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Francia, tutto pronto per lo sciopero nazionale contro la riforma delle pensioni

Proteste a Marsiglia
Proteste a Marsiglia Diritti d'autore Euronews
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Di Debora Gandini
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Paese a rischio paralisi. Braccia incrociate per i lavoratori. dal settore dei trasporti a quello della sanità. Manifestazioni sono previste in tutte le principali città francesi

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La Francia si prepara per la grande mobilitazione generale indetta dai sindacati contro la riforma delle pensioni. Giovedì 19 gennaio sarà sciopero nazionale con il rischio di una paralisi. Braccia incrociate per i lavoratori, dal settore dei trasporti a quello della sanità. Manifestazioni sono previste in tutte le principali città.  

In attesa del D-day, a Marsiglia centinaia di persone hanno marciato per dire no al progetto di legge del governo che prevede a partire dal 2030 l'innalzamento dell'età pensionabile a 64 anni dagli attuali 62 ed elimina gran parte degli attuali regimi speciali.

Si prevede una forte adesione soprattutto tra i lavoratori di quelle aziende che rischiano di perdere i loro regimi previdenziali speciali, come Ratp (metropolitana di Parigi), Edf (Elettricità di Francia) Grdf (Gas). Tra l'altro, il sindacato Cgt spinge affinché lo sciopero del 19 venga prorogato ulteriormente e si temono nuovi blocchi delle raffinerie e depositi di carburante come avvenuto lo scorso anno.

Se la riforma è contestata da sindacati e lavoratori, per la premier francese Elisabeth Borne è assolutamente necessaria. "Non c'è altra scelta", ha affermato il primo ministro davanti all'Assemblea nazionale. “Il numero degli occupati rispetto al numero dei pensionati sta diminuendo. Nel 2005 c'erano due occupati per ogni pensionato. Oggi sono 1,7 e domani saranno 1,5. Bisogna ristabilire l'equilibrio del sistema pensionistico”, ha ricordato la Borne.

I punti salienti della riforma

In pensione a 64 anni nel 2030, con un aumento graduale da subito di 3 mesi per ogni anno. Altra stretta prevista dalla riforma, "i 43 anni di contributi previsti dalla legge Touraine del 2014 come necessari a partire dal 2035 per andare in pensione, saranno ora necessari dal 2027". Resta invece a 67 anni l'età alla quale si potrà andare in pensione senza decurtazioni per i contributi mancanti e a 62 quella per i lavoratori in situazione di invalidità o incapacità.

Infine, fra i provvedimenti principali, la "fine della maggior parte dei regimi speciali esistenti, in nome del "principio di equità", una misura che si applicherà però soltanto ai nuovi assunti. E poi l'aumento di 100 euro per le pensioni minime, che salgono così a 1.200 euro, l'85% del Salario minimo.

Contro la riforma delle pensioni particolarmente dura la sinistra mentre l’esecutivo ora cerca l’appoggio della destra, ricordando che il tema è stato al centro della campagna elettorale di Emmanuel Macron che si era impegnato a farla varare al più presto in caso di rielezione ma anche questa volta la strada si preannuncia in salita. 

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