Il referendum per la rimozione dei sindaci eletti lo scorso anno, quando la maggioranza degli elettori serbi non votò, non ha raggiunto il quorum. I serbi hanno boicottato di nuovo le urne nei quattro comuni nel nord del Kosovo
Il referendum sulla rimozione dei sindaci albanesi in quattro comuni a maggioranza serba, nel nord del Kosovo, tenutosi domenica, è fallito.
Gli elettori di etnia serba hanno infatti boicottato il voto, come già fatto nelle elezioni di un anno fa quando l'affluenza fu di appena il 3,5 per cento. Ciò permise alla minoranza albanese di eleggere i propri candidati.
A Leposavic, Zubin Potok e Severna Mitrovica hanno votato solo 253 elettori su 46.556 aventi diritto, una quota largamente inferiore al 50 per cento necessario la validità della consultazione. Nel comune di Zvecan, non ha votato nessuno.
I sindaci contestati nel nord del Kosovo sono stati eletti nel 2023 senza il voto dei serbi
Il referendum era stato deciso dalle autorità del Kosovo dopo mesi di tensioni con la Serbia e violenze nelle regioni interessate, e a seguito di una petizione a gennaio di oltre il 20 per cento dei residenti (sostenuta da Lista serba, il principale partito locale) per tornare al voto, come previsto dal legge kosovara.
A inizio aprile però Lista Serba aveva cambiato posizione sul referendum e aveva dichiarato il boicottaggio del voto, affossando di fatto il referendum. Tra le motivazioni, ci sono la contestata introduzione di telecamere di sorveglianza ai seggi e l'uso di liste elettorali non aggiornate.
Potrebbe avere influito anche la raccomandazione nei giorni scorsi da parte dell'assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa di invitare il Kosovo come membro del consiglio che si occupa di democrazia e diritti in Europa.
In Kosovo circa il 10 per cento della popolazione è di origine serba. Da quando nel 2008 è stata dichiarata l'independenza dalla Serbia, queste comunità sono sempre rimaste legate a Belgrado, da cui ricevono servizi scolastici e sanitari e vari sussidi.