Plastica, a Parigi 175 nazioni cercano un accordo contro l'inquinamento

I rifiuti di plastica invadono l'intero globo terrestre
I rifiuti di plastica invadono l'intero globo terrestre Diritti d'autore Eldar Emric/Copyright 2023 The AP. All rights reserved.
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Si tiene a Parigi, presso la sede dell'Unesco, la seconda sessione dei negoziati per un trattato in grado di disciplinare l'uso della plastica

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I delegati di 175 nazioni di tutto il mondo si sono riuniti a Parigi, presso la sede dell'Unesco, per la seconda di cinque sessioni di lavoro il cui obiettivo è raggiungere, entro il prossimo anno, un accordo sul ciclo di vita della plastica. Quest'ultima rappresenta una fonte di inquinamento onnipresente non soltanto sulla terraferma ma anche nei mari e negli oceani.

Nel 2050 rischiamo di avere più plastica che pesci nei mari

Si tratta di un problema gigantesco, poiché la plastica, col tempo, si sbriciola in piccole particelle (microplastiche o nanoplastiche) che spesso vengono ingerite dai pesci e dagli uccelli marini, entrando così nella catena alimentare e finendo anche per contaminare gli esseri umani. "Se non agiamo, nel 2050 gli oceani avranno più plastica che pesci", ha sottolineato la ministra degli Esteri francese, Catherine Colonna.

Intervistata dall'agenzia AFP, la direttrice esecutiva del Programma delle Nazioni Unite per l'ambiente, Inger Andersen, ricorda da parte sua che oggi "abusiamo della plastica perché è a buon mercato. Ma questa ha conseguenze sull'ambiente, sugli oceani, sulla fauna e la flora".

La produzione di materiali plastici, inoltre, è ancora oggi dipesa dalla filiera petrolchimica, ovvero da fonti fossili che poducono emissioni climalteranti e contribuiscono ad aggravare il problema del riscaldamento globale. 

"Una bomba a orologeria"

Di qui la necessità di un trattato internazionale che ne regoli produzione e smaltimento: "Una problema di clima, un problema di natura, un problema di salute", ha twittato il segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres. Il presidente francese Emmanuel Macron, che ospita il summit, ha ricordato che l'inquinamento da plastica rappresenta una "bomba a orologeria". E ha inoltre chiesto di porre fine a un sistema che vede i Paesi più ricchi sbarazzarsi dei rifiuti di plastica esportandoli verso quelli più poveri. Che spesso non hanno neppure i mezzi per trattarli. 

"Occorre - ha aggiunto Macron - fare in modo che la fine dell'inquinamento da plastica crei valore: con la raccolta differenziata, il riciclo e il riutilizzo, possiamo sviluppare attività economiche che creino posti di lavoro e ricchezza. Ecco perché abbiamo bisogno di un trattato internazionale giuridicamente vincolante. Dobbiamo costruire questo accordo insieme. Deve consentirci di compiere progressi su una serie di obiettivi fondamentali".

Un quinto dei rifiuti di plastica bruciato illegalmente

La posta in gioco è infatti altissima, dato che la produzione annuale di plastica è più che raddoppiata negli ultimi 20 anni, raggiungendo i 460 milioni di tonnellate, ed è destinata a triplicare entro i prossimi quattro decenni. Due terzi di questa produzione è destinata ad oggetti che diventano rifiuti dopo essere stati utilizzati una sola o pochissime volte. E più di un quinto di tale immensa mole di immondizia è bruciato illegalmente. Il riciclo a livello mondiale, invece, vale ancora meno del 10%.

Nel tentativo di agevolare le trattative ed avanzare più rapidamente, per sabato 3 giugno - all'indomani della fine della sessione di lavoro presso l'Unesco - è previsto un vertice in Francia con i ministri di 60 Paesi.

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