Russia, gli indecifrabili scenari dopo la ribellione del battaglione Wagner

Mosca ha vissuto per alcune ore lo spettro di uno scontro armato tra l'esercito e il battaglione Wagner
Mosca ha vissuto per alcune ore lo spettro di uno scontro armato tra l'esercito e il battaglione Wagner Diritti d'autore Dmitri Lovetsky/Copyright 2023 The AP. All rights reserved.
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Difficile immaginare quali saranno le conseguenze politiche e militari della rocambolesca ribellione del battaglione Wagner e del suo leader Prigozhin

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"Sto certamente con Putin. Vladimir non sbaglia". "Per capire davvero cosa sia successo occorre partire dal presupposto che la rivolta è stata organizzata dagli Stati Uniti". "Francamente è troppo presto per esprimersi, occorre aspettare e riflettere". Le reazioni della popolazione di Mosca alla ribellione del battaglione Wagner, agli ordini di Yevgeny Prigozhin, appaiono improntante alla calma. La paura di uno scontro tra l'esercito regolare e i mercenari sembra già archiviata. Se e cosa ciò comporterà concretamente nella politica russa, e al contempo nel conflitto in Ucraina, è invece avvolto dal mistero.

Il ministro della Difesa Shoigu sostituito da Alexei Dyumin?

Nella mattinata di lunedì 26 giugno il ministro della Difesa, Sergei Shoigu, si è recato in visita alle truppe al fronte (è almeno questo ciò che appare, secondo un video pubblicato dal Cremlino). Proprio lui che a più riprese è stato oggetto di critiche veementi da parte di Prigozhin. Tanto che ilsuo posto potrebbe essere preso dal governatore della regione di Tula, Alexei Dyumin, e ciò farebbe parte proprio dell'accordo tra Mosca e lo stesso Prigozhin, raggiunto sotto l'egida della presidenza bielorussa. 

Per ora, però, l'intenzione del Cremlino sembra quella di non muovere troppe pedine su uno scacchiere confuso e dagli equilibri precari. Basti pensare alla sorte del capo del battaglione Wagner, oggetto dapprima di un attacco durissimo da parte di Putin, che ha rievocato il 1917, e parlato di "tradimento" e "appello all'insurrezione armata". Improvvisamente, la diplomazia moscovita sembra essersi quasi affrettata a minimizzare non soltanto quanto accaduto, ma anche le responsabilità personali di Prigozhin. Andrei Kartapolov, capo del Comitato di Difesa della Duma, ha affermato che il leader dei mercenati non avrebbe "colpito nessuno" né "danneggiato alcunché".

Un salvacondotto per Prigozhin? Se sì, a quale prezzo?

Nel frattempo, nulla si sa su Prigozhin. A lui sarebbe stato concesso un salvacondotto per rifugiarsi in Bielorussia. Ma dal fine settimana non si hanno notizie di lui. E il quotidiano Kommersant ha indicato che l'inchiesta penale a suo carico non sarebbe in realtà ancora stata chiusa. Ma al di là anche delle controversa figura dell'ex cuoco personale di Putin, c'è da chiedersi cosa ne sarà delle sue truppe. 

All'inizio della sua breve rivolta, Prigozhin aveva assicurato di avere con sé 25mila uomini "pronti a morire". Cifre ovviamente da verificare, ma a prescindere dalle dimensioni del battaglione, non è in alcun modo chiaro quale sia il suo futuro. Seguirà il suo leader nella nazione di Lukashenko? Verrà dissolto? Tornerà a combattere in Ucraina? O altrove?

Cosa ne sarà ora del battaglione Wagner

Ciò che è chiaro è che Putin sembra essere stato costretto a tornare, di fatto, rapidamente sui suoi passi rispetto alle prime dichiarazioni di fuoco. Come giustificare il balletto di fronte all'opinione pubblica? Il responsabile della Politica estera dell'Unione europea, Joseph Borrell, ha sottolineato come dalla vicenda il leader russo esca probabilmente indebolito. All'interno delle forze armate sembra esserci effettivamente una frattura, anche se a livello politico l'impressione è stata di una sostanziale compattezza attorno alla figura di Putin. Per lo meno di facciata. 

Il segretario generale della Nato, Stoltenberg, ha da parte sua usato prudenza, limitandosi a sottolineare come le scelte di annettere la Crimea e di invadere l'Ucraina abbiano rappresentato gravi errori di valutazione da parte di Putin. Difficile immaginare, però, che la vicenda del battaglione Wagner possa aver convinto il Cremlino ad operare per una conclusione del conflitto in Ucrina. Piuttosto, c'è chi teme che il leader russo possa tentare di rilanciare l'azione militare, anche per restituire lustro alla sua immagine. Solo i prossimi mesi ci diranno se e quali conseguenze avrà avuto la rocambolesca vicenda consumatasi tra il 23 e il 24 giugno lungo la strada che collega Rostov a Mosca.

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