Crisi bancaria, crescono i timori. In rosso le borse europee

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Credit Suisse Diritti d'autore Seth Wenig/Copyright 2023 The AP. All rights reserved.
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Di Debora Gandini
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I timori di una nuova crisi bancaria hanno fatto precipitare le principali borse europee che hanno chiuso con perdite superiori al 3%

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I timori di una nuova crisi bancaria hanno fatto precipitare le borse europee che hanno chiuso con perdite superiori al 3%. E’ stato un mercoledì da profondo rosso per le principali piazze. Parigi ha perso il 3,58%, Francoforte il 3,27%, Londra il 3,83% Madrid il 4,3%. Milano ha chiuso a -4,6% bruciando oltre 27 miliardi.

C’è grande apprensione dopo la bufera che ha travolto Credit Suisse. Il principale investitore, la **Saudi National Bank,**ha dichiarato di non poter fornire all’istituto di credito svizzero ulteriore assistenza finanziaria, facendo crollare a picco le azioni che hanno perso il 24 per cento del loro valore.

Il valore dell'istituto fondato da Escher ha perso il 19% da inizio gennaio e il 71% sull'arco di un anno: se poi si risale indietro nel tempo si trova ancora un prezzo dell'azione a 96 franchi nel 2007. Nel frattempo la capitalizzazione borsistica è ormai ridotta a 8 miliardi, a fronte - a titolo di paragone - quasi 55 miliardi di Ubs.

Le ultime difficoltà del titolo sono legate alle indicazioni espresse oggi dal suo principale azionista, Saudi National Bank (Snb): il presidente dell'istituto saudita Ammar Al Khudairy ha escluso ulteriori aiuti finanziari alla banca elvetica.

Le mosse della Banca centrale europea

La Bce sta chiedendo alle banche di tutta Europa di comunicare la loro esposizione nei confronti di Credit Suisse, come riferiscono diverse fonti a conferma delle voci circolate sui media. La richiesta riguarda anche gli istituti italiani sotto la vigilanza di Francoforte.

E poi a pesare c’è anche il fallimento di molte banche regionali statunitensi. Senza contare il tracollo di Silicon Valley Bank. Certo come dicono gli esperti non è Lehman Brothers ma è un allarme per tutti. Intanto Wall Street ha aperto in ribasso dopo l'impennata dei prezzi intermedi del petrolio texano, scesi del 6% a 67 dollari al barile.

L'onda d'urto del crollo della SVB non si ferma, nonostante le misure d'emergenza prese dalle autorità Usa. Crollano i titoli sul mercato asiatico e quelli di molte banche regionali statunitensi. I correntisti americana stanno cercando di spostare i propri depositi dalle banche più piccole a quelle più grandi. In questo contesto anche l'euro perde colpi scendendo di circa il 2% sul dollaro mentre gli investitori guardano ai listini. Non sarà un remake del 2008 ma la precazione è d’obbligo. 

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