Da caserma a villaggio ecologico: insieme per testare la circolarità

Alcune strutture dell'eco-villaggio in Austria
Alcune strutture dell'eco-villaggio in Austria Diritti d'autore Ausztria első ökofaluja
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Di Euronews
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Una ex caserma dell'esercitoaustriaco sta per diventare il primo eco-villaggio della nazione europea

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Un'ex caserma dell'esercito sta per diventare il primo eco-villaggio dell'Austria. Con oltre 2.000 metri quadrati di spazi abitativi e 20 ettari di terreno agricolo, la comunità di “Cambium" a Ferhing, non lontano da Graz ospita oggi circa 40 adulti e 20 bambini provenienti da tutto il mondo, che hanno acquistato i locali grazie a oltre 2 milioni di euro raccolti in pochi mesi con un crowdfunding.

L'eco-villaggio sostenuto dal progetto europeo Houseful

L'antropologa di origini italiane Rafaela Walter Bachmann, è tra i cofondatori della comunità e dalla sua fondazione vive qui con il compagno e le loro tre figlie."È stato un processo lungo – ricorda -. Abbiamo trovato questa caserma nel 2015 e attualmente stiamo costruendo un primo eco-villaggio. Passo dopo passo stiamo testando e strutturando tutta una serie di soluzioni sostenibili".

Sostenuta dal progetto europeo Houseful, la strategia principale consiste nel valorizzare la performance delle soluzioni circolari testate, ottimizzandone l’interazione. Una di queste è il cosiddetto "Bio-Meiler", un cumulo di compost, principalmente costituito dagli scarti della falegnameria della comunità. "Se scaviamo un po' qui, possiamo già sentire che è molto caldo - spiega Cosmo Atef, uno dei residenti, mentre affonda le mani nel compost -. Oggi non vediamo salire il vapore perché fa troppo caldo, ma il processo di fermentazione genera calore e, grazie a un sistema di tubi che abbiamo all'interno del cumulo di compost, lo convogliamo poi per scaldare la nostra serra".

Dal compost al "muro naturale", fino alla serra

Il calore generato dalla fermentazione del compost finisce così per attraversare un "muro naturale" della vicina serra, tramite un sistema di tubi a serpentina. Jan Barnick, da tempo responsabile dell'implementazione delle soluzioni naturali adottate dalla comunità, precisa: "Questo non è un muro ordinario. È fatto di paglia, carbone, sabbia e argilla, questo meraviglioso materiale che possiamo trovare ovunque qui. Grazie alla sua composizione, immagazzina calore, vapore acqueo e anche anidride carbonica, che viee trattenuta anziché dispersa nell'atmosfera. In condizioni normali si scalda grazie alla radiazione solare, ma soprattutto in inverno o in caso di giornate nuvolose, a sopperire è il calore che convogliamo dal Bio-Meiler”.

La serra stessa svolge un ruolo-chiave nella gestione circolare dei rifiuti e delle risorse della comunità. All'interno c'è una cosiddetta "parete verde", costituita da diverse file di vasi degradanti, che ospitano piante di ogni genere e tipo. Marco Hartl è un ingegnere ambientale di Alchemia-nova, la società che gestisce questo “green wall”. "Si tratta di una soluzione naturale - spiega -. Le piante e i microrganismi fanno il lavoro al posto nostro e senza consumare ulteriore energia: filtrano e purificano l'acqua dei bagni, delle lavatrici e delle docce, consentendoci poi di riutilizzarla".

L'orto permette di sfamare 60 persone per 8 mesi all'anno

In base agli standard dell'Unione Europea, una volta depurata con questo sistema l'acqua può essere riutilizzata per irrigare i mille metri quadrati d’orto coltivati dalla comunità. "Qui coltiviamo 70 colture diverse, da pomodori e lattuga a fagioli, piselli e zucche - racconta Claudia Schnirch, una delle residenti -. Con questi ortaggi sfamiamo 60 persone per circa otto mesi all'anno. L'anno scorso abbiamo raccolto tre tonnellate di ortaggi e questo ci garantisce un notevole risparmio". 

L'orto viene concimato con il "digestato", un fertilizzante naturale liquido, derivato come prodotto secondario del mini impianto di biogas della comunità, il primo di questo tipo in Austria. "Questo - conclude Claudia - è il luogo in cui tutto confluisce: le sostanze nutritive provenienti dall'impianto di biogas e dal compost e l'acqua recuperata. Ma qui è anche dove 'si chiude il cerchio’ e compie la circolarità. Dopo essere stati mangiati e scaricati, tutti questi ortaggi tornano nel processo di riciclo".

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