Gli svizzeri si confermano a favore della neutralità climatica

Respinto il referendum in Svizzera contro gli incentivi per impianti di riscaldamento più sostenibili
Respinto il referendum in Svizzera contro gli incentivi per impianti di riscaldamento più sostenibili Diritti d'autore EBU/SRF
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Di Gianluca Martucci
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Il referendum che prevede incentivi per impianti di riscaldamento più sostenibili supera la prova. Ma non ci saranno ulteriori divieti e obblighi rispetto a quanto previsto dalla "legge sui ghiacciai"

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Un referendum presentato per rigettare la "legge clima" che avvicina la Svizzera all'obiettivo di neutralità climatica fissato al 2050, è stato respinto con il 59% dei voti. Il testo stanzia 3,1 miliardi di franchi svizzeri a favore delle famiglie che investono in riscaldamenti rispettosi del clima e delle imprese che adottano tecnologie rispettose dell'ambiente.

La legge riduce già le ambizioni iniziali del governo federale, che proponeva di inserire nella Costituzione il divieto di utilizzo di petrolio, gas naturale, benzina e diesel a partire dal 2050 nell'ambito della strategia presentata nel 2019 per salvare i ghiacciai svizzeri dallo scioglimento definitivo. Il partito conservatore dell'Unione Democratica di Centro tuttavia la riteneva altrettanto dannosa per le tasche dei cittadini elvetici, e insieme a un gruppo di 200 organizzazioni e imprese ha promosso la consultazione popolare.

I cittadini hanno deciso di votare a favore di misure che migliorano "la protezione del clima senza introdurre divieti o nuove tasse", come specificava la descrizione del "sì" sulla scheda elettorale. Contrariamente all'approccio più vincolante dell'iniziativa per la salvaguardia dei ghiacciai la legge si limita a incentivare l'abbandono dei vettori energetici fossili come benzina, diesel, olio da riscaldamento e gas per gli impianti di riscaldamento domestici.

La Svizzera infatti è totalmente dipendente dall'estero nelle forniture di petrolio e di gas naturale.

Il canton Ginevra è stato il distretto elettorale dove i "sì" hanno ottenuto in media la percentuale più alta con il 74%. I "no" hanno ottenuto la maggioranza nei cantoni Svitto, Obvaldo e Uri. L'affluenza totale nel Paese si è attestata al 42%.

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