Russi d'Europa: minoranza incompresa?

A protestor holds a placard at a small demonstration against Russia's invasion of Ukraine, in front of the Russian embassy in Nairobi Kenya, Saturday, Feb. 26, 2022.
A protestor holds a placard at a small demonstration against Russia's invasion of Ukraine, in front of the Russian embassy in Nairobi Kenya, Saturday, Feb. 26, 2022. Diritti d'autore AP/Copyright 2022 The AP. All rights reserved.
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Di Joshua Askew
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C'è chi li accusa di "volere tutto, ma non fare nulla", e che li ritiene oppositori di Putin da aiutare. Intervista a Ivan emigrato in Lituania da San Pietroburgo

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"Il mio sogno è sempre stato quello di trasferirmi in Europa", dice Ivan Sidorov, nome di fantasia di un 31enne immigrato in Lituania dalla Russia. 

Sorpreso dalla facilità di ingresso nell'Unione europea, Ivan vi ha trovato un lavoro, lasciando San Pietroburgo lo scorso settembre.

"Il nostro presidente, il governo, il regime... non possiamo cambiare nulla. Se ci proviamo, rischiamo di finire in prigione. Prima pensavo che avessimo una possibilità. Ma ho capito che è inutile", racconta a Euronews.

Quando i carri armati russi sono entrati in Ucraina nel febbraio 2022, Ivan ha partecipato a diverse manifestazioni contro la guerra a San Pietroburgo. A differenza sua, migliaia di russi sono stati arrestati, picchiati e imprigionati dalle forze di sicurezza per il loro dissenso.

"Prima di trasferirmi qui - spiega - pensavo che tutti capissero che chi lascia la Russia lo fa perché è contrario a tutto questo. Ma quando sono arrivato sono rimasto sorpreso da quanto fossero difficili le cose".

"Quando le persone si rendono conto che vengo dalla Russia, cambiano espressione", continua. 

Il sostegno all'Ucraina è molto forte in Lituania, anche se in alcuni ambienti c'è ambivalenza.

Secondo Ivan un "bug psicologico", ereditato dalla storia, identifica i russi come "nemici" nella mente delle persone.

Ricorda le numerose volte in cui gli altri si sono dimostrati aggressivi, ostili o lo hanno interrogato incessantemente sulla sua posizione nei confronti della guerra, a volte rivolgendogli insulti o battute offensive.

La Lituania, in solidarietà con Kiev, ha attuato diverse misure restrittive nei confronti dei cittadini russi, sospendendo i visti poco dopo l'invasione dell'Ucraina e vietando loro di acquistare proprietà.

"Credo che queste politiche siano un enorme errore - sostiene Sidorov - Abbiamo già abbastanza problemi. Abbiamo perso le nostre case. Non possiamo semplicemente tornare in Russia".

Non tutti però sono d'accordo

Lo scorso settembre, Benjamin Tallis, specialista in politica e sicurezza internazionale, ha dichiarato a Euronews che l'imposizione di misure severe nei confronti dei cittadini russi all'interno dell'Ue fosse necessaria per mostrare un po' di forza contro l'aggressione di Mosca e in segno di solidarietà con l'Ucraina.

"È sbagliato pensare che l'élite russa si goda la vita in Europa come se nulla fosse, mentre continuano le uccisioni, le torture, gli stupri e i saccheggi dell'Ucraina da parte dei russi", ha dichiarato l'esperta Kristi Raik.

Nonostante le restrizioni sui viaggi e sui visti imposte nel 2022 da gran parte dei Paesi europei alla Russia, l'anno scorso sono stati concessi visti Schengen a più di 600.000 cittadini russi.

Nella nuova patria di Sidorov, la Lituania, il numero di russi che hanno richiesto il permesso di soggiorno è raddoppiato rispetto al 2021 (quasi 4.000), secondo il Dipartimento per la migrazione del Paese.

La situazione è diversa in altre parti d'Europa

"La Francia fa del suo meglio", afferma Nadezda Kutepova, avvocato e attivista russa per i diritti umani, giunta nel Paese come rifugiata nel 2015.

Il trattamento nei confronti dei russi non è cambiato dopo lo scoppio della guerra a febbraio, e questo al netto dei perenni "problemi della burocrazia francese", spiega.

Al contrario, Kutepova è sprezzante nei confronti dei suoi compatrioti: "I russi vengono in Francia, ma non vogliono partecipare alle manifestazioni contro la guerra. Vogliono avere tutto e non fare nulla".

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Kutepova ha protestato contro la guerra e la "comunità pro-Putin" francese e dice di capire le "cose cattive" che gli ucraini spesso pensano della comunità russa.

"Ma la maggior parte dei russi non merita questa accusa. Non sono responsabili della situazione - precisa - Sono molto, molto arrabbiata per questo. Le persone non vanno alle manifestazioni perché pensano che la loro partecipazione sia inutile".

Tuttavia, Kutepova ritiene che l'Europa dovrebbe fare di più per integrare i russi che vivono all'interno dei suoi confini.

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