Quali Paesi stanno inviando armi pesanti all'Ucraina

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Di Thomas Bolton
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Dagli Stati Uniti al Regno Unito, dalla Germania alla Polonia: numerosi governi stanno rifornendo di armi pesanti l'Ucraina. Ma c'è chi ha manifestato prudenza, perché il rischio è di provocare un'ulteriore escalation nel conflitto con la Russia.

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Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, all'inizio di febbraio, ha rilanciato l'appello che dall'inizio della guerra indirizza ai propri alleati, affinché forniscano armi ed equipaggiamenti militari. Da alcuni mesi, però, la richiesta è più specifica: Kiev chiede che vengano inviati aerei da combattimento e armi pesanti. E che ciò venga fatto al più presto. 

"Prima l'Ucraina potrà ottenere armi potenti - ha spiegato il leader ucraino in un comunicato congiunto con il suo omologo francese Emmanuel Macron e con il cancelliere tedesco Olaf Scholz - prima finirà questa aggressione russa e riporteremo la pace in Europa".

Ma la decisione di fornire armi pesanti all'Ucraina - che non è un Paese membro della Nato e quindi non gode della protezione automatica sancita dall'articolo 5 del Trattato atlantico - implica numerosi potenziali problemi. A partire dal rischio di un'ulteriore, pericolosa escalation del conflitto.

Quali sono le nazioni che già hanno inviato, o che stanno inviando, armi pesanti all'Ucraina?

Quali armi stanno inviando gli alleati dell'Ucraina?

La maggior parte degli aiuti militari all'Ucraina provengono da Stati Uniti, Regno Unito, Polonia e Germania, secondo , secondo il database Ukraine Support Tracker del Kiel Institute for the World Economy.

I dati mostrano che gli Stati Uniti sono largamente in testa, con forniture per l'equivalente di 44,3 miliardi di euro.

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Gli armamenti americani inviati all'UcrainaForum on the arms trade

"Ritengo che il supporto fornito da Washington, assieme al coraggio e all'abilità degli ucraini, rappresentino le ragioni per le quali Kiev continua ad esistere", ha commentato Brad Bowmann, dirigente dell'istituto di ricerca americano Foundation for Defense of Democracies (FDD).

Al secondo posto nella classifica delle nazioni che hanno concesso armi all'Ucraina figura il Regno Unito.

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Gli armamenti inviati dal Regno Unito all'UcrainaForum on the arms trade

Londra ha fornito a Kiev razzi, sistemi di difesa aerea, mezzi corazzati, armi, munizioni e addestramento nell'ultimo anno. Il tutto per un importo pari a circa 2,5 miliardi di euro. Il 14 gennaio 2023, il Regno Unito è diventato il primo Paese a concedere all'Ucraina i moderni carri armati occidentali Challenger 2.

Secondo i dati dell'Istituto Kiel, la Polonia, che condivide il proprio confine orientale con l'Ucraina, nel 2022 ha disposto aiuti militari per 2,4 miliardi di euro. Stessa cifra raggiunta dalla Germania. 

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Gli armamenti inviati dalla Polonia all'UcrainaForum on the arms trade

"L'impegno della Polonia è particolarmente lodevole - ha commentato Bowmann -. Ma va sottolineato anche l'apporto dei Paesi baltici. Chi si trova sul fianco orientale della Nato non ha dubbi su chi sia il nostro avversario lì". 

Pur non raggiungendo i livelli di Stati Uniti e Regno Unito, anche l'Estonia è la nazione che ha speso di più in rapporto al proprio Prodotto interno lordo: l'1,1% tra armamenti e aiuti umanitari.

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Gli armamenti inviati dalla Germania all'UcrainaForum on the arms trade

Il primo ministro di Tallin, Kaja Kallas, ha affermato in questo senso che "se l'Ucraina cadesse, la libertà sarebbe in pericolo anche in altre parti del mondo. Aiutando Kiev a difendere la sua indipendenza, difendiamo il diritto alla libertà e alla democrazia di tutti i Paesi, compresi Estonia."

Proprio Polonia ed Estonia avrebbero insistito nel corso del 2022 per far aumentare la spesa militare, tra le nazioni membre della Nato, dal 2 al 2,5% del Pil (valutando anche di raggiungere il 3%).

Gli armamenti inviati dai Paesi membri della Nato sono sufficienti secondo Kiev?

In particolare, Stati Uniti, Regno Unito e Germania stanno inviando già carri armati. Berlino, in particolare, ha accettato dopo alcune reticenze di concederne di propria produzione. Ciò non ha tuttavia fatto diminuire le richieste da parte di Zelensky. 

Al contrario, l'Ucraina insiste nel domandare aerei da combattimento. Durante una recente visita nel Regno Unito, il presidente ucraino si è rivolto senza mezzi termini al premier Rishi Sunak, chiedendo di "mettere le ali" a Kiev. La proposta si scontra con il timore delle diplomazie occidentali di alimentare ulteriormente lo scontro con la Russia. Non a caso, il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha già escluso l'invio di caccia F-16. 

Stefan Rousseau/pool photo via AP
Il presidente della Camera dei Comuni, Sir Lindsay Hoyle, a sinistra, tiene in mano il casco di uno dei piloti ucraini di maggior successo, su cui sono incise le parole "AbbiaStefan Rousseau/pool photo via AP

"Tali aerei fornirebbero una serie di vantaggi per l'Ucraina, non c'è dubbio. Ma secondo l'amministrazione Biden non è ciò di cui ha bisogno Kiev in questo momento. E mi trovo d'accordo con la Casa Bianca", ha aggiunto Bowmann. Che dal suo punto di vista ritiene invece "profondamente deludente" il fatto che numerosi Paesi europei membri della Nato, ad oggi, non abbiano "onorato i loro impegni in termini di spesa per la difesa". 

“Non voglio criticare l'Europa in questo momento - ha precisato -, ma siamo di fronte alla più grande invasione di terra nel continente dai tempi della Seconda guerra mondiale. C'è stato un assalto ad una capitale, decine di migliaia di persone uccise in un conflitto ingiusto nel quale cercano di difendere le loro case. Come si possono non onorare gli impegni in materia di stanziamenti militari? Non è logico. Vengono concessi quattro carri armati qui, altri otto lì, o dodici da un'altra parte. Ma a loro ne servono centinaia". 

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Le armi pesanti arrivano abbastanza velocemente?

A febbraio, l'amministrazione Biden si è impegnata a inviare un ordigno di piccole dimensioni, che può essere lanciato da terra: si tratta del GLSDB (Ground launched small diameter bomb), che ha il vantaggio di avere una gittata molto più ampia rispetto ai razzi finora forniti all'Ucraina dall'Occidente. 

Tuttavia, tali armi non dovrebbero arrivare prima dell'autunno e gli esperti militari temono che sarà troppo tardi, poiché nel frattempo gli eserciti russo e ucraino potrebbero dar vita a battaglie cruciali per l'andamento della guerra.

"Molti Paesi, inclusi gli Stati Uniti hanno adottato l'approccio della promessa: un elenco di cosa verrà inviato. Ma gli armamenti in questione poi impiegano quattro mesi per arrivare", ha aggiunto ancora l'americano Bowmann.

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Il presidente ucraino Zelensky (a destra) in compagnia del suo omologo statunitense Joe BidenEvan Vucci/AP Photo

“Se sei un ucraino che combatte in prima linea, e vedi i tuoi amici uccisi e mutilati, è probabile che non potrai ritenerti soddisfatto da questo approccio. robabilmente particolarmente insoddisfacente per loro. Soprattutto perché si rendono conto di essere letteralmente su una frontiera della libertà: stanno combattendo per tutti noi".

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La paura di generare conflitti ulteriori e di possibili escalation

In un discorso al Bundestag il 25 gennaio, il cancelliere tedesco Olaf Scholz ha annunciato che la Germania avrebbe alla fine inviato 14 carri armati Leopard 2A in Ucraina. E avrebbe anche concesso a Paesi terzi, ai quali Berlino ne aveva forniti, di riesportarli a loro volta per rifornire Kiev. 

Ma la ragione per la quale Berlino è stata iniziamente riluttante sull'invio di armi pesanti è legata ancora una volta alla stessa ragione: il rischio che il conflitto, aniziché terminare, possa inasprirsi ulteriormente. Per questo la Germania aveva preferito concentrare i propri aiuti su equipaggiamenti fondamentali ma non offensivi, come nel caso degli elmetti da combattimento.

Il governo tedesco, per questo, è stato pesantemente criticato. Con in prima linea, in questo senso, il presidente Zelensky, come facilmente immaginabile. Ma pressioni sono arrivate anche da parte di altri Paesi europei vicini, come nel caso della Polonia.

Moritz Frankenberg/DPA
Il cancelliere tedesco Olaf Scholz con un gruppo di soldati dell'esercitoMoritz Frankenberg/DPA

Bowmann ricorda in questo senso la visita alla Casa Bianca dell'ex presidente ucraino Petro Porosheko, nel 2014, con l'obiettivo di chiedere all'allora presidente Barack Obama armi per combattere i separatisti sostenuti dalla Russia in Crimea. In un discorso al Congresso degli Stati Uniti, affermò che "anche le coperte e gli occhiali per la visione notturna sono importanti. Ma non si può vincere la guerra con quelli".

“Parlava così perché l'amministrazione Obama si rifiutava di fornire armi all'Ucraina. Perché? Perché non volevamo provocare Putin”, ha osservato Bowmann. "Per questo il mio messaggio, rivolto a chiunque sia disposto ad ascoltare, è che dovremmo dedicare più tempo nel sostenere le democrazie assediate e meno a preoccuparci di provocare prepotenti autoritari che probabilmente, prima o poi, invaderanno comunque".

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