Il Presidente croato Zoran Milanović contro il saluto "Slava Ucraini"

Il presidente croato Zoran Milanović
Il presidente croato Zoran Milanović Diritti d'autore Matias Basualdo/Copyright 2022 The AP. All rights reserved
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Di Una Hajdari
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Le affermazioni di Milanović rispecchiano le dichiarazioni fatte dai funzionari russi

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Una dichiarazione che ha sollevato una bufera politica e mediatica. Il presidente croato Zoran Milanović ha paragonato il saluto nazionalista "Slava Ukraini" ovvero "Gloria all'Ucraina!", ai saluti dei nazisti tedeschi e degli Ustasha nazisti croati.

Durante una cerimonia di premiazione a Zagabria, Milanović, ai giornalisti presenti, ha fatto notare che “Questi sono i saluti dei più radicali sciovinisti dell’Ucraina occidentale, che hanno collaborato con i nazisti negli anni Quaranta e ucciso migliaia di polacchi, ebrei – tutti quelli che potevano”, ha detto il presidente croato. Milanović che anche dichiarato di non voler sentire in territorio croato il saluto nazista "Sieg Heil!

"Slava Ukraini", dall’inizio dell’invasione russa, seguito dalla risposta "Gloria agli Eroi", è diventato il grido di battaglia ufficiale delle Forze Armate dell'Ucraina.

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Un tifoso con la scritta "Slava Ukraini" durante l'Europa League a Cracovia, 15 settembre 202Piotr Hawałej/Copyright 2022 The AP. All rights reserved

Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky al termine dei discorsi pubblici usa sempre questa espressione. È diventata onnipresente nel paese come segno di determinazione nazionale, simile allo slogan britannico in tempo di guerra "Keep Calm and Carry On".

L’espressione "Slava Ukraini" ormai la si trova ovunque, sui cartelloni pubblicitari, sulle T-shirt e persino sulle carte di credito. Milanović l’ha, tuttavia, paragonata al canto usato dai simpatizzanti dello Stato indipendente di Croazia o NDH, una sorta di stato fantoccio nazista, durante la seconda guerra mondiale. L’NDH era guidato da seguaci di Hitler in Europa, che condussero brutali campagne di pulizia etnica.

“Non c’è differenza tra “Per la patria pronti!” (il saluto degli Ustasha nazisti croati) e “Gloria all’Ucraina” (Slava Ukraini). Lo slogan è stato vietato per uso pubblico dalla Corte costituzionale croata. In tre diverse occasioni, il tribunale ha stabilito che è un'espressione di ideologia razzista.

Le affermazioni di Milanović su "Slava Ukraini" rispecchiano le dichiarazioni fatte dai funzionari russi. Secondo il Cremlino, è associato esclusivamente all'Organizzazione dei nazionalisti ucraini o OUN, un'organizzazione ultranazionalista ucraina, la cui fazione radicale guidata da Stepan Bandera, collaborò con i nazisti. E’ stato un partito politico nazionalista e fascista fondato nel 1929 da esuli ucraini anticomunisti e anti-russi nella città di Vienna.

Secondo accademici e storici, "Slava Ukraini" è antecedente all'OUN, essendo stato menzionato dal poeta nazionale ucraino Taras Shevchenko nel XIX secolo. È stato utilizzato anche da vari rivoluzionari e attivisti ucraini ben prima degli eventi della seconda guerra mondiale.

Milanović ha affermato erroneamente che le due frasi erano della stessa epoca, paragonandole al famigerato saluto nazista tedesco. “Il saluto croato è antico quanto “Slava Ukraini” e quanto lo slogan “Sieg Heil” usato nella Germania nazista. Io non voglio sentire queste frasi in Croazia, mai", ha detto.

AP/AP1941
Adolf Hitler e il Dr. Ante Pavelic insieme a Hermann Goering, Berghof. 6 giungo 1941AP/AP1941

Sebbene alcuni croati sostengano che "Per la patria, pronti!" è stato utilizzato anche prima della seconda guerra mondiale, diversi storici progressisti sottolineano che, a differenza dell'Ucraina, la Croazia aveva uno stato nazista a tutti gli effetti che controllava territori significativi, inclusa non solo l'odierna Croazia, ma anche parti della Bosnia ed Erzegovina e della Serbia.

Il saluto fu poi riutilizzato, anche, durante la guerra nell’ex Jugoslavia negli anni '90, e da politici e paramilitari di estrema destra durante il conflitto nei Balcani.

A differenza di "Slava Ukraini", "Per la patria, pronti!" è utilizzato esclusivamente in contesti in cui l'obiettivo è stabilire il predominio etnico croato su altri gruppi. "Il fatto che alcuni leader occidentali siano rimasti affascinati dallo slogan usato dall’Ucraina, specialmente in Canada, ha sottolineato il presidente croato, significa che sono analfabeti o altro, io non lo userò", ha detto.

Il governo russo da tempo paragona il governo di Kiev a un governo "nazista" per denigrare la statualità dell'Ucraina, accuse considerate “false” dai principali leader occidentali.

Ronald Zak/Copyright 2020 The AP. All rights reserved.
Il presidente croato Zoran MilanovićRonald Zak/Copyright 2020 The AP. All rights reserved.

Milanović, membro di lunga data del Partito socialdemocratico croato, è stato apprezzato in passato per aver sostenuto cause progressiste e per aver criticato i nazionalisti.

Dal 2011 al 2016 è stato Primo ministro della Croazia. Nel 2019 vinse le elezioni presidenziali, come candidato liberale di sinistra, un contrappunto al governo conservatore attualmente al potere nell’Unione Europea. Con la sua elezione a Presidente finì l’era di Kolinda Grabar-Kitarović di HDZ, fortemente criticata per aver minimizzato i crimini di guerra commessi dall'esercito croato.

Da quando è diventato presidente Zoran Milanović è diventato, tuttavia, un politico molto controverso. Negli ultimi mesi, si è apertamente opposto all’ammissione di Finlandia e Svezia nella NATO, nonché all’addestramento delle truppe ucraine in Croazia come parte degli aiuti dell’Ue all’Ucraina. Nel 2021 criticò le misure anti- Covid-19 dell'Austria come "un ritorno al fascismo".

Eppure sembra che questo suo atteggiamento di fatto aumentato la sua popolarità: nei sondaggi Crobarometar condotti all'inizio di maggio, è stato valutato come Il politico più popolare della Croazia.

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