Polveriera Perù: ancora scontri tra manifestanti e Polizia, 17 morti

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Di Euronews
Perù, non si placano le tensioni
Perù, non si placano le tensioni   -  Diritti d'autore  JUAN CARLOS CISNEROS/AFP or licensors

In Perù si aggrava il bilancio delle vittime dopo gli scontri tra forze di sicurezza e manifestanti che contestano la presidente Dina Boluarte: con il tentativo di occupare l'aeroporto di Juliaca, nella regione di Puno, la protesta è degenerata e i morti sono saliti a 17.

"Gli agenti di polizia ci hanno sparato addosso - dice questo manifestante, durante gli scontri - Credo che ci siano cinque feriti e un morto. Chiediamo a Dina Boluarte di dimettersi perché... Lei è un'assassina, molte persone stanno morendo a causa sua. Deve accettare il fatto che il popolo non la vuole".

Le persone uccise lunedì a Juliaca avevano ferite d'arma da fuoco, ha dichiarato un funzionario dell'ospedale della città a un canale televisivo peruviano. Complessivamente, gli scontri scatenati dalla destituzione di Castillo hanno provocato oltre 34 morti in tutto il Paese. 

La crisi aperta dalla destituzione di Castillo

Le manifestazioni di dissenso si sono inasprite da quando l'ex presidente Pedro Castillo è stato arrestato il mese scorso per aver tentato di sciogliere il Congresso.

La crisi è deflagrata con la messa in stato d'accusa di Castillo per ribellione e associazione per delinquere.

Castillo aveva tentato di sciogliere l'Assemblea per evitare di essere messo da parte. Il Parlamento mirava a destituire il presidente per 'permanente incapacità morale'.

Secondo il legislatori peruviani, sarebbe stato inaccettabile continuare ad avere un presidente fortemente indiziato di corruzione.

Nei confronti di Castillo sono diverse le indagini aperte dalla magistratura. Tra queste figura l'inchiesta avviata dalla Procura che individua in Castillo il "capo di una rete criminale dedita al traffico di favori e pratiche di corruzione".

L'ex presidente nega tutte le accuse e sostiene di essere ancora il capo di Stato legittimo.