Israele, ancora bombardamenti sulla Striscia di Gaza: uccisi almeno 24 palestinesi

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Di Michela Morsa
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Da martedì Israele avrebbe colpito più di 130 obiettivi nella Striscia di Gaza, tra cui siti di lancio di razzi e le abitazioni di diversi comandanti del gruppo radicale Jihad islamico. Gaza risponde con centinaia di missili, ma la maggior parte sono intercettati dal sistema di difesa aereo

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Terzo giorno di bombardamenti sulla Striscia di Gaza. Nelle prime ore di giovedì un attacco aereo israeliano contro un edificio nella zona meridionale di Gaza ha ucciso un altro importante membro dello Jihad islamico, Ali Ghali, e due colleghi. L'esercito israeliano ha dichiarato che l'uomo era il capo della squadra missilistica dell'organizzazione militare palestinese, che Tel Aviv considera terroristica. La sua morte è stata confermata anche dal Jihad islamico. 

Dalla Striscia intanto sono stati lanciati centinaia di razzi attraverso il confine, la maggior parte intercettati dal sistema di difesa aerea Iron Dome. Alcuni sono comunque riusciti a causare danni significativi, ma nessuna vittima. Da martedì, quando Tel Aviv ha iniziato a lanciare attacchi contro i comandanti dello Jihad islamico, a suo dire responsabili di diversi attacchi terroristici contro gli israeliani, sono stati uccisi almeno 24 palestinesi, tra cui almeno cinque donne e cinque bambini

L'Egitto, frequente mediatore tra le parti, tenta di mediare un cessate il fuoco, ma le possibilità di una tregua sono sfumate con l'intensificarsi dei combattimenti nella tarda serata di mercoledì, senza che nessuna delle due parti mostrasse segni di cedimento.

L'ufficio del Segretario generale delle Nazioni unite Antonio Guterres ha espresso "profonda preoccupazione" per l'escalation di violenza, la peggiore che colpisce il territorio costiero da mesi, e ha invitato Israele ad attenersi al diritto internazionale. Ha anche condannato "il lancio indiscriminato di razzi da Gaza verso Israele".

Lo scambio di fuoco

La tensione era salita già la scorsa settimana, quando uno dei membri di spicco dello Jihad islamico,Khader Adnan, era morto sotto custodia israeliana dopo uno sciopero della fame di quasi 90 giorni, intrapreso per protestare contro la propria incarcerazione. 

L'organizzazione militare palestinese aveva lanciato più di 100 razzi attraverso il confine e i jet israeliani avevano colpito diversi obiettivi a Gaza in uno scambio durato ore. Il 3 maggio era stato raggiunto un cessate il fuoco

Poi nella notte di martedì 9 maggio Israele ha ripreso gli attacchi, uccidendo tre comandanti dello Jihad islamico e alcuni dei loro familiari. In previsione di conseguenti attacchi missilistici palestinesi, l'esercito israeliano ha esortato i civili residenti entro 40 chilometri da Gaza a stare vicini ai rifugi antiaerei. Già prima dell'inizio del lancio di razzi da Gaza di mercoledì, il 30% dei residenti delle comunità israeliane di confine era stato evacuato per precauzione.

Netanyahu ha dichiarato che sono stati lanciati più di 400 razzi, un quarto dei quali non ha superato il confine della Striscia. Il comando congiunto dei gruppi militanti di Gaza, che comprende lo Jihad islamico e Hamas, ha rivendicato la responsabilità del lancio dei missili. 

Erano una rappresaglia per gli attacchi israeliani, che hanno descritto come "un bombardamento selvaggio e insidioso di edifici civili che ha portato alla morte di diversi martiri innocenti".

A Gaza, le aziende e le scuole sono rimaste chiuse, mentre Israele ha chiuso i due valichi di passaggio di merci e persone con Gaza. La mossa impedisce l'ingresso di merci, carburante e aiuti umanitari nella Striscia, nonché dei pazienti che ricevono cure negli ospedali della Cisgiordania e di Israele.

Mediazione

Il portavoce dello Jihad islamico, Dawoud Shehab, ha confermato il ruolo di mediatore dell'Egitto. Anche il ministro degli Esteri israeliano, Eli Cohen, ha dichiarato all'emittente pubblica Kan che il governo "sta esaminando le proposte" del Cairo. 

Poco rassicuranti le parole del primo ministro Benjamin Netanyahu che, in un discorso pubblico, ha dichiarato che lo Jihad islamica ha subito un duro colpo, ma "la campagna non è ancora finita". L'esercito israeliano ha dichiarato di aver colpito più di 130 obiettivi, compresi i siti di lancio dei razzi.

Il consigliere per la sicurezza nazionale della Casa Bianca, Jake Sullivan, ha sottolineato la necessità di una de-escalation durante una telefonata di mercoledì con il capo del Consiglio di sicurezza nazionale israeliano, Tzachi Hanegbi. 

"Sullivan ha preso atto dei continui sforzi regionali per mediare un cessate il fuoco, e ha sottolineato la necessità di de-escalation delle tensioni e la prevenzione di ulteriori perdite di vite umane", si legge in una nota della Casa Bianca.

La condanna dell'Onu

Il Segretario generale dell'Onu Antonio Guterres ha condannato le morti di civili a Gaza come "inaccettabili" e ha fatto appello affinché "cessino immediatamente" e tutte le parti esercitino la massima moderazione.

"Il Segretario generale esorta tutte le parti interessate a esercitare la massima moderazione e a lavorare per fermare immediatamente le ostilità",ha dichiarato mercoledì il vice portavoce dell'Onu Farhan Haq.

"Israele deve rispettare gli obblighi previsti dal diritto umanitario internazionale, tra cui l'uso proporzionale della forza e l'adozione di tutte le precauzioni possibili per risparmiare i civili e gli oggetti civili nella conduzione delle operazioni militari", ha continuato. 

Guterres ha condannato anche il lancio indiscriminato di razzi da Gaza verso Israele, in quanto viola il diritto umanitario internazionale e mette a rischio i civili palestinesi e israeliani, ha sottolineato Haq.

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Il Consiglio di sicurezza delle Nazioni unite, composto da 15 membri, si è riunito a porte chiuse mercoledì per discutere delle ultime violenze.

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