L'acquisizione accoppia la sobrietà minimalista milanese di Prada con l'estrosità sud-italiana di Versace, ridisegnando il panorama del lusso europeo e offrendo un'ultima speranza a un'antica casa di moda che ha perso la sua posizione
Dopo mesi di indiscrezioni e trattative, Prada ha finalizzato l’acquisto del 100 per cento di Versace.
L’operazione, del valore di circa 1,3 miliardi di euro, è stata ufficializzata nei giorni scorsi: Capri Holdings — proprietaria dal 2018 — ha ceduto la maison fondata da Gianni Versace, segnando una delle svolte più rilevanti nel panorama della moda mondiale.
Un’alleanza inedita: due anime italiane che si uniscono
L’acquisizione riunisce due mondi della moda storicamente distanti: Versace, emblema del glamour mediterraneo, sexy, barocco e audace; e Prada, simbolo di eleganza sobria, sartorialità contemporanea e minimalismo.
Secondo i vertici di Prada, Versace manterrà il proprio “Dna creativo e autenticità culturale” pur potendo beneficiare delle capacità produttive, piattaforma retail e catena di fornitura verticalizzata del gruppo milanese.
Dietro l’acquisto: un salvataggio strategico dell’identità italiana
Per Versace - che negli ultimi anni aveva faticato a mantenere performance finanziarie solide sotto l’era di Capri Holdings - l’ingresso in Prada rappresenta un’opportunità di rilancio. Alcuni analisti considerano l’operazione come una “ancora di salvataggio italiana”, che evita l’assorbimento del marchio da parte dei grandi conglomerati francesi del lusso.
Prada, dal canto suo, rafforza la sua posizione nel mercato globale, aggiungendo un marchio storico e dal forte richiamo estetico al proprio portafoglio, e si prepara a competere su scala più ampia con gruppi come LVMH e Kering.
Cambiamenti al vertice e identità in evoluzione
La maison oggi vive una fase di transizione: nel 2025 la guida creativa è passata da Donatella Versace a Dario Vitale, già stilista interno al gruppo Prada-Miu Miu.
Parallelamente, a dirigere il marchio con funzione esecutiva è stato designato Lorenzo Bertelli, figlio della proprietà Prada.
Questo passaggio segna la fine dell’era in cui Versace era guidata direttamente dalla famiglia fondatrice, e inaugura un nuovo capitolo dove la maison sarà parte integrante di un ecosistema più ampio, con possibilità di evoluzione stilistica e struttura manageriale rinnovata.
Glamour rinnovato o perdita di identità?
Per molti appassionati e addetti ai lavori, la domanda cruciale è se Versace saprà mantenere il suo carattere distintivo - l’audacia, l’eccesso, la sensualità - all’interno di un gruppo che ha tradizione di understatement e controllo creativo.
Gli accordi prevedono una integrazione graduale: accesso a impianti produttivi globali, rete retail consolidata e supporto manageriale, ma con la promessa che l’estetica Versace sarà rispettata e valorizzata.
Il matrimonio tra Prada e Versace sancisce un passaggio generazionale e strategico, con l’ambizione di costruire un impero italiano del lusso capace di competere su scala globale - un progetto complesso, ambizioso e non privo di rischi, ma carico di potenziale.