservate ai rifugiati ucraini", ha affermato Cernegăl.

Ma la maggior parte delle persone non sembra intenzionata a partire, nonostante le rassicurazioni delle autorità: "Da qui non me ne vado", dichiarano in molti.

Un problema di lunga durata

Gli attacchi russi sui porti ucraini, come quello di Izmail, si sono intensificati da quando Mosca si è ritirata dall'accordo sui cereali che permetteva a Kiev di esportare le sue derrate attraverso il Mar Nero.

Anche il recente tentativo del presidente turco Recep Tayyip Erdoğan in visita a Soci per cercare di riportare Mosca nell'accordo non hanno dato frutto.

I residenti di Plauru denunciano dal mese scorso lo sconfinamento di dispositivi militari all'interno del territorio rumeno. All'epoca erano state avviate delle indagini nel di partimento di Tulcea, ma non erano stati trovati riscontri.

Condividi questo articoloCommenti

Notizie correlate

Ucraina, Attacchi russi nelle regioni orientali. Bombe sui civili a Sumy

Che senso ha "la guerra dei droni" dell'Ucraina contro la Russia?

Mosca: sventato attacco ucraino al ponte della Crimea